2010 Rewind: The Natonal, Massive Attack, Black Keys, Jose James, Erland and the Carnival, Alcest, Morcheeba

Da Sonofmarketing @SonOfMarketing

Ultima tappa del nostro "tour" per riscoprire il 2010.  Abbiamo ripercorso tutto il 2010 attarverso i dischi più significativi e sicuramente in questo 15 "episodi" ne avremo dimenticato qualcuno. Ogni volta abbiamo presentato da 5 a 10 album (alcune volte anche di più) che sono legati da un sottile filo. Le altre volte come filo conduttore abbiamo scelto l'elettronica, la musica classica, il violino,  il post-punk, i songwriters stranieri, gli artisti italiani (a cui abbiamo dedicato tre articoli), l'alt-rock, il pop, il post-rock, il psych-rock, l'industrial. Per gli ultimi tre appuntamenti con il 2010 Rewind non vi sarà nessun filone ma proporremo quei dischi che non siamo riusciti ad inserire nei precedenti articoli. Dal prossimo sabato ci sarà una nuova rubrica intitolata "SoM Discovery".


HIGH VIOLET - THE NATIONAL. Uno dei dischi chiave della passata stagione. Difficile etichettarli: vengono classificati come indie rock e post-punk revival. Penso che la seconda definizione sia quella più vicina (ma none esaustiva) considerando che il loro sound rimanda molto quello di fine anni ’70, periodo di esplosione della new wave. Questo disco ha un’atmosfera cupa e intimista senza mai annoiare. Si apre con la splendida “Terrible love” pezzo che comincia lentamente ed esplode nel finale. Il disco si fa più “sinistro” man mano che si va avanti e lo dimostrano due pezzi come Sorrow, anyone’s ghost (la meno oscura di questo terzetto) e uno dei pezzi più belli dell’album “Little Faith”. "Afraid of everyone" è agghiacciante, mentre con Bloodbuzz Ohio abbiamo un cambio di ritmo e di tonalità. Se Lemon World non aggiunge nulla al disco, sorprende la splendida Runaway con risvolti cantautoriali alla Lou Reed; il disco si conclude con il terzetto Conversation 16 (quella che mi piace meno del disco), "England" (il crescendo alla fine è uno dei momenti più belli del disco) e la sublime "Vanderlyle Crybaby Geeks". Canzoni preferite: Terrible love, Vanderlyle Crybaby Geeks, England e Runaway.

BLOOD LIKE LEMONADE – MORCHEEBA. Il 2010 ha visto il ritorno di molte band che ripropongono il primo disco di inediti dopo la reunion. Il ritorno di Skye nei Morcheeba segna un ritorno al passato per la band con sonorità soft, quasi trip-hop contornati dalla splendida voce della cantante britannica. Il disco risulta gradevole e  fila liscia come l’olio e la direzione che prende si capisce si dal primo pezzo “Crimson” una delle più penetranti di tutto il disco che è seguita dalla più poppeggiante Even Tough, per passare alla title-track che fa molto Portishead. La voce di Skye sparisce nella strumentale ma affascinante Mandala, per riapparire splendidamente in I am the spring, tanto semplice quanto bella. Seguono le languide Recipe for disaster e Easier said than done che seguono l’andazzo dell’album per poi proseguire con l’aspra (voce si skye assente) Cut the Chase. In conclusione la più onirica delle tracce Self made man e la più “sexy” Beat of the drum. Tracce preferite: Beat of the drum, Blood like lemonade, mandala, i am the spring.


BLACK MAGIC – JOSE JAMES. La musica black/jazz non è stato il mio genere preferito, ma questo disco farebbe cambiare idea anche ai più fodamentalisti. Questo disco di questo artista dalla voce incantevole mi ha sorpreso in positivo per la sua capacità di non annoiare mai e per la dinamicità di un paio di pezzi dove entra in gioco l’elettronica (in altri l'hip-hop).

ECAILESS DE LUNE – ALCEST. Un disco fatto di sole sei tracce ma che riesce a trascinarti in viaggi mentali unici. Questa band francese che si sposta dal post-rock, all’alternative per sfociare a volte in suoni più duri e metal, riesce a trasmettere sensazioni forti fra il tetro e il sognante prima col suono e poi con una voce appena sussurrata ma urlata allo stesso tempo, a partire dalle prime canzoni Ecailess de lune (part 1 e 2) e per finire con Sur L’ocean colouer de fer. Disco che poteva essere un capolavoro d’annata se non fosse per la bella ma fuori luogo Solar song.

BROTHERS – BLACK KEYS. 15 brani e una sorpresa continua.  Ascolti per caso Tighten up e te ne innamori. Uno degli album migliori del 2010. Difficile scegliere un pezzo preferito, anche se preferisco sicuramente quelli che miscelano blues e rock. Ma questo disco non è solo questo e ospita più sonorità che spaziano dal funk, al rock e parenti, blues. Il tutto ci riporta agli anni 70 di Jimi Hendrix e Rolling Stones e alla black music: ma non è una copia di quel tipo di musica, perché i Black keys ci mettono del loro.Canzoni preferite: sinister kid, next girl, never gonna give you up.
 
ERLAND AND THE CARNIVAL ERLAND AND THE CARNIVAL. Anch'essi sono difficili da inquadrare in un genere visto che si possono riconoscere più stili fra i quali il rock, la folk il semplice pop accomunati dalla psichedelica e da una vena malinconica. Si parte dalla stupenda Love is a killing thing che inizia dolcemente per poi esplodere nella pura psichedelica per poi passare alla “scanzonata” trouble in mind e poi alla piu folleggiante e divertente You don’t have be lonely e alla scoppiettante One morning Fair che racchiude tutto ciò che rappresenta questo gruppo. Il disco si conclude con la splendida Echoing Green dalle atmosfere dream. Canzoni preferite: trouble in mind, love is a killing thing, one morning fair, disturbed this morning.

MASSIVE ATTACK - HELIGOLAND. E' stato il primo disco che ho acquistato nel 2010. Dopo l'Ep "Splitting the Atom" dell'autunno del 2009, ecco il nuovo album in cui ritroviamo alcuni canzoni già ascoltate nell'ep. Quello che più mi ha colpito di questo album è la "disomogeneità omogenea", ovvero la varietà di sound che si può sentire senza però perdere quel filo conduttore che rende l'album ascoltabile in un sorso solo. Presente (immancabile) Martina-Topley Bird (che ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo lo scorso novembre) e una collaborazione con l'ex blur Damon Albarn ("Saturday come slow", tra l'altro una delle mie preferite del disco). Un disco che a mio parere sarebbe riduttivo etichettare come trip-hop considerati anche alcuni momenti di rock "puro" (per modo di dire) e non solo. Le mie canzoni preferite: splitting the atom, saturday come slow, babel e flat of the blade.




Miniplaylist: 1 pezzo per ogni artista:


Afraid of everyone - The National
Beat of the Drum - Morcheeba
The Greater Good - Jose James
Sinister Kid - Black Keys

Sur L’ocean colouer de fer - Alcest
Love is a Killing thing - Erland & The Carnival
Splitting the Atom - Massive Attack


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