1992, la serie - Sogni sporchi e falsi miti
Creato il 15 aprile 2015 da Valentina Orsini
@Valent1naOrs1n1
1992 mette in scena un pezzo di storia letta e vissuta. Oltre i libri di scuola intendo, quindi per le strade, in casa davanti alla tv durante l'ora di cena. La serie creata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo e partorita dalla mente di Stefano Accorsi, racconta il nostro Bel Paese proprio nel momento in cui si gettavano le basi - traballanti, corrotte, sporche, infette, sbagliate - del nostro futuro. Perché in fondo riguarda un po' tutti noi, generazione esplosa negli anni '90.Mentre noi esplodevamo infatti, l'Italia iniziava a perdere colpi, disseminando merda ovunque e mozzando di netto le nostre gambe. Il pubblico più critico e accorto, certo non partiva con troppe pretese, visti i precedenti più che felici di Romanzo Criminale e Gomorra. Nell'accortezza e nel senso critico però, vi è sempre una vena meno lucida che porta gli occhi a guardare le cose in maniera meno distaccata e, di conseguenza, meno critica. Ciò che abbiamo visto nelle serie tv sopra citate, è stato uno spettacolo di violenza e morte, tra storie di borgata e guerre tra clan. Morte e sangue assicurati, potremmo dire. In 1992 accade qualcosa di completamente diverso, il sangue e la morte infatti non si manifestano nella loro interezza, ma ne viene estrapolato ciò che resta in superficie, il substrato delle conseguenze e delle colpe senza colpevoli. Che è un po' il prologo del nostro presente... La serie romanza la storia, inventa personaggi, altri li racconta e a questi si ispira, tra mito e coerenza.A livello narrativo secondo me funziona, più nella messa in scena che nella struttura dei dialoghi. Però anche qui, credo sia tutto molto funzionale al periodo storico.Partiamo dall'esempio più lampante, da colei che da pubblico e critica è stata (lo è tutt'ora) massacrata. Tea Falco alias Bibi Mainaghi. All'inizio, non lo nego, ho avuto il forte desiderio di passare a miglior vita. E vabbè. Poi però ho capito che quel suo svociato e lento modo di essere e di fare, ti fa comprendere meglio il personaggio. Assistiamo infatti al suo cambiamento, alla sua evoluzione della quale ancora (arrivati all'episodio n° 8), non possiamo carpirne l'aspetto ultimo. Chiudo parentesi Falco dicendo che a me, lei, non dispiace affatto. "Da un'idea di Stefano Accorsi", e a me questo basta. Mi innamorai di lui quando era solo un adolescente e frequentava il Liceo Caimani...Da allora devo ammettere, subisco tremendamente il fascino del suo aspetto e muoio al suono della sua voce. Mi fa questo effetto, che vi devo dire?Il personaggio di Leonardo Notte è seducente e funziona, anche se a volte risulta essere inverosimile. Il pubblicitario che la sa lunga su tutto, il filosofo che ammalia quindicenni sfacciate ed eleganti/piene di grana attempate. Il suo passato ogni tanto riaffiora, questa Bianca di cui si sa ancora troppo poco altro non è che un doloroso flashback...attendiamo di sapere di più e non dico altro per evitare di rovinare la visione a quanti ancora non avessero seguito la serie. Illustrando in linea generale 1992, diciamo che quelli erano gli anni dei sogni sporchi e dei falsi miti. Perché esplode Tangentopoli, perché i reduci tornano dalla guerra con storie terribili condannate al silenzio. Perché una Veronica Castello ha un sogno, che non sarebbe sporco, ma ha capito che fa prima a fare la puttana per arrivare dove vuole...Perché un padre abituato alla solitudine e consapevole che "invecchiare fa schifo", sceglie di scendere all'inferno per trovare sé stesso e non ha alternativa. Quando la politica stava diventando ciò che è oggi, ovvero la più grossa e infima promessa non mantenuta, quando noi ci sforzavamo di capire come sarebbe stato il nostro futuro, cosa avremmo dovuto e potuto fare. Beh mentre noi ancora speravamo di cambiarlo, questo mondo, c'era chi ce lo stava già impedendo. Il mio giudizio nell'insieme è più che positivo. La serie è partita con poche aspettative e si è evoluta insieme ai suoi personaggi. Attendo curiosa e prevedo il peggio, anche perché è la storia del mio paese, quello in cui vivo, quello in cui nonostante tutto, "me la cavo".E poi a ben vedere, cosa è cambiato dagli anni delle mazzette e dei sogni sporchi ad oggi?Nel 1992 si parlava di crisi, oggi si parla di crisi e mio nonno continua a dire: "Eeeh, se c'era er Duce". Io continuo a non capirlo, sorrido nonostante tutto.Penso a tutte le donne che hanno ballato sotto le scrivanie dei produttori e mi viene quasi da vomitare e mi si spezza il cuore. Penso alle colpe dei padri, al mito di Orfeo, a un paese pallido e senza futuro.
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