19/03/2015 - Green Jobs, Energia & Consumi Sostenibili: ce ne parla Tessa Gelisio

Creato il 19 marzo 2015 da Orizzontenergia

Intervista a Tessa Gelisio, conduttrice e autrice TV e Presidente dell'Associazione ambientalista forPlanet Onlus.

La passione per la natura e per l’ecologia Tessa ce l’ha nel DNA. Cresciuta in una famiglia di ambientalisti, fin da piccola ha sempre sentito parlare di questioni ambientali e sostenibilità.

Una sensibilità che ha nutrito e coltivato fin da giovanissima -sia attraverso gli studi, che militando in diverse associazioni per la tutela dell’ambiente- e che l’ha portata oggi ad essere una tra le più note esperte di ecologia e comunicazione ambientale.

Di sostenibilità e di tematiche sociali legate all’ambiente scrive anche nel suo blog Ecocentrica [ecocentrica.tv/] dove dispensa utili consigli a tutti coloro che attraverso i piccoli gesti quotidiani intendono ridurre il proprio impatto sull’ambiente e vivere una vita all’insegna della sostenibilità.

Anche nell’omonimo libro “Ecocentrica” Tessa propone utili accorgimenti su come approcciarsi alla quotidianità in maniera più eco-friendly.

Ecco quindi che ci viene spontaneo chiederle: quali sono le abitudini da cambiare? Basta la conversione individuale o sono necessarie anche azioni politiche?

Entrambe. Ciò che fa la differenza è il comportamento quotidiano che ognuno di noi ha, perché l’impatto ambientaleimpatto ambientale
L'insieme degli effetti (diretti e indiretti, nel breve o nel lungo termine, positivi o negativi, ecc..) che l'avvio di una determinata attività ha sull'ambiente naturale circostante.
della società è il risultato della somma del comportamento di tutti noi.

E’ chiaro che con certi tipi di politiche si incentivano o si disincentivano certi comportamenti, quindi entrambe le cose sono fondamentali e complementari.

"Gli ingredienti per migliorare il nostro impatto ambientale sono migliaia: in questo libro ognuno può trovare la propria ricetta da creare con una manciata di buona volontà, un pizzico di inventiva e una cucchiaiata di contraddizioni, di cui la vita è sempre ricca. L’importante è fare il primo passo senza paura per imboccare finalmente la via verde verso la felicità."

Tessa Gelisio

« L’IMPATTO AMBIENTALE DELLA SOCIETÁ É IL RISULTATO DELLA SOMMA DEL COMPORTAMENTO DI TUTTI NOI »

Dalla sostituzione delle lampadine tradizionali con lampadine ad alta efficienza, o ancor meglio con quelle al LED che permettono ancor più risparmio energeticorisparmio energetico
Con questo termine si intendono tutte le iniziative intraprese per ridurre i consumi di energia, sia in termini di energia primaria sia in termini di energia elettrica, adottando stili di vita e modelli di consumo improntati ad un utilizzo più responsabile delle risorse.
, dallo spegnere la luce quando si esce da una stanza, all’utilizzare il condizionatore in maniera efficace.

Dalla sostituzione degli elettrodomestici a semplici accortezze come ad esempio prestare attenzione a cambiare tipo di luminosità a seconda della stanza e dell’utilizzo, al possedere regolatori di luminosità.

Dal considerare il consumo energetico come uno spreco, all’acquistare l’energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J)
da operatori con certificazione da fonti rinnovabilifonti rinnovabili
Una risorsa è detta rinnovabile se, una volta utilizzata, è in grado di rigenerarsi attraverso un processo naturale in tempistiche paragonabili con le tempistiche di utilizzo da parte dell'uomo. Sono considerate quindi risorse rinnovabili:
- il sole
- il vento
- l'acqua
- la geotermia
- le biomasse
, “Ecocentrica” offre preziosi consigli e spunti di riflessione per orientare all’ecosostenibilità le scelte quotidiane.

« CONSIDERARE IL CONSUMO ENERGETICO COME UNO SPRECO »

Per quanto riguarda la politica negli ultimi anni tutte le rinnovabili, che ambientalmente e socialmente parlando rappresentano la soluzione migliore, hanno giovato di un grandissimo incentivo. Di recente però lo Spalma Incentivi ha giocato un duro colpo a questo settore che sì, era stato “drogato” dei troppi incentivi, ma che ora è minato dall’incertezza politica e dalla retroattività dei cambiamenti sugli incentivi.

Che consigli darebbe ai giovani che intendono approcciarsi al mondo dei green jobs? Quali sono le professioni più ricercate in Italia?

Per quanto riguarda i green jobs il consiglio che posso dare è quello di studiare materie scientifiche: in particolar modo chimica, fisica e ingegneria sono in assoluto le lauree più richieste dal mercato.

Le figure professionali che mancano sono infatti quelle provenienti da percorsi scientifici che possano avere applicazioni in vari settori: dalla chimica verde, che sta vivendo un momento d’oro in Italia, alla gestione dei rifiuti che è un settore che necessita di tantissime professionalità lungo tutta la filiera, piuttosto che la riqualificazione edilizia e la gestione urbanistica.

Insomma, ci sono tante figure professionali richieste, sicuramente non propenderei per le classiche lauree, ovvero quelle a cui solitamente guardava un giovane appassionato di questi temi: ovvero biologia e scienze naturali. Si tratta infatti di facoltà che oggi danno meno sbocchi professionali. Suggerirei poi di far susseguire alla laurea una specializzazione ed un percorso post laurea più mirato e adatto a ciò che richiede il mercato, mercato che richiede ad esempio anche figure di progettazione del packaging in chiave sostenibile.

Continuando a parlare di green jobs, come si posiziona l’Italia? Gli altri Paesi hanno una marcia in più?

Assolutamente no. Direi che l'Italia sulla questione dei green jobs è in linea con quanto si verifica nei Paesi più avanzati.

Le imprese che stanno superando la crisi in maniera egregia sono infatti quelle che hanno innovato, cioè quelle che hanno puntato in qualche modo sulla qualità e sulla sostenibilità. Imprese che esportano e che sono riuscite ad affermarsi nello scacchiere internazionale quali realtà competitive. Stando agli ultimi dati il 25% delle imprese italiane ha fatto investimenti nel campo della sostenibilità riconoscendole quel valore aggiunto che anche nel mercato internazionale è riconosciuto.

Cosa ci dice della comunicazione? E’ un settore appetibile per i giovani che si approcciano al mondo del lavoro?

Il settore della comunicazione non naviga in buone acque, oltre che per la crisi, per una enorme frammentazione delle piattaforme, basti pensare alle mille possibilità del web.

Gli investitori sono gli stessi, il pacchetto di investimento è calato, le piattaforme sono molto aumentate, è chiaro quindi che ogni media ha minor afflusso economico e questo si ripercuote sui lavoratori.

In questo momento l'ultimo consiglio che potrei dare a un giovane è proprio quello di fare giornalismo o una professione collegata al mondo dei media.

Ovviamente avendo una specializzazione ambientale si può avere una marcia in più siccome pochi sono i giornalisti qualificati e dotati di un effettivo bagaglio ambientale, tutt’altro improvvisato, bensì frutto di un’esperienza di 10/20 anni. Al di là di ciò credo che quello della comunicazione sia un mercato totalmente al ribasso.

Dal punto di vista del consumismo si può dire che la tendenza è quella di evolversi sempre più verso prodotti green.
A suo parere si tratta di fenomeni di greenwashing oppure sono tendenze che poi permarranno?

Da parte di alcune aziende c’è la tendenza di fare greenwashing, basta vedere i colori che spesso vengono associati a dei marchi che non hanno niente di green, ma che ugualmente utilizzano parole come naturale piuttosto che richiamano al prefisso bio, anche se in realtà nulla hanno a che fare con prodotti che seriamente lo sono.

« C’É UNA PARTE DI GREENWASHING PERCHÉ IL MERCATO LO RICHIEDE »

E’ chiaro che il trend porterà sicuramente a fare in modo che la variabile ambientale non sia più un valore aggiunto, ma sia una condicio sine qua non. Quando raggiungeremo quell’obiettivo sarà un gran giorno perché la sostenibilità non sarà più una variabile per competere ma diverrà una condizione necessaria per competere.

C’è ancora un po’ di strada da fare fino a quel punto, ma stiamo assistendo a un miglioramento costante. Questo è indubbio!

Intervista a cura di Orizzontenergia.it

Data: 19/03/2015


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