1Q84, Murakami. L’importanza di finire un libro alle quattro del mattino.

Creato il 14 gennaio 2012 da Cuoredilattice @cuoredilattice

Ieri finalmente ho finito di leggere 1Q84,il caso editoriale dell’ “ormai perduto” (cit. dal libro) 2011.

Prima di leggere Murakami,non avendo mai  letto nulla dello scrittore giapponese, mi sono stati dati degli avvertimenti:

- Anche se ti sembra ripetitivo e noioso,continua la lettura. Effettivamente Murakami risulta ripetitivo. Ripetitivo fino alla nausea,soprattutto nella prima parte del romanzo,dove si insiste sempre sugli stessi dettagli e,si sa, quando si indugia troppo su un elemento (per quanto inquietante possa essere) si disperde parte della tensione che invece dovrebbe accumularsi. Ma il suo stile essenziale,paratattico, ha qualcosa di ipnotico. Quelle frasi tutte in fila,in sequenza,hanno un ritmo tutto particolare che rende speciale persino la lettura della lista della spesa. Ciò non toglie che un bel lavoro di editing io l’avrei fatto per sfoltire il malloppo.  700 pagine sono decisamente troppe se non sono riempite come si deve. 

- La storie di Murakami tendono a prendere una piega surreale. Sì, perché ,nonostante le descrizioni estremamente realistiche – a tratti psicanalitiche – dei personaggi, l’universo di Murakami si arricchisce di elementi fantastici,onirici. La realtà iperuranica del sogno,della metafora fantastica,del simbolo, si confonde continuamente con la concretezza della quotidianità, analizzata fin nei più piccoli particolari: quasi maniacale è Murakami nella descrizione dell’abbigliamento (a tratti sembrava di leggere una fashion blogger dato la valanga di marche citate,ce n’era veramente bisogno?),della preparazione del cibo, della vita sessuale dei personaggi. Personalmente, non ho paura dell’irreverenza dell’elemento fantastico in un racconto,anzi. Uno scrittore deve osare,essere coraggioso,saper stupire. Non ho i gusti letterari di mia nonna,ringraziando il cielo. E se un romanzo prende una svolta surreale,ben venga. Anche perché leggere per 3/4 del libro cosa si cucina Tengo a cena o come si veste Aomame per andare a fare stretching sarebbe stato francamente noioso,per quanto l’esperimeno feticista interessante. Parliamoci chiaro: se non ci fossero stati i Little People e i riferimenti alla distutopia Orwelliana avrei scartato questo romanzo,classificandola come robetta per trentenni dissociati.

- E a proposito di trentenni dissociati, l’ultimo avvertimento è proprio sui personaggi: un lettore accanito di Murakami mi ha fatto notare che i protagonisti del libro siano figurine già utilizzate da Murakami in molti suoi romanzi. Prototipi riciclati di personaggi che lo scrittore ripropone in varie salse. Beh,allora,menomale che questo è il primo libro che leggo di Murakami! Personalmente queste polemiche non le capisco. Ogni artista ha le proprie ossessioni. Un personaggio-fotocopia è presente e riconoscibile nelle opere di qualunque scrittore: l’inetto, l’alienato, il folle, il sognatore. Mi dispiace far notare come dopo le tragedie greche,c’è ben poco altro da fare. Ci hanno batutto sul tempo,hands down. In realtà,quello che ho notato è che i protagonisti di 1Q84 corrono il rischio di scivolare nell’effetto solitudinedeinumeriprimi (un libro orrendo che augurerei solo al mio peggior nemico per illuderlo di essere provvisto di una qualche profondità). Sono infelici,solitari, con diversi problemi psicologici. C’è il pericolo che si scada nel becero dramma piagnucoloso. Ma Murakami li salva. E salva noi da 700 pagine di piagnisteo. Certo, Tengo è abbastanza passivo (e l’ho odiato abbastanza) ma Aomame (per quanto la sua perfezione mi dia spesso sui nervi) è dinamica, completa (perfetta fuori, un disastro dentro). Quelli che mi convincono di meno sono i personaggi surreali come il Leader (di cui si è detto veramente troppo poco) e Fukaeri (troppo stralunata per non essere presa a badilate) ma confido nel prossimo volume della trilogia (sì,è una trilogia e io non lo sapevo fino a mezz’ora fa,il che mi ha fatto rivalutare di molto il finale).

Fortunatamente i dubbi sono stati dissipati in fretta. E Murakami sforna una storia originalissima,che trascende e raccoglie diversi generi letterari,che arriva a toccare punti altissimi della narrativa. I piani temporali si intersecano tra passato e presente, sogno,realtà e c’è spazio anche per la metaletteratura e il citazionismo musicale. Un romanzo stratificato e denso.

