2010 Rewind Made in Italy (Prima parte): Paolo Conte, Iosonouncane, Ardecore, Marlene Kuntz e altri.

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing

Continua il nostro "tour" per riscoprire il 2010. Un appuntamento che proporremo per tutti il periodo estivo (tutti i sabato) e se vi garba continueremo anche una volta finita la stagione. Andremo a ripercorrere il 2010 attarverso i dischi più significativi. Ogni volta presenteremo da 5 a 10 album che sono legati da un sottile filo. Le altre volte come filo conduttore abbiamo scelto l'elettronica, la musica classica, i violino,  il post-punk e la settimana scorsa i songwriters stranieri. Questa settimana siamo andati a pescare dalla scena italiana e quanto di buono ci ha offerto l'anno passato. Questa è la prima parte. Ne seguirà una seconda la settimana prossima.



NELSON – PAOLO CONTE. Paolo Conte è proprio come il buon vino. Invecchia e non da segno di cedimento. L’album non sconvolge sicuramente il mondo musicale, ma rappresenta comunque un gran bel disco (dedicato per l’appunto al cane Nelson). Si inizia subito con Tra le mie braccia un pezzo jazzato lento, quasi tutto voce  e pianoforte, emotivamente molto d’impatto. Di tutt’altro piglio la successiva jeeves dalle sonorità molto anni 50 (con cui paolo Conte si diverte da sempre) e con più ritmo rispetto alla prima. La superba Enfant Prodige è Paolo Conte, la sua ballata classica. Dalla bellissima e strumentale Clown, si passa ad un altro pezzo tipico come Nina per arrivare allo swing in leggero crescendo di galosce selvagge. E poi c’è storia minima, la mia preferita del disco, che è tutta un brivido. In c’est beau (che a dire il vero non mi piace molto) compare una voce femminili e frammenti di elettronica; massaggiatrice e sarah sembrano una replica di enfant prodige (anche se la seconda è molto più ricercata ed elaborata anche grazie ad atmosfere quasi trip-hop). Sorprendente anche la circense e teatrale Sotto la luna bruna, seguita dall’arrangiamento etereo di Suonno è tutt’o’ suonno quasi recitata in Napoletano; evanescente loas amantes del mambo, il disco si chiude con la tesa L’orchestrina con i fiati protagonisti nei ritornelli e violini nelle strofe e con i suoni tipici di Conte in Bodyguard for myself.
 

SAN CADOCO – ARDECORE. L’Italia è risucita a sfornare gran bei dischi l'anno scorso. E il doppio disco degli Ardecore (il primo di inediti e una cover e secondo una rivisitazione di pezzi della tradizione romana)  è un gran bel concept album basato sulla figura di San Cadoco per l’appunto. Le sonorità si mantengono fra un rock tenebroso (Io de’ sospiri) , il prog-rock  (Meravigliosamente, Oggi è domenica) un folk popolare che vira sul rock (Tentazione, San Cadoco, Non si può e in generale il secondo disco).

RICOVERI VIRTUALI E SEXY SOLITUDINI – MARLENE KUNTZ.  Il Ritorno per una delle band migliori del panorama italiano degli ultimi 20 anni: in questo disco molti sono gli ammiccamenti al passato con un suono più nervoso e teso rispetto all’ultimo album, di cui comunque parte del sound è ancora presente. E questo si tarsmette anche nei testi, più urlati, alcuni meno complessi, ma sempre efficaci. Il primo pezzo “Ricoveri Virtuali” è un attacco agli emule-addicted che scaricano roba senza rispetto per l’artista. Paolo anima salva (nel testo viene citato De andrè non a caso) è il singolo di lancio e non a caso è quello meno elaborato e più vicino alle ultime sonorità. Invece le successive orizzonti (pezzo veloce e tipicamente dei primi album) e Io e me (con un testo superiori alle altre) fanno sentire quel ritorno alle origini grazie a chitarre più ruvide con piccole distorsioni elettroniche. Vivo e Oasi sono canzoni più tranquille con forti richiami psichedelici; le successive Un piacere speciale e l’artista sono a livello di piacere personale e di interesse musicale all’opposta: la prima insipida, la più brutta del disco; mentre la seconda la più interessante  e ricercata, con una progressione da paura! Bellissima anche la successiva Pornorime dove la voce di godano si esalta attraverso un’altra invettiva in stile ricoveri virtuali. Ancora forti richiami psichedelici nella suggestiva L’Idiota; conclusione affidata alla stupenda liricità di Scatti. Bel ritorno per i Marlene.

