Rispetto al personaggio interpretato da Sylvester Stallone però, l'Abel Morales di Isaac ha già compiuto la sua scalata verso il successo, guardando, ora, più verso l'espansione nelle terre americane e verso il dominio assoluto delle stesse. La sua azienda di carburante, va a gonfie vele, infatti, partita dal basso e costruita mattone su mattone insieme alla moglie, ha raggiunto il traguardo di principale competitor nella sua categoria: motivo per cui gli imprenditori della New York anni '80 sullo sfondo, a cui involontariamente sta pestando i piedi, hanno intenzione di mettergli i bastoni in mezzo alle ruote e di rispedirlo il prima possibile da dove è venuto. Quell'ascesa regolare, quell'onestà da sempre sbandierata e difesa, improvvisamente allora comincia ad essere messa a dura prova, a scontrarsi con le nemesi di turno, quelle che per essere allontanate, sconfitte o guardate semplicemente in faccia obbligano a sporcarti le mani, a scendere a compromessi o ad abbassarti di livello: a muoverti quindi lungo determinate altezze che, solitamente, agli uomini tutti d'un pezzo non sono concesse neppure in piccola parte.
Gatta da pelare che Morales, dall'alto dei suoi principi, mai si sarebbe aspettato di trovare nel paese in cui è stato forgiato e promosso l'American Dream, quel concetto che lui stesso venera, incarna e difende, ma che, forse, non è poi tanto facile da raggiungere se al suo interno manca quell'ingrediente scomodo, ma necessario, chiamato sangue.
Di fronte alla freddezza, alla cattiveria e agli inganni che lo circondano Morales perciò sembra quasi un Don Chisciotte tenero e abbandonato, in lotta contro i mulini a vento e preso in giro da tutti perché profeta della bontà e della morale. Una condizione che, oltre ad incidere fin dentro l'epilogo della storia, permette al regista J. C. Chandor di dirigere con passo felpato e tensione programmata una pellicola elegante, sorretta da grandi interpreti e complessivamente azzeccata.
Che nonostante la tematica abusata ha il pregio di centrare il bersaglio e di non sfaldarsi minimamente.
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