La trama (con parole mie): con l’arresto di Mario Chiesa, nel febbraio del millenovecentonovantadue, ha ufficialmente inizio quella che sarebbe divenuta nota come Tangentopoli. Il mondo dorato della politica e dell’imprenditoria selvaggia degli anni ottanta venne di fatto ribaltato – almeno all’apparenza – da Antonio Di Pietro e dal suo staff, impegnati in un’indagine che costò la carriera ad alcuni dei volti più in vista della cosiddetta “Prima Repubblica”. Attorno alle vicende realmente accadute di quei giorni, assistiamo a quelle di fiction del pubblicitario arrivista Leonardo Notte, pronto ad intuire il futuro di Berlusconi in politica, Luca Bosco, ex rugbista e militare deputato per la Lega Nord, e Luca Pastore, agente di polizia il cui destino è legato a doppio filo con quello della famiglia Mainaghi dal momento in cui, a seguito di una trasfusione ricevuta a causa di una ferita subita durante un’azione, si è ritrovato infetto da HIV, scoprendo che l’origine dell’infezione stessa era legata ad una partita di plasma infetto messo in commercio senza alcuno scrupolo proprio da una delle società del patriarca dei Mainaghi.Che destino riserverà il novantadue ad ognuno di loro?
Quando si parla di serial italiani, normalmente la prima cosa che passa per la mente sono le penose fiction realizzate per i canali nazionali ed i loro diretti concorrenti privati buone giusto per fare il paio con il peggio che la distribuzione nostrana possa offrire al pubblico in sala.Negli ultimi dieci anni – e forse più, a ben vedere – gli unici prodotti che made in Terra dei cachi che paiono aver rotto gli argini ed aver assunto un respiro internazionale – ed una qualità degna di nota – sono stati senza dubbio il grottesco Boris, l’indimenticabile Romanzo criminale e il tanto celebrato ed ancora in attesa di un passaggio qui al Saloon Gomorra.All’uscita di questo 1992, titolo pronto a richiamare un’epoca drammatica e ben precisa che ricordo molto bene anche di persona e a tentare di shakerare cronaca e fiction, dramma e fotografia di un periodo fondamentale per la Storia italiana, per la stessa Sky che aveva di fatto patrocinato i titoli già citati, non nego di aver storto il naso: l’anno che vide l’esplosione di Tangentopoli – partita con un’inchiesta che aveva come bersaglio Mario Chiesa, direttore del Pio Albergo Trivulzio, detto “Bagina”, praticamente a meno di duecento metri da casa dei miei -, la morte di Falcone e Borsellino, l’accordo Stato/Mafia prendere forma, la Prima Repubblica cadere, passato attraverso un velo di finzione data dai protagonisti ed interpretato da Stefano Accorsi, che personalmente – fatta eccezione, in parte, per Santa Maradona – non mi è mai stato simpatico, mi dava l’impressione di una cosa patinata progettata a tavolino che non sarebbe stata affatto in grado di colpire ed emozionare come fu per le gesta del Libanese e dei suoi.Fortunatamente per gli occupanti di casa Ford, mi sbagliavo: a partire dalla fulminante sigla musicata alla grande dal subsonico Boosta fino alla ricostruzione storica, i rimandi di cronaca gestiti ottimamente rispetto alla narrazione di finzione, 1992 ha rappresentato un altro grande successo per la brigata Sky, uno sguardo disilluso e drammatico su un’epoca che avrebbe dovuto segnare un cambiamento profondo nel Nostro Paese ed invece, al contrario, non ha fatto altro che veicolare il cambiamento di pelle di chi si è approfittato e continuerà ad approfittarsi della Legge e della Società per come le conosciamo.Tolti, dunque, il già citato ed irritante Accorsi – che, comunque, con il suo Leonardo Notte finisce anche per starci quasi bene – e la canissima maledettissima Tea Falco – che pure ironizzerà sulla sua incapacità su Instagram, ma resta davvero una delle peggiori attrici che mi sia capitato di vedere sul grande e piccolo schermo -, il risultato è davvero eccellente, dalla rappresentazione di Di Pietro allo sviluppo di un personaggio come Bosco, senza dubbio quello che ho trovato più umano e vivo dell’intera produzione, dal male di vivere tipico di chi torna dalla guerra al legame insolito con il vecchio democristiano in caduta libera suo vicino di casa.Lo spazio, dunque, per i testardi ed i pane e salame, gli arrivisti e “spietati”, i presunti salvatori della Repubblica delle banane – quasi terrificante la rappresentazione dell’eminenza grigia Dell’Utri, così come l’ascesa ancora solo suggerita di Berlusconi e di Forza Italia -, gli idealisti destinati a perdere anche nella vittoria e quelli e quelle che, semplicemente, passeranno, è distribuito con grande perizia e mestiere, coinvolge e conduce ad un finale di stagione che apre le porte ad un certo atteso 1993, che se saprà raccogliere i frutti seminati da questo inizio a tinte fosche potrebbe finire per settare un nuovo standard rispetto alla produzione seriale italiana.Se non altro, da un’epoca senza dubbio buia e drammatica, potrebbe esser e uscito qualcosa di importante, intenso e prepotente come solo le grandi proposte – che si parli di tv o di Cinema – sanno essere.
MrFord
"Rhythm is a dancer
it's a soul companion
you can feel it everywhere
lift your hands and voices
free your mind and join us
you can feel it in the air."Snap - "Rhythm is a dancer" -