1954-2014 / Baudo: «La tv non sa più innovare» (Il Tempo)

Creato il 28 dicembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Un uomo e una donna, Pippo Baudo e Maria Grazia Cucinotta. Entrambi siciliani ma per il resto artisti separati da età, genere e vite. Separati ma uniti da questa intervista doppia sulla televisione e su ciò che questa scatola domestica, così vicina ma così lontana dagli altri media ha rappresentato nei suoi primi sessant’anni, che cadranno il 3 gennaio del 2014.
Si comincia da Pippo Baudo, una star del piccolo schermo. «Io già nel 1959 – spiega - facevo la televisione. Ho visto lo sviluppo della Rai, l’amore che la gente ha dato alla televisione. I vantaggi da un punto di vista culturale che la tv ha rappresentato per lo sviluppo del Paese. I primi anni della televisione sono stati formidabili perché oltre a migliorare l’Italia, facendo conoscere il Paese ai suoi cittadini, ha reso gli uni vicini agli altri. E poi con gli spettacoli gli italiani hanno avuto modo di vedere personaggi che mai avrebbero potuto incontrare». C’era una volta, racconta Baudo. Ma oggi? «Questo – dice - è un periodo di crisi, in televisione tutte le innovazioni si sono fermate. Stranamente dal momento in cui la tv non è più stata monopolio ma si è allargata, con la nascita di altre televisioni - digitali e altro - non è migliorato il rapporto con il telespettatore ma è venuta fuori una tv minore, misera dal punto di vista culturale. E il compito che avrebbe adesso la Rai, a partire dal giorno 4 gennaio sarebbe di riprendere questo antico valore che ancora non è morto, avendo questa funzione nevralgica e di spinta per l’Italia».
D’accordo. Ma in questi sessant’anni sono cambiati profondamente i media, a cominciare dall’avvento del web. «Internet e il web – risponde Baudo - sono arrivati negli ultimi tempi ma la crisi è partita assai prima. Con l’avvento della tv commerciale, che ha squilibrato completamente il rapporto che c’era, diciamo di servizio pubblico. Che aveva delle funzioni pedagogiche, informative ma anche di divertimento. Un giusto collage in modo che la tv crescesse assieme all’Italia. Quando poi vai nelle bancarelle dei mercati, compri un po’ di tutto, anche le cose di cui non hai bisogno e che magari fanno male».
Maria Grazia Cucinotta, attrice e produttrice cinematografica, assai più giovane di Baudo, da sempre vive a cavallo tra tv e cinema. In queste settimane sta lavorando, in Puglia, ad un film che si chiama «Nomi e Cognomi» e arriverà nelle sale l’anno prossimo. Ma la tv... «La prima cosa che ho fatto – dice - è stato un programma televisivo, diventando subito popolare. La tv serve a promuovere quello che stai facendo, anche nell’ambito cinematografico, è un mezzo di comunicazione importante. Lo abbiamo visto pure coi talent. X Factor, su Sky, ad esempio: questi ragazzini che entrano e sono completamente sconosciuti e poi escono dopo due mesi che sono star. La tv ha un potere pazzesco di farti conoscere, darti visibilità e comunicazione. Per questo va usata con estrema intelligenza».
La televisione come quinto potere, almeno per la popolarità. «Una volta – nota l’attrice - venivi imposto al pubblico, oggi è il pubblico che ti sceglie. Avendo portato mia figlia tra gli spettatori dal vivo, a X Factor, mi sono resa conto che è il pubblico che sceglie. È il carisma che vince. C’è chi è più bravo, chi meno, ma alla fine il carisma trionfa. Se lo hai e lo comunichi, arrivi a quello che vuole il pubblico, una persona con cui identificarsi e che faccia sognare. Ed è questo che dobbiamo fare noi che facciamo spettacolo».
Lei un talent non lo ha mai fatto e non ci ha «neanche pensato. Ma mai dire mai nella vita; dipende – dice - da che talent, non li condivido tutti ma mi piacciono quelli dove è costruttivo il percorso, dove i ragazzi si devono preparare con la professionalità e non con altro». Perché la tv è sempre meglio della politica, che la Cucinotta evita «accuratamente da quando è nata». Preferisce «parlare del sociale».
Sessant’anni, dicevamo; quando nacque la tv i primi interrogativi furono semplici, tipo: «sopravviverà il cinema?». È sopravvissuto il cinema, anche se la Cucinotta spiega che «la produzione è difficilissima perché oggi il momento è duro per mettere insieme i budget e quando ci riesci è ostico trovare la distribuzione. È quello che manca in Italia, anche ai film indipendenti, fatti con grandi sacrifici». Nel nuovo millennio, insomma, il duello cinema & tv si è spostato su televisione & web, anche se per Baudo internet non è il problema.
Pippo, il compleanno della tv lo chiude a modo suo, con una nota romantica, la cosa più bella che la tv gli ha lasciato: «Uscire dall’angusto ambiente di un piccolo paese di provincia e farmi conoscere il mondo». Anche lui ha lasciato molto alla tv: decine di spettacoli, i Fantastico, i Festival di Sanremo, le Canzonissima. Pezzi di storia di questi sessant’anni.
Massimiliano Lenziper "Il Tempo"

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