È la data di un semplice incontro seppure desiderato, quello col professor Massimo Pittau, linguista, scrittore e storico, pilastro illuminante di quella nostra cultura isolana e non più isolata, a cui, molti, da sempre, vorrebbero accedere.
Del professor Pittau sapevo poco, ma, da qualche anno, divenuto internauta, e frequentando il sito di Rina Brundu (che ho pure conosciuto personalmente), ho potuto approfondire quel mio sapere. È stato così che ho scoperto un Massimo Pittau, professore e ordinario di linguistica sarda presso la facoltà di lettere dell’Università di Sassari, diverse lauree sulle “spalle”, ancora belle dritte con le sue 92 primavere, nonché infaticabile autore di una infinità di libri, quasi tutti sulla sua Sardegna e sulla filologia della lingua sarda. Ha scritto persino un volume titolato “Poesia e letteratura – Breviario di poetica “ (Brescia 1993), premiato a Pisa nel 1995.
Leggere fa sempre bene, come l’ascoltare, lo dicono tutti o quasi, ma io lo faccio da ragazzino, da pitzinnu pizoni, (bambino sveglio, monello) che voleva e vuole ancora sapere.
In questo contesto è diventato molto evidente, per me, il segno lasciato dal professor Pittau sul sito di Rina e non solo perché vi sta pubblicando il Nuovo Vocabolario della Lingua Sarda, dall’A alla Z, con relativa traduzione in italiano, ma anche per l’attenzione che dedica a ciascun lemma, sostantivo, aggettivo o verbo, coi loro accenti e movimenti labiali, coi loro significati originali, con una precisione maniacale ma dotta. Mi sto accorgendo allora di quanto Amore questo signore stia dedicando alla sua terra e, direi, anche a tutti noi che dovremmo leggerlo; e prima di tutto dovrebbero leggerlo i nostri giovani, imbizzarriti da nuove e fantasiose liturgie verbali e linguistiche, (anche letterarie), dove la lingua madre, fra pochissimo, sarà misconosciuta, poco usata, se non si sarà costretti ad abbandonarla del tutto…diventerà insomma un prodotto!, ahimè! e pochi l’acquisteranno.
L’incontro-colloquio è durato qualche ora e di certo io sono diventato più “ricco” per il solo esserci, seppure provavo un certo affanno quando Enrico Porqueddu, l’ex direttore de Il sassarese, presente con me a quell’incontro, si “affannava”, pure lui, a raccontare la sua storia giornalistica che lo stesso professore già conosceva.
Del professor Pittau desidero sapere ancora molto e di più, se mi sarà permesso.
La sua storia è una vita esemplare e da quella sono rimasto attratto. Ad un tempo mi hanno colpito il suo sapere e la sua umanità. Finalmente una bella notizia e, credetemi, dati i tempi, è una delle poche!
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