La trama viaggia su due binari,due universi,due protagonisti, due lune: Aomame,una killer che si redime grazie all’amore verso un ricordo, e Tengo, un complesso di Edipo ingombrante, un gigante solitario che per tutto il romanzo si fa trascinare in balia degli eventi per poi nelle ultime pagine del romanzo “andare nel paese dei gatti” e prendere una decisione fondamentale: “Trovare Aomame”. Nel frattempo intervengono elementi esterni disturbanti o risolutori : Fukaeri, una bellissima diciassettenne con una storia da raccontare, il Leader,una sorta di Grande Fratello che spadroneggia su una setta di fanatici ma soprattutto i Little People,entità misteriose e inquietanti che mi hanno fatto dormire con un occhio solo per dieci giorni di fila,intenti a costruire un oggetto misterioso e magico: la crisalide d’aria. Come si intrecciano tutti questi elementi? In che modo sono collegati?

Purtroppo non ci sono ancora risposte precise visto che in Italia dovremmo aspettare l’autunno del 2012 per il terzo volume della trilogia mentre il resto del mondo è da Aprile 2010 che sa come si chiuderà il cerchio del mondo fantastico costruito dalla mente dello scrittore. Non vi sentite fortunati anche voi ad essere nati in Italia? Io,sì,molto.    

Un’altra discutibile scelta della Einaudi è stata quella di svelare un colpo di scena fondamentale per il romanzo nel retro del libro. Voglio dire: il fatto che Tengo e Aomame vivano in due realtà diverse (No,questo non è SPOILER,visto che l’Einaudi ha deciso di inserirlo nella striminzita trama) è un dettaglio che viene svelato solo negli ultimi capitoli (anche se diversi indizi sono disseminati per tutto il romanzo)  quindi perché rovinare la sorpresa? Immagino faccia parte dell’operazione  “packaging più mediocre della storia  per uno dei libri più attesi della contemporaneità”. Copertina anonima,banale che puzza di occasione sprecata per un romanzo che possiede riferimenti orwelliani,elementi onirici e inquietanti abbastanza da pensare come minimo a farci un concept,anche elementare,a riguardo. Invece,no. Copertina bianca con una donna/bambina androgina che si specchia per strizzare l’occhio al tema del doppio che attraversa tutto il romanzo. Lo specchio per il doppio. “Avanguardia pura”.

Sotto invece potete ammirare le diverse edizioni straniere del libro:

A prescindere da queste note editoriali (si fa per chiacchierare,suvvia), il libro è il migliore che abbia letto quest’anno. Non perché sia privo di difetti,al contrario (vd sopra). Bensì perché la curiosità, il coinvolgimento e il prurito celebrale che mi ha provocato la storia me ne hanno fatto dimenticare.

Cos’è che ci fa esclamare: “Questo libro è un capolavoro” ? Non è forse l’impatto che la storia ha su di noi? Non può essere solo lo stile di un autore ad ammaliarci,ci dev’essere qualcos’altro. I tromboni della critica vogliono farci credere che certi romanzi incomprensibili e cervellotici siano alta letteratura, magari snobbando King. Ma i libri che “cambiano il mondo”, o meglio, la visione che abbiamo del mondo, sono quelli che hanno grande impatto sulla cultura pop, che lasciano un’impronta ben visibile sul terreno. I libri che fanno discutere,che animano. I libri che tengono svegli fino alle quattro del mattino,che tolgono il sonno. Ora,prima di gridare al capolavoro, devo certamente aspettare che esca l’ultimo volume della saga,altrimenti sono tutte elucubrazioni sterili, aria fritta.

Però non posso certo ignorare la miriade di punti interrogativi sorgono nella mente dopo aver chiuso il volume di Murakami e allo stesso tempo si cerca di darsi delle risposte, delle interpretazioni ai simboli (symbolon, dal greco, mettere insieme due parti distinte, due pezzi) disseminate nella storia.

 - Chi sono i Little People e agiscono spinti da che cosa?
 - Cos’è che permette ai protagonisti di crearsi passaggi tra i due mondi?
 - La Fukaeri che entra a contatto con Tengo è una daughter (ombra dell’anima) o una mother?
 - In che modo agiscono e interagiscono perceiver e receiver?

Non so se 1Q84 (a proposito si legge Uno,cchiu,otto,quattro) mi deluderà alla fine, se si ridurrà tutto in una bolla di sapone. Le stesse sensazioni all’inizio me le dava Lost, che poi mi ha lasciato in bocca una delusione amarissima. Speriamo che la storia non si ripeti.

In un certo senso è sbagliato parlare di un’opera quando ancora è incompleta ma,d’altronde, questa non è una recensione,sono solo note a margine di una lettrice esigente. 



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