“1Q84” di Haruki Murakami

Creato il 11 gennaio 2012 da Sulromanzo

Il nuovo romanzo di Haruki Murakami, 1Q84, è lungo mille pagine e diviso in tre volumi e due tomi (il primo è da poco uscito in Italia, edito da Einaudi) e a dispetto della mole proustiana sta appassionando milioni di persone in tutto il mondo. Accolto come un capolavoro, è diventato in breve un autentico oggetto di culto, solo in Giappone sono state vendute 5 milioni di copie, poco meno in Corea ed è stato tradotto in 28 paesi fuori dall’Asia.

Alternando la narrazione tra i due personaggi principali, la giovane Aomame, killer fragile e spietata che vendica le donne vittime di violenza e Tengo, schivo ghostwriter di cui Aomame è segretamente innamorata, che deve riscrivere un libro angosciante e pericoloso come una maledizione, la vicenda si snoda tra il mondo reale, è il 1984 e siamo in Giappone, e un mondo parallelo, simile a quello reale eppure diverso e che la ragazza finirà per chiamare 1Q84. Il romanzo inizia con Aomame che, per non arrivare tardi a un appuntamento, scende dal taxi bloccato nel traffico e utilizza una scala di emergenza dismessa che porta al livello del suolo, ritrovandosi in una dimensione nella quale gli orologi levitano, i cani esplodono, un’entità chiamata i “little people” affiora dalla bocca di una capra morta e nel quale esistono due lune nel cielo. Contemporaneamente, Tengo viene incaricato da un editor senza scrupoli di riscrivere il romanzo di una enigmatica diciassettenne che descrive una realtà parallela alla nostra e di piccole creature che si nascondono nel corpo umano come parassiti, guarda caso, i “little people”. Il manoscritto e l’incontro con la giovane scrittrice turbano Tengo finché, un giorno, anche lui vede comparire in cielo una seconda luna e a quel punto comprende che il confine divisorio tra il mondo reale e il mondo parallelo non è mai stato tanto labile. L’anno 1984 è un piccolo omaggio a George Orwell mentre l’idea del romanzo è venuta a Murakami mentre era imbottigliato nel traffico di Tokio. Se si fosse allontanato dall’ingorgo perprendere l’uscita di emergenza - si chiese d’un tratto - il corso della sua vita sarebbe cambiato? È un tema ricorrente nella produzione di Murakami, insieme all’esistenza spaccata in due e all’improvvisa metamorfosi del mondo esteriore, il tutto tratteggiato con un’esposizione al contempo coinvolgente e realistica, mescolata a elementi di onirica follia.

Altro tratto distintivo, l’infanzia infelice dei personaggi. Aomame, ripudiata dalla famiglia, è stata costretta ad andarsene di casa a soli dieci anni mentre Tengo, orfano di madre, non è mai riuscito ad amare il padre. In una intervista, Murakami ha commentato che da piccolo non gli era successo nulla di grave ma che comunque sentiva di aver subito una violenza in quanto i suoi genitori speravano “che lui fosse in un modo, e lui non lo era”. Per sua stessa ammissione, è riuscito a trovare la sicurezza per fare ciò che voleva perché sapeva cosa gli piaceva. Amava leggere. Amava ascoltare musica e amava i gatti. Questo gli dava sicurezza. Oggi ama correre, svegliarsi all’alba e scrivere tutti i giorni fino a mezzogiorno. Dopo la pubblicazione de L’arte di correre è ormai nota la maniacale autodisciplina di Murakami nel sottoporre il proprio fisico al duro esercizio della corsa. Perché scrivere è un’attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che nell’atto creativo si determinano nell’animo di uno scrittore. 1Q84 è un libro che esplora le nostre più cupe ossessioni, è un libro che a tratti risulta insostenibile, che sembra conoscerci e spogliarci delle nostre piccole sicurezze ma è anche un libro che non si abbandona, neanche quando si è arrivati alla fine.

E una volta terminato, si ha la sensazione di averla percorsa anche noi, la maratona, insieme a Murakami, e capisci quanti chilometri possa avere percorso, per arrivare fino a qui.

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