Quest’anno per ricordare la strage alla stazione di Bologna, per ricordare 85 morti, per ricordare centinaia di feriti, per ricordare la mia città ferita che in quell’occasione perse, per sempre, la sua innocenza non scriverò nulla di mio, nulla di personale come avevo fatto gli anni passati.
Voglio, invece, riportare questo post di RossiOrizzonti dedicato ad Angela Fresu che avrà tre anni per sempre e di cui non fu ritrovato il più piccolo frammento della sua esistenza.
Angela Fresu avrebbe oggi appena trentatre anni.
Forse Angela sarebbe alla vigilia del suo matrimonio, forse sarebbe innamoratissima di un ragazzo conosciuto all’università, forse sarebbe in vacanza, in questo momento, in un isola del Mediterraneo, vacanza meritata dopo undici mesi di lavoro in fabbrica e la fine di un amore.
Forse avrebbe un ricordo vago di quel viaggio in treno con la sua mamma, quando aveva appena tre anni, e le case scorrevano via tanto veloci, e lei le salutava con la manina, e la mamma aveva tirato fuori dalla borsa la bottiglia dell’aranciata, e lei aveva bevuto e l’andare sconnesso del treno le aveva fatto cadere qualche goccia della bibita sul vestitino nuovo, comprato apposta per le vacanze, e allora lei si era messa a piangere, ma poi si era addormentata, e quando si era svegliata il viaggio era già finito. Forse si ricorderebbe di quel primo viaggio, e ogni tanto ne parlerebbe con sua madre, Ti ricordi, le direbbe, ti ricordi quella volta che siamo andate in vacanza sul lago?
Ma non c’è stato nessun viaggio, per la piccola Angela. La vita le è stata sottratta ancora prima che il viaggio iniziasse.
Ha volato, Angela.
Il suo corpo è saltato in aria nella sala di aspetto della stazione di Bologna il 2 agosto 1980.