Eruzione del vulcano islandese Eyjafjoll (che l’ultima volta era stato attivo tra il 1821 e il 1823). La nube di cenere provoca l’evacuazione di circa 600 persone e soprattutto la chiusura degli spazi aerei e di vari aeroporti, dal Regno Unito all’Italia, bloccando i cieli d’Europa per una settimana e causando alla compagnie aeree danni per milioni di euro. Il 4 maggio si verifica un aumento dell’eruzione e delle missione di cenere, e migliaia di voli vengono ancora una volta cancellati. Il 29 agosto, a Sumatra, in Indonesia, si risveglia dopo 410 anni il Sinabung.
La piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, affiliata alla Bp, al largo della costa della Louisiana, provoca il disastro ambientale più grande della storia degli Stati Uniti. La piattaforma esplode, si incendia, muoiono 11 uomini. Due giorni dopo si rovescia e le valvole di sicurezza, all’imboccatura del pozzo a 1.500 metri di profondità, non funzionano: il greggio fuoriesce per 106 giorni, 15 milioni di barili di petrolio si riversano nel Golfo del Messico. Il 19 settembre il pozzo viene cementato. Barack Obama chiede i danni alla Bp.
La rivolta degli studenti
Sciopero della scuola contro la Riforma Gelmini per l’Università, ovvero il ddl S.1905 (alle scuole superiori si era provveduto con la legge 6 agosto 2008, n. 133, e la legge 30 ottobre 2008, n. 169). Gli studenti universitari e i ricercatori si mobilitano e occupano il Colosseo, la Torre di Pisa, stazioni ferroviarie, autostrade, i tetti degli atenei. Il 30 novembre la Camera approva il disegno di legge. Dario Franceschini, Pd, parla di «riforma fatta solo di tagli». Prima del passaggio al Senato, si attende che il governo il 14 dicembre ottenga la fiducia.
La diplomazia messa a nudo
Il sito internet WikiLeaks lancia in rete i documenti riservati della diplomazia Usa: oltre 200mila file, di cui 3.012 sull’Italia. Dai giudizi sferzanti dei diplomatici statunitensi non si salva nessun Premier del mondo. Il 3 dicembre il sito si oscura per 6 ore dopo attacchi informatici. Julian Assange, fondatore di WikiLeaks (minacciato di morte), interviene in chat sul Guardian: «Se ci succede qualcosa i documenti più importanti saranno diffusi automaticamente». Il 6 dicembre si consegna alla polizia londinese inseguito da un mandato di arresto per stupro.