17 maggio: L’inattività è il peggior peccato nella boxe

Da Ginny @ginnyna

Sugar Ray é un mito. Quaranta incontri disputati, venticinque vinti mandando KO l’avversario. Eppure se lo incrociassimo per strada rimarremmo colpiti dal suo sorriso di uomo maturo, non dalla sua massa spropositata di muscoli perché in totale non dovrebbero superare i 75 kg, come previsto dalla categoria welter. Ray incomincia a combattere da giovanissimo diventando campione dei pesi leggeri nel 1972 a soli sedici anni. Da qui centra una serie infinita di successi, non nego che mi piacerebbe vedere il suo medagliere
Mi piace perché dalla sua biografia si capisce che Ray è un duro dal cuore tenero: si gioca le Olimpiadi del 1972 per essere stato male dopo un allenamento troppo duro, lascia l’università perché con un figlio da crescere e un padre da curare ha bisogno di lavorare e così, per necessità, diventa una stella indiscussa ed ineguagliata del ring, combattendo da professionista e vincendo anche un oro alle Olimpiadi del 1976. La sua carriera prosegue all’insegna di qualche sconfitta e molte vittorie con degli imperatori della boxe dell’epoca; è leggenda il “No más” pronunciato da Durán durante l’incontro del 25 novembre del 1980 dal quale Ray uscì vittorioso perché l’avversario decise di ritirarsi, forse scocciato dal modo di combattere di SR.
Il nostro campione ha anche avuto qualche momento difficile tra i trenta e i quarant’anni, non dev’essere facile rendersi conto di non essere più i giaguari di una volta, nemmeno per chi si è già guadagnato l’immortalità. Oggi ha ritrovato la serenità allenando ragazzini che, indossando i guantoni le la prima volta, vivono e gli permettono di rivivere emozioni sincere.

RAY CHARLES LEONARD E’ NATO IL 17 MAGGIO 1956 SOTTO IL COMBATTIVO SEGNO DEL TORO


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