Anomalie termiche in bassa troposfera
Periodo dicembre 2010
Dal 5 gennaio sono disponibili in rete i dati relativi alle anomalie termiche satellitari, relative alla bassa troposfera1 (circa 3.000 m s.l.m.), alla media troposfera (circa 5.000 m s.l.m.) e alla bassa stratosfera (circa 10.000 m s.l.m.). Le misurazioni satellitari, pur disponibili soltando dal dicembre 1978 e quindi non in grado di fornire indicazioni di lungo periodo, sono considerate generalmente molto più affidabili delle rilevazioni al suolo, per svariati motivi:
- la migliore copertura globale: a parte i rilevamenti in bassa troposfera, che per forza di cose escludono la zona himalayana, quella andina e quasi tutto il continente antartico, i dati satellitari abbracciano in maniera uniforme l'intero globo terrestre, laddove le stazioni metereologiche di superficie hanno distribuzioni estremamente disomogenee - basti pensare a zone impervie e praticamente disabitate come il Sahara, la foresta amazzonica o l'Antartide - obbligando all'uso di modelli matematici per ricostruire l'andamento delle zone coperte in maniera parziale
- le migliori performance dal punto di vista temporale: l'ambiente intorno ad una stazione di superficie si modifica con il passare del tempo; fattori come l'innalzamento di un edificio, o la costruzione di un parcheggio, possono far variare in maniera drastica i dati raccolti: la separazione delle variabili microambientali da quelle macroambientali diventa quindi nuovamente oggetto di modellistica
Anomalie termiche in bassa troposfera (1979-2010)
Anomalie termiche in bassa troposfera (1979-2010)
Dettaglio aree geografiche
I dati della bassa troposfera lasciano poco adito a dubbi. Il 2010 è stato un anno bollente, posizionandosi in seconda posizione in termini assoluti dopo il torrido 1998 e a soli pochi centesimi di grado di distanza. Il poco nobile palmarès dell'anno appena concluso non si limita però a questa performance. Anno più caldo sulle terre emerse del pianeta. Secondo anno più caldo sugli oceani. Anno più caldo nell'emisfero boreale. Secondo anno più caldo in quello australe. Secondo anno più caldo ai tropici. Anno più caldo nella fascia temperata boreale. Anno più caldo - a parimerito con il 2002 - in quella australe. Anno più caldo nella fascia polare boreale, con un valore eccezionalmente al di sopra del grado centigrado di anomalia. Solo la fascia polare antartica, come al solito, pare non risentire del riscaldamento globale, mostrando un valore ben al di sotto della media.
Anomalie termiche in media troposfera (1979-2010)
Anomalie termiche in media troposfera (1979-2010)
Dettaglio per aree geografiche
I dati riferiti alla media troposfera sono generalmente considerati i più attendibili sull'andamento delle temperature, sia perché ricoprono veramente l'intero globo, sia perché, rilevando le anomalie a 5.000 metri di quota, sono meno influenzati dei precedenti dalle attività umane a livello locale.
Anche in questo caso, tuttavia, il 2010 si è dimostrato un anno molto caldo, nuovamente il secondo dietro al 1998. Questa volta, tuttavia, la differenza con il 1998 si è attestata nell'ordine del decimo di grado, un intervallo abbastanza corposo.
Anche nelle varie scomposizioni geografiche il 2010 si piazza sempre appena dietro il 1998, fatta eccezione per la zona temperata australe, dove i due valori sono pari, e quella artica, dove il 2010 si è dimostrato di gran lunga l'anno più caldo della serie.
Nuovamente, fa eccezione al trend di riscaldamento l'area antartica, dove l'anno si è anzi dimostrato piuttosto freddo.
Anomalie termiche in bassa stratosfera (1979-2010)
Anomalie termiche in bassa stratosfera (1979-2010)
Dettaglio per aree geografiche
La stratosfera, come si può vedere dai grafici, si mostra in netta controtendenza rispetto ai due grafici precedenti, evidenziando una tendenza al raffreddamento. In realtà, questo andamento è spiegabile con la composizione atmosferica, profondamente differente tra troposfera e stratosfera. Nella fascia più bassa di quest'ultima, infatti, si trova il guscio di ozono (O3) che circonda la Terra e la protegge dalla violenza dei raggi solari assorbendone le frequenze più pericolose per la vita così come noi la conosciamo.
Proprio questo assorbimento rende la bassa stratosfera un ambiente molto più caldo delle fasce immediatamente sottostanti e sovrastanti. La tendenza al raffreddamento è indice della progressiva disgregazione della fascia di ozono: meno ozono, meno assorbimento, minore temperatura.
Così come in troposfera è la tendenza al riscaldamento a destare allarme, qui in stratosfera lo è quella al raffreddamento. I picchi del 1983 e del 1992 sono riferiti alle violentissime eruzioni dei vulcani El Chