È una percentuale alta, così come lo è, fortunatamente, la speranza di vita anche di bambini nati molto sotto peso: il monitoraggio continuo in incubatrice permette un costante sèguito della crescita fino ai 2 kg, peso oltre il quale il bambino viene messo nelle culle termiche.
La nascita pretermine è un forte shock per la madre, il distacco forzato dal proprio bambino, l’impossibilità per tempi che variano dai pesi e dalle patologia, di tenere in braccio il proprio bambino e di poterlo accarezzare solo attraverso i fori dell’incubatrice, la mancanza dell’allattamento al seno, il non poterne sentire l’odore, il calore, il battito. Sono sensazioni che poi si recuperano una volta tornati a casa, ma che restano, forti, nei ricordi.
Anche per il bambino il passare dal liquido amniotico all’incubatrice collocata in una stanza costantemente illuminata a giorno, senza più il conforto delle voci a lui famigliari, senza un contatto caldo e stretto, risulta essere una prova emotiva molto forte.
In tutto questo, ci vengono a supporto la professionalità dei centri di terapie intensive neonatali, la cura con cui vengono seguite le mamme, invogliate a tirare il latte per portarlo ai propri bambini, motivate con la marsupio terapia a coccolare i propri figli.
Aiuta anche il cuore di Cuore di maglia, organizzazione no profit che fa scarpine e cappellini, copertine e corredini per i bambini prematuri delle Terapie Intensive Neonatali di tutta Italia.
Il caldo della lana ricorda ai bambini le braccia della mamma.
Sono mamma di due figli, Marco e Francesca, 19 e 16 anni, nati entrambi prematuri, a 1,700 kg e 1,800 kg.
Conosco quel tempo al di là del vetro ma so con certezza che poi passa e quasi non lo si ricorda più
Chiara
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