2010 Rewind Made in Italy (Seconda parte): Massimo Volume, Zeus!, Non voglio che clara, Beatrice Antolini, We Love e altri

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing

Continua il nostro "tour" per riscoprire il 2010. Un appuntamento che proporremo per tutti il periodo estivo (tutti i sabato) e se vi garba continueremo anche una volta finita la stagione. Andremo a ripercorrere il 2010 attarverso i dischi più significativi. Ogni volta presenteremo da 5 a 10 album che sono legati da un sottile filo. Le altre volte come filo conduttore abbiamo scelto l'elettronica, la musica classica, i violino,  il post-punk e la settimana scorsa i songwriters stranieri. Questa settimana siamo andati a pescare dalla scena italiana e quanto di buono ci ha offerto l'anno passato. Questa è la seconda parte. Giovedì seguirà una terza parte.



 

CATTIVE ABITUDINIMASSIMO VOLUME. Questo disco avrebbe meritato sicuramente una un commento più esteso e approfondito. Ma non l’ho fatto perché è un disco così intenso, ben scritto e pregno di significato e qualsiasi parola sprecata per commentarlo sarebbe stata superflua. Dico solo che è un disco, che aldilà di ciò che vi piace, dovrebbe essere sentito perchè oltre che un album potrebbe essere considerato un vero e proprio audio-libro. Le mie preferite: Fausto, Litio, Robert Lowell e In un mondo dopo il mondo.
 

ZEUS! – ZEUS!. Bell’album strumentale trascinante solo basso (calibro 35) e batteria (Jennifer Gentle): energia. Rumore assordante, puro punk-rock ‘n’roll perfettamente suonato. Vi consiglio in particolare Giacomo leopardi e Turbo pascal.

 

NON VOGLIO CHE CLARA – DEI CANI.  Un disco pop d’autore di questo fantastico gruppo bellunese che fa onore all’elite di cantautori italiani recenti e passati; ha nei testi il suo punto di forza, accompagnate da melodie molto ben strutturate e una voce molto suggestiva. La mareggiata del ’66 ci introduce già in queste atmosfere. Il tuo carattere e il mio invece nelle strofe risulta un po’ cupa, con distorsioni di suono e invece si addolcisce nei ritornelli. Arriviamo poi a “le guerre” che ci sprona su come affrontare le sfide quotidiane. Nostalgica e senza tempo gli anni dell’università, così come gli amori di gioventù che però sia musicalmente che a livello di scrittura è decisamente superiore. L’incosolabile sembra una canzone uscita da un album dei baustelle; l’estate e il dramma della gelosia invece hanno una base molto classica con un inizio di pianoforte per concludersi poi quasi in un psych-pop molto ad effetto. L’amore ai tempi del kerosene mi da di classico ballatone italiano e non mi convince moltissimo. Il disco si chiude con due dei pezzi migliori dell’album: Secoli (un bel folk dal testo convincente) e La stagione buona (che riprende il tema classico).
 

GRANCASSA – TENEDLE. Fra le migliori novità dell'anno passato. Sonorità differenti e arrangiamenti originali tra leggerezza chitarristici, elementi elettronici e influenze jazzistiche con una voce calda e dei testi sicuramente sopra la media, anche se non mancano i momenti banali (Hikikomori e Le cose infinite). Egocentrifugo, In una catapulta, Hai fai,La cura del suono le mie preferite.
 

KARAOKE BLUES – DANIELE MAGGIOLI. Ottimo secondo album per questo cantautore italiano che già mi aveva colpito con il primo album. Testi ottimi tra citazioni letterarie e ironia accompagnato da arrangiamenti molto ben costruiti e che non fanno solo da contorno a quello che Maggioli vuole esprimere. E per accorgersene sentite alla ricerca delle unghie perdute (con intensi riff di chitarra che ricordano lo stile di Bugo) o la chitarra in un giorno d’autunno o in Marcel proust (dove anche il piano è degno di nota).
 

THE WAY OUT – DOMENICO CATALDO. Sono pochi in Italia a provare la strada della prog-fusion e Domenico Cataldo con la chitarra e progressioni protagoniste, lo fa molto bene e con coraggio proponendo un disco interamente strumentale. 7 brani con momenti più intensi (The Way Out) e altri più quieti (Pay Attention, Awaiting) tutti da godere. In poco più di mezz’ora l’intero album riesce a trasmettere tanto soprattutto con canzoni come Awaiting e I’m searching for a new identity.
 

BIOY  - BEATRICE ANTOLINI.  Tra le cose più buone della scena nascosta italiana c’è Beatrice antolini che ha il coraggio di proporre un disco altamente sperimentale con discreto successo passando dal synth-pop ad atmosfere più psichedeliche (anche grazie all’aiuto della eterogeneità della strumentazione). Inoltre la sua voce molto particolare rende il tutto molto gradevole. Consigliate Nigh shd e We’re gonna live.
 

23 – LE MASCHERE DI CLARA.  Gruppo italiane di belle speranze che si presenta con un ep di quattro canzoni miscelando il prog-rock con l’incursione di strumenti come violino (Straordinario l’uso fatto nella scala di escher) e pianoforte e un cantato-parlato nello stile dei massimo volume, anche se forse un po’ più urlato (frammenti e sogni estinti). Porpora la mia preferita che ha una progressione pazzesca.
 

WE LOVE – WE LOVE. Duo italiano di enorme interesse che produce un disco essenzialmente elettronica toccando vari generi dallla elettro-dance-pop , al dub e anche tonalità trip-hop. No Train, No Plane and Ice Lips quelle che mi hanno maggiormente impressionato.
 

ROTTEN ROMA CASINO – SPIRITUAL FRONT. Voce che ricorda una miscellanea fra Cave, Morrisey e Tom Waits (ma c’è anche la voce femminile), una tristezza che si distende attraverso un indie-rock accompagnatoche prende anche pieghe folk (anche grazie ad alcuni arrangiamenti orchestrali). Ricordano molti i Birthday Party e in genere l’esperienza di Nick Cave e Tom Waits e condividono qualcosina, lievemente,  anche con i primi franz Ferdinand. Dimenticavo: sono italiani e con una bella storia lle spalle! The Days of Anger e Cold love in a cold coffin le migliori.

Miniplalist: 1 brano per ogni artista


The Days of ANger - Spiritual Front
Ice Lips - We Love

Gli Anni Dell'Univeristà  - Non voglio che clara
Le nostre ore contate - Massimo Volume
Zeus! - Giacomo Leopardi
Piece of Moon - Beatrice Antolini
Viale John Lennon - Daniele Maggioli
Porpora - Le Machere di Clara
The Way Out  - Domenico Cataldo
La cura del suono - Tenedle


 


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