IL GIOCO DEL SILENZIO – NICHELODEON. Che disco. Incredibilmente folle, fuori da ogni schema basato sull’improvvisazione e la distorsione jazzistiche e d’avantgarde (e la presenza di influssi elettronici),  con dei testi che rispecchiano alla perfezione l’inclinazione ad essere genialmente fuori dal comune. Basti sentire la soffocante Apnea, le “spaventosa” fame e Il giardino degli altri , la suggestione che danno Fiaba e  Amanti in guerra. Imperdibile

LA MACARENA SU ROMA – IOSONOUNCANE. Genio, genio e ancora genio. Un ritratto dell’Italia ironico e sfacciato accompagnato da una miscela di pop-rock, avant-rock e elettronica e altre varie venature. Oltre ad una scrittura di altissimo livello, ottimi arrangiamenti (per credere basta ascoltare quello di Grandi magazzini pianure e la Macarena su Roma). Canzoni tutte interessanti ma il corpo del reato, il sesto stato, torino pausa pranzo hanno quel qualcosa in più.

STORIE DI NON LAVORO – GIUBBONSKY. Uno straordinario esordio per questo cantautore italiano che si rifà ai songwiter nostrani dei primi anni 70 e che ricorda anche i più bravi e recenti Capossela (per alcune sonorità) e (per la capacità di scrittura) Godano e Bianconi, affrontando temi sociali in modo originale. Non lavoro, Rio Preca, Città blindata (ma dovrei citarle tutte) davvero notevoli.

NO
USA! NO UK!  - NOBRAINO Un gruppo italiano che non ti aspetti, che si rifà molto al cantautorato italiano di Vinicio Capossela e bandabardò strizzando l’occhio a sonorità leggermente più rock come quelle dei baustelle. Alcuni testi notevoli come Narcisisti Misti e L’Onestà Monarchica. Bella ed intensa anche La ballata stocastica e simpatica Chi me l’ha fatto fare. Non mi convince tanto invece il singolo di lancio, la giacca di Ernesto. Questo disco poteva essere qualcosa di più ma alterna punte alte citate prima, a punte più basse soprattutto dal punto di vista musicale, in quanto alcune canzoni sembrano una semplice variante di quelle precedenti. In ogni caso un buonissimo disco che non ha nulla da invidiare all’ultimo dei Baustelle. Canzoni migliori: Grand Hotel e L’onestà monarchica.

SANGUE BIANCO   - GIANCARLO ONORATODisco vellutato e poetico (non a caso vi sono anche delle poesie musicate nel disco come Io ti battezzo) dalle sonorità sofisticate, anche se a volte ridondante. Una bella boccata d’aria rispetto al solito cantautorato italiano. La miglior è sicuramente il carnevale dei morti che supera di poco Il tuo venire nella mia classifica personale di questo disco.

QUINDI? – MAX GAZZE’. Uno dei migliori cantautori italiani torna con un disco abbastanza godibile, forse tra i più importanti per quanto riguarda la parte dei testi, un po’ meno per gli arrangiamenti. Ed è proprio questa assunzione si riassume nel singolo di lancio Mentre Dormi. Storie crudeli, Dna e a cuore scalzo le migliori del disco.


Nicola Orlandino
 

Miniplaylist: 1 pezzo per ogni artista

Storie Crudeli - Max Gazzè
Claustrofilia - Nichlodeon
Il carnevale dei morti - Giancarlo Onorato
Torino Pausa Pranzo - Iosonuncane
Grand Hotel - Nobraino
Senzacqua - Giubbonsky
Scatti - Marlene Kuntz
Tentazione - Ardecore
Storia minima - Paolo Conte


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