1960-2010 - Cinquant’anni di tennis tra evoluzione e rivoluzioni (puntata #4: gli anni ‘90)

Creato il 03 novembre 2014 da Redatagli

Vi sono, nella storia del tennis, poche, formidabili epifanie. Nell’agosto del 1990 un giovanissimo Pete Sampras trionfa agli US Open in un tripudio di diritti sontuosi, volée delicatissime e rovesci come si giocavano una volta. Sono tuttavia i colpi giocati sopra la testa a stupire: nessuno, nella storia del tennis, aveva mai servito così; nessuno aveva mai giocato smash tanto devastanti. Ivan Lendl, in un ideale passaggio di consegne, battezza il giovane campione: “È lui – dirà più o meno – il mio successore”. Ma Sampras - appare chiaro subito a tutti - è dotato da madre natura di un talento e di uno charme assolutamente sconosciuti a Ivan il Terribile.

Quella finale agli US Open (Sampras-Agassi 6-4, 6-3, 6-2) è l’assaggio di una rivalità che durerà più di un decennio.

Gli anni ’90 sono gli anni del dominio americano: oltre a Sampras (che chiuderà alla prima posizione del ranking ATP ben sei stagioni, un record) e Agassi (che si ritirerà da vincitore del carrier slam), la squadra a stelle e strisce di Davis schierava anche Jim Courier (la sensibilità della cui mano tutto sommato delicata veniva mortificata da una tecnica quasi rubata al baseball) e Michael Chang, di cui si è parlato la scorsa puntata.

Dopo il dominio di Edberg a inizio decennio e l’intensa ma breve stagione dello stesso Courier, tutto il decennio si gioca sulla rivalità Sampras-Agassi. Sarà il primo a dominare; ma sarà il secondo, probabilmente, ad avere il primato nel cuore della maggior parte degli appassionati (e delle appassionate).

Inoltre, Agassi si dimostrerà forse più decisivo del rivale nel cambiare la storia del tennis, pur vincendo meno di quanto il suo mostruoso talento non avrebbe potuto permettere. Le ragioni non sono solo caratteriali.

La rivoluzione di Borg era stata una rivoluzione solitaria, che aveva garantito al campione svedese un vantaggio sui tempi (e quindi sugli avversari) di almeno un quinquennio. Agassi, al contrario, fu affiancato da una serie di epigoni meno dotati ma comunque competitivi (da Courier in giù).

Altri due elementi concorrono a livellare il tennis degli anni ’90: i materiali e lo strapotere del servizio. Le racchette degli anni ’90 sviluppano ed esasperano i progressi tecnici del decennio precedente: sono ormai vere e proprie armi, sempre più efficienti, leggere e performanti. L’ulteriore diffondersi delle superfici indoor, velocissime, rende ancora più determinante, nell’economia del gioco, il colpo di inizio gioco (specialmente la prima palla). È una verità intuitiva: al numero 100 del mondo basta tenere tutti i turni di servizio per fare partita pari con un top ten.

Andrea Donna
@AndreaDonna


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