Seconda della serie , questa poesia di Govoni ,ci addentra nei ricodi della fanciullezza immaginata all' interno di una CASA tanto protettiva come quella paterna magari in un paese delle nostre belle provincie picinali
Buio. E' la sera dell'Ascensione.
Le cugine ànno inaugurato una veste.
Ora la strada s'anima di peste.
Le donne son tornate da benedizione.
Nella cucina, nel paiolo rattoppato
la polenta solleva delle bolle.
Sul tagliere si tagliano le cipolle.
Il merlo sta vicino al fuoco: è un po' malato.
Si apparecchia, e si accende la lumiera.
L'orologio coi suoi rosolacci
segna l'ora di notte tra gli stracci.
L'insalata con l'uova è pronta nell'insalatiera.
Il crepuscolo è d'un lilla soave.
I passerotti si rifugian nel pagliaio.
Le galline tardive corrono nel pollaio.
Sbatte una porta. Gira stridendo una chiave.
C. Govoni
Govoni Corrado nacque a Tamara,(Copparo, 29 ottobre 1884 – Lido dei Pini - Anzio, 20 ottobre 1965) una frazione del comune di Copparo, in provincia di Ferrara da una famiglia di agricoltori benestanti, e senza compiere studi regolari iniziò a lavorare nell'azienda familiare.
Esordì giovanissimo, già nel 1903, pubblicando a sue spese due raccolte di versi intitolati Le fiale e Armonie in grigio e in silenzio, presso la casa editrice Lumachi di Firenze, nelle quali prevalgono i toni crepuscolari.
Dopo la pubblicazione de Le fiale, si dedicò soprattutto all'attività di scrittore collaborando alle riviste Poesia, Lacerba, e Riviera Ligure diretta da Mario Novaro.