163. insolazione

Creato il 15 luglio 2015 da Mavi

È iniziata la stagione delle code in autostrada, delle partenze intelligenti e della sana alimentazione, dei rimedi di nonna TV al caldo, delle repliche delle fiction fallimentari, ma soprattutto delle creme protettive e delle chiacchiere da ombrellone. Mentre in spiaggia, mandrie di bambini in festa si rincorrono a briglia sciolta, urlando, ridendo, o piangendo, altri litigano e rompono i coglioni ai bagnanti, mamme stanche e svogliate, si cimentano nel ruolo di opinionista on the beach. Ogni talk sea comincia con le diete e le palestre: <<purtroppo c'ho 'sta pancia che proprio non vuole andar via, hai voglia a fare diete, non scende che non scende>> inizia la sorridente quarantenne un po' insicura, <<ma daai>> commenta l'interlocutrice di turno, generalmente semisconosciuta, <<sei magra, hai solo la pancia!>>. Appunto, è quello che ti sta dicendo, se solo la stessi ascoltando realmente, vorrebbe semmai in consiglio per una dieta localizzata, per un intervento risolutore, non vuole la conferma alla sua asserzione, la ratifica non le occorre. Ma perché da grandi smettiamo di piangere e urlare quando ci pare? Perché smettiamo di dire liberamente 'voglio' o 'non voglio', perché smettiamo di essere spontanei come i bambini? Ti rispondo io, cara compagna di cicciottellagine. Sì, effettivamente hai soprattutto pancia, il resto del corpo sta abbastanza bene, magari prova a camminare di più, mangia meno pane o prova a nasconderla e pensare che un po' di pancia è bella, è femminile, è accogliente, Andrea De Carlo c'ha perfino dato il titolo ad un romanzo: Arcodamore. La pancia è la principale metafora della vita, l'arco che nasce dal seno, si nutre da esso, poi sale e raggiunge l'apice all'altezza dell'ombelico, il piccolo cratere, segno del distacco dalle proprie origini, poi scende a valle dove muore per dare nuova vita. Questa pancia, tanto bistrattata, tanto odiata, credo sia uno dei termini più inflazionati degli ultimi trent'anni, impariamo ad amarla, a guardarla con rispetto, mi viene in mente una popolare espressione napoletana: "omm 'e panz omm 'e sustanz", ma non intendevo dire propriamente questo. Mi piace pensare che le cose non stanno esattamente così, come vogliono farci credere, che la pancia sia bella, come sono belle le rughe, che rappresenti la nostra storia, il nostro essere. Poi è bene che si dica che la carne si può mangiare, ma l'eccesso fa male, ma come fa male l'eccesso di cereali; che gli animali vanno rispettati, e che quindi anche l'uomo merita rispetto. Che è liberatorio mandare la gente a fanculo, ma ogni tanto bisogna anche chiedere scusa. Che dobbiamo fare ciò che ci fa piacere, ma se questo comporta il malessere di qualcun altro, forse bisogna fermarsi un attimo e magari rinunciare. Andare ai centri di accoglienza per gli immigrati e portare cibo, bevande, vestiario è bello, ci fa sentire meglio con la coscienza, ma allo stesso modo dovremmo aiutare il collega nuovo, il vicino di casa che viene da un'altra città. La democrazia prevede sì che ognuno possa liberamente esprimere le proprie idee, ma soprattutto che se ne tenga conto, che abbiano un peso le idee. Nei rapporti interpersonali, resta valido il concetto che sia lecito dire ciò che si pensa, ma se può essere offensivo per chi ci ascolta, non è sbagliato, è una cattiveria inutile. Mi sa che abbiamo male interpretato la teoria del volersi bene: bisogna amare se stessi, ma se gli altri non ci amano, non vanno puniti ... vanno compatiti, non hanno capito niente! Ahahahahah