Ora sono 8 e "riposano" nel National Museum of Scotland di Edimburgo.
La Scozia è una terra dove i misteri vengono su come funghi. Ovviamente Edimburgo non si può sottrarre alla sua buona dose di eventi strani e oscuri, fantasmi e mostri.
In una collina della città dove si gode di uno splendido panorama (Arthur's Seat) cinque ragazzi trovarono per caso, sotto delle lastre di pietra, 17 piccole bare con all'interno delle statuette di legno vestite con abiti della loro misura.
Era il 1836 e su quelle piccole bambole si fecero svariate supposizioni.
La teoria più accreditata è che si trattasse della rappresentazione delle 17 vittime di Burke e Hare.
I due turpi individui di origine irlandese si dilettavano a riesumare cadaveri da consegnare ai chirurghi del Royal College of Surgeons per le lezioni di anatomia come era usanza del periodo. Ma decisero di strafare e anziché aspettare che qualcuno morisse, o anche per evitare la fatica degli scavi notturni nel cimitero, decisero di recuperare i corpi uccidendo povera gente, malati e anziani, per poi consegnarli ai benemeriti professori per le lezioni di anatomia.
Dopo i 17 omicidi furono scoperti dalla polizia.
Hare denunciò il compare e scaricò tutta la colpa su di lui.
Burke fu impiccato e il suo corpo venne donato alla scuola di anatomia per essere pubblicamente sezionato dallo stesso professore al quale vendette i cadaveri.
Il professore, invece, continuò impunemente ad aprire corpi di cadaveri di dubbia provenienza, ma questa è un'altra storia.
Era credenza del periodo che le anime delle persone sezionate dagli anatomopatologi non potevano avere accesso al paradiso, quindi si pensa che le piccole bare siano un modo per dare comunque una sepoltura degna a quei 17 corpi e qualche speranza alle loro anime.
Lo scheletro e la pelle di Burke (sotto forma di un portafoglio) sono ancora esposti presso il Surgeon's Hall Museum.
Altre foto scattate al National Museum of Scotland, Chambers st. Old Town, Edimburgo:
http://bochesmalas.blogspot.com/2011/05/uno-sguardo-sul-mondo-e-le-sue-citta.html