Anno 1941, imperversa la seconda Guerra Mondiale, in terra e nei cieli di tutta Europa si combatte. Ed è in questo clima che entra in azione l’aviazione alleata con una missione da portare a termine ad ogni costo per fermare lo sviluppo delle armi segrete dell’aviazione tedesca.
Questa in estrema sintesi la trama, se così vogliamo definirla, di 1941 Counter Attack, shoot’em up targato Capcom ed uscito in sala giochi nel 1990.
Si tratta del quarto capitolo della famosa serie di sparatutto a scorrimento verticale ambientati nella seconda Guerra Mondiale dopo 1942; 1943 The Battle of Midwey e 1943 Kai – Midweey Kaisen e composta anche da 19XX The War again the Destiny; 1944 The Loop Master e 1942 Joint Strike.
Facciamo così un bel tuffo indietro nel tempo mentre vi ricordiamo che è un ritorno sul nostro blog: avevamo parlato di 1991 Counter Attack nel nostro diario dello scorso 5 agosto (puntata numero 32) in cui abbiamo fatto ascoltare la colonna sonora del primo livello. A seguire la nostra recensione, buona lettura.
SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA
Il primo stage del gioco, classica e conosciutissima visuale a scorrimento verticale, marchio di fabbrica della serie
L’impostazione di 1941 Counter Attack non si discosta di molto rispetto ai forse più celebri episodi precedenti. Ambientazione di guerra, scorrimento verticale e possibilità di giocare anche in cooperativa.
Del resto, squadra che vince non si cambia. In 1941 Counter Attack i giocatori sono ai comandi di un P-38 Lightning e di un Havilland DH 98 Mosquito lanciati contro orde di nemici areree, navali e terrestri.
Ogni giocatore aveva ha disposizione una sola vita ma questa volta c’è una barra di resistenza che aumenta man mano i giocatori avanzano di grado (al termine di ogni livello c’era un resoconto statistico che premiava in base alla precisione nell’eliminazione dei nemici ed alla quantità di distruzione effettuata nella missione conclusa).
Le promozioni si ottenevano dopo aver terminato i livelli e più alto il grado, più resistenti erano gli aerei. Ovvia la presenza dei power up rilasciati dai nemici abbattuti che potenziavano e modificavano le armi con spari multipli, laser e quant’altro con aerei secondari bonus da poter affiancare al proprio.
C’era anche la possibilità di trattenere lo sparo per raccogliere l’energia e sferrare colpi più potenti (in stile R-Type). Immancabile la presenza della manovra acrobatica per eludere i colpi nemici che però se effettuata toglie energia al velivolo.
SEI LIVELLI VERSO LA VITTORIA
Lo sparatutto di Capcom si divide in sei livelli. Si parte dai cieli dell’oceano atlantico; sito portuale in Europa; sito Razzo V3; Porta di Brandeburgo; pianure aperte e base nemica. Altrettanti i boss da sconfiggere per terminare il gioco: Leviathan nello stage inaugurale; la corazzata tedesca Bismarck; il razzo V3; Krote; Super Leviathan e l’Horten ho 229. Nemici che chi ha giocato il titolo conosce piuttosto bene.
GRAFICA PULITA E DETTAGLIATA, SONORO SUPER
Siamo stati cattivelli, lo ammettiamo: eccovi una parte del Razzo V3...
Passiamo al lato tecnico del lavoro di Capcom. 1941 Counter Attack presenta una grafica di alto livello, piuttosto pulita e decisamente più dettagliata rispetto ai capitoli precedenti, come ovvio che fosse. Nulla di miracoloso (forse), ma il balzo generazionale c’è e si vede.
A prima vista, infatti, non sembrerebbero esserci estri particolari, ma così non è. E’, infatti, evidente la cura per i dettagli (alcuni veicoli sperimentali d’epoca sono di grande impatto, non vi anticipiamo nulla, ma date un’occhiata al razzo V3…) e per la realizzazione dei nemici giganteschi con tanta varietà negli scenari.
A condire il tutto, la resa delle esplosioni decisamente superiori rispetto al passato ed animazioni più curate e complesse.
Altro dettaglio da non sottovalutare: pochi i rallentamenti e gli sfarfallii, nei momenti più frenetici ed a schermo pieno segno di un ottimo lavoro di sviluppo nonostante le ristrettezze hardware. Anzi, alcune parti presentavano uno scrolling velocizzato.
A nostro avviso anche le musiche della colonna sonora ad essere memorabili. Dalle prime note del brano del primo livello, la sensazione è adrenalinica e tutto accompagna molto bene l’azione frenetica che inevitabilmente si ripropone ad ogni partita con l’avanzare dei livelli. Molto ispirato anche il brano che chiude il gioco con la sequenza finale ma generalmente i brani sono di ottima qualità.
Gli effetti sono nella norma e non aggiungono praticamente niente al calderone tecnico del titolo Capcom. Ah, si, il game-play, vario e di spessore. I nemici si possono abbattere in diversi modi o anche eludere (esclusi i mostri di fine livello, ovviamente,) e questo giova decisamente alla varietà, anche se non sempre al punteggio.
CONCLUSIONI
1941 Counter Attack, per chi vi scrive, un buon arcade come tanti, certamente comincia ad avere valenza storica visto che l’arcade uscì nell’ormai lontano 1990 e venne convertito solo su PC Engine l’anno successivo.
Lo vogliamo ricordare per la bella ed ispirata colonna sonora ed anche perché comunque fece fare un salto in avanti non indifferente alla serie 1942 portandola tecnicamente dagli anni Ottanta agli anni Novanta con tutti i beneficiche ne derivano. Non ci sono particolari appunti da fare al lavoro di Capcom: shoot’em up in stile classico che scivola via senza intoppi e con un livello di difficoltà ben strutturato ed equilibrato anche se sono presenti i classici punti infernali nei quali bisogna fare affidamento o alla fortuna o ai crediti aggiuntivi.
La longevità, essendo un arcade, non è chiaramente il suo punto forte ma si può perdonare questa pecca. Il vero rammarico è non averlo avuto su Amiga (conversione possibilissima visto che nel 1994 o giù di li uscì Banshee, altro shoot’em up dello stesso stampo, ndr)
PREGI. Ottimo comparto tecnico. Poche incertezze. Ottima colonna sonora. Difficoltà ben livellata.
DIFETTI. Longevità non ai massimi livelli.
VOTO: 9/10.