1936: La seconda Sagra della canzone leccese

Creato il 27 settembre 2010 da Cultura Salentina

di Federico Capone

Piccoli efficaci «quadretti» di una categoria di lavori stagionali rappresentati da fresche ragazze dalla voce argentina e melodiosa nel «grido» della loro merce, o da come quasi sempre- e uomini, anziani, che occupavano gli ultimi anni della loro vita rendendosi ancora utili al consorzio umano, girando per le strade cittadine e offrendo in vendita i prodotti della terra più o meno richiesti.

Improvvisamente, per oscuri motivi (ma per accertate manovre) l’organizzazione della seconda Sagra fu affidata ad altri.

La Sagra del 1936 si svolse al Politeama il 26 agosto18. Fu la Sagra della melensaggine. Se si fosse trattato di un funerale, sarebbe stato di certo più allegro e più interessante. Niente trasmissione radio, niente incisione discografica, niente documentario cinematografico, niente pubblicazione (ad eccezione dei soli versi in uno striminzito opuscolo), niente di niente, insomma! Neppure il ricordo a memoria d’uomo.

A metà spettacolo, la sala del Politeama era ormai quasi deserta: il pubblico, deluso, l’aveva abbandonata a poco a poco.

Tale catastrofico risultato influì sulla Sagra del 1937.


Quista e’ LecceLu cantu de la enendemìaCanzone matutina

A differenza di quanto afferma il D’Andrea, Lorenzo Casarano partecipò a questa seconda edizione della Sagra con tre canzoni fuori concorso:Core miu!(Cuore mio!, con musica di Carmelo Preite),L’amore e le stagioni(musicata da Dino Tafuri),Fiuri, sule e beddhe strei(Fiori, sole e belle ragazze, musica di S. Cardone). Partecipò fuori concorso anche Pizzi conCuntrastu(Contrasto, musica di Dino Tafuri) e, sempre fuori concorso, partecipò Sacquegna con una canzone musicata da Luigi Schifano,Serenata a Lecce.

<<post precedente