1990

Da Iomemestessa

Ho 16 anni. Siccome mi piaceva la matematica ho deciso di fare il Liceo Classico. E va bene così. Mi piace tutto. Arte, letteratura, storia filosofia. Anche il latino e il greco, soprattutto da quando, terminato il ginnasio, hanno smesso di essere solo grammatica ed esercizio, per ampliare l’orizzonte.

Il 7 gennaio a titolo precauzionale la Torre di Pisa viene chiusa al pubblico e non verrà più riaperta. Io penso che una volta almeno ci sono salita e me ne rallegro.

Il 2 febbraio il boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, viene ucciso a colpi di pistola in Via del Pellegrino. La sua salma viene tumulata per non meglio precisati meriti filantropici nella Basilica di sant’Apollinare, in deroga a più di qualche regolamento ecclesiastico. Il suo nome viene fatto più volte in associazione alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Anche qui, ciascuno trovi i nessi che più gli paion opportuni.

L’11 febbraio, dopo 28 anni di carcere, viene liberato Nelson Mandela. E’ una data simbolo per la liberazione dall’Apartheid, che comincia a scomparire. Almeno formalmente.

Io sperimento il primo mal d’amore, scoprendo un assioma fondamentale. di solito ami chi non ti ama, e non ami chi ama te.

Il 10 marzo alla Bolognina, il comitato centrale del PCI approva la mozione del segretario Achille Occhetto, e scioglie il partito che da lì in poi diventerà Partito Democratico della Sinistra. Piange Occhetto. Piangono molti delegati. Il nonno, non c’è più da qualche anno. Piango anch’io. Conto terzi. E’ la fine di un’epoca, terminata insieme al muro che cadde quella notte del 1989 a Berlino.

Io sono infelice, ma a giorni alterni, come le targhe. Che a sedici anni, pure il mal d’amore è relativo.

Il 17 maggio l’OMS elimina la voce omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Qualcuno avvisi Giovanardi.

L’8 giugno allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano prendono il via i 14° Mondiali di Calcio. L’Italia è il paese organizzatore. I mesi precedenti sono stati funestati dalle polemiche. La maggior parte degli stadi necessitavano di essere riammodernati, molte opere vennero lanciate ex novo e neppure portate a termine. Guida il caravanserraglio uno dei soliti noti. Luca Cordero di Montezemolo. Val la pena ricordare l’elevatissimo numero di incidenti sul lavoro nei cantieri. Lo Stadio delle Alpi costruito a Torino, talmente inservibile che venne rottamato presto (tra gli anelli della pista d’atletica e quant’altro, il cerchio di centrocampo, dagli spalti potevi al massimo immaginarlo). Gli ampliamenti del Meazza, con la costruzione del terzo anello. Il terzo anello per chi non avesse mai avuto il piacere è una faccenda a strapiombo sul campo, che se uno dovesse cascare da lì rischia di atterrare su un centrocampista. Una delle più brutte mascotte che la storia ricordi quell’omino snodabile tricolore a nome Ciao.

La Nazionale deve vincere. E, in fondo ne avrebbe anche qualche possibilità. Il nuovo c.t., Azeglio Vicini, un romagnolo flemmatico che ha preso il posto di Bearzot dopo la debacle messicana, fa fuori tutta la vecchia guardia e porta in Nazionale tutto il reparto della sua under 21, che fu molto vincente.

Dovrebbe essere il Mondiale di Vialli e Mancini, la coppia d’attacco simbolo della squadra più spumeggiante e simpatica di quegli anni, la Sampdoria. Ma anche ai Mondiali, chi entra Papa in Conclave ne esce Cardinale (e qualche volta chierichetto).

Il debutto è choc. L’Argentina, campione uscente, le prende dal Camerun, che vincerà il girone, e alla fine sarà ripescata tra le migliori terze.

L’Italia, contrariamente al solito, parte alla grande e vince 3 partite su 3, in un girone di media difficoltà. Dopo 3 partite, però, è chiaro che la coppia gol non sono Vialli e Mancini, relegati in panchina, ma il numero 10 della Fiorentina, Roberto Baggio, e un centravanti già un po’ in età, arrivato quell’anno in serie A per la prima volta (ma alla Juve). Salvatore Schillaci. Succede a lui quel che accadde a Paolo Rossi. Uno stato di grazia che dura 15 giorni. E l’Italia, tra giugno e luglio sarà ai piedi di Totò, con quegli occhi spiritati, con quella di faccia di quello che nella vita non gli ha mai detto bene, e poi, all’improvviso, il Paradiso.

Agli ottavi ci liberiamo dell’Uruguay e nei quarti di una decorosissima Irlanda.

In semifinale, a Napoli, incontriamo l’Argentina. Uno psicodramma. Dall’inizio alla fine. Il pubblico napoletano butta giù lo stadio col suo tifo. Il problema è che tifa Argentina. D’altronde il Capitano è Diego Armando Maradona. Uno che a Napoli sta un gradino sotto San Gennaro. Forse. L’Italia parte bene, e il solito Schillaci insacca. E’ una partita agitata. All’80 Claudio Caniggia, altra conoscenza italiana (gioca nell’Atalanta) infilzando di testa Zenga nel frattempo uscito a prendere farfalle.

E’ pareggio. Non si conclude nulla nei 90′ regolamentari e neppure nei supplementari. Arrivano i rigori, e Donadoni e Serena sbagliano.Tutta Italia, tranne una parte importante dei convenuti al San Paolo di Napoli, è in lacrime.

Finiremo terzi, battendo un’ottima Inghilterra.

In finale, l’Argentina sarà sconfitta, in una partita francamente bruttina, dalla Germania di Matthaus, Brehme, Klinsmann, Rudi Voeller.

Restano due rimpianti. L’aver perso un Mondiale francamente non irrangiugibile. Il fatto che si sia fermata agli ottavi di finale l’Olanda, la squadra con il maggior tasso tecnico di tutti (Rijkard, Van Basten, Gullit, Koeman,), campione europeo in carica.

Il 18 luglio, sempre per il capitolo stragi, vengono assolti in appello tutti gli imputati per la strage di Bologna, del 1980. Come al solito, non è stato nessuno. Un paese di suicidati.

Il mal d’amore scompare, per lasciare il posto ad un altro mal d’amore. Scopro il secondo assioma. Chiodo schiaccia chiodo. Però per trovare chiodi fallati c’è gente più ferrata di altra.

Il 2 agosto Saddam Hussein occupa militarmente uno staterello che la maggior parte degli Italiani faticherebbe a trovare sulla cartina. L’8 George Bush (padre) dà il via all’operazione Desert Storm. La notizia ce la dà in diretta, da Studio Aperto, Emilio Fede, nel cuore della notte. L’Italia manda dei Tornado in appoggio, e nel gennaio del ’91 gli iracheni ne abbattono uno. I piloti, Bellini e Cocciolone, torneranno malconci ma salvi a fine conflitto, nel marzo dello stesso anno. Emilio Fede, sulla vicenda, ci camperà per mesi.

E’ estate. Sinonimo di libri e piscina. In franchezza, le uniche due cose che rimpiango di quel periodo.

Il 20 settembre a Roma, la Commissione Parlamentare stragi, dopo lunga ed attenta riflessione, perviene alla conclusione che sulla vicenda del DC9 abbattuto sui cieli di Ustica nel 1980, sono state perpetrate azioni di depistaggio ed ostacolo alla giustizia. Senza voler fare polemica, tutta roba che potevamo dire anche noi gratis.

Ricomincia la scuola. Mi convinco sempre più che l’adolescenza non è un periodo felice. Tendiamo a rivalutarla invecchiando. Ma io mi son presa un appunto su angolo della Divina Commedia e più di vent’anni dopo, me ne ricordo ancora

Il 1° ottobre, in Ruanda, altro posto che l’italiano medio difficilmente identifica su una cartina, iniziano i primi scontri tra le etnie tutsi e hutu. Ne conseguirà una delle peggiori barbarie del secolo, e se volete saperne (o capirne) di più, andate da giovol, che lì c’è, davvero, tutto.

Il 22 novembre, Margaret Thatcher rassegna le dimissioni da Prime Minister e si conclude un’avventura durata 21 anni. Non sono tra i sostenitori, e se volete comprendere cosa fu, davvero, il thatcherismo, allora leggete la Famiglia Winshaw di Jonathan Coe.

Vorrei andare altrove, fare fantastiche cose, viaggiare molto. E comincio a pensare a come riuscirci.

Il 9 dicembre, Lech Walesa leader di Solidarnosc viene eletto Presidente della Repubblica in Polonia. Succede a Wojciech Jaruzelski, e un cerchio si chiude. La storia, che è migliore degli uomini, ci dirà poi che quell’oscuro generale polacco dagli occhiali scuri, che pareva un rigido uomo d’apparato e un crudele dittatore, risparmiò forse al suo popolo sofferenze peggiori facendo quel che andava fatto quando andava fatto. E’ morto, 91enne, nei giorni scorsi, circondato, anche nel suo Paese da una stima che non è stata postuma.

Un altro anno è andato. Il futuro è un’ipotesi cantava Ruggeri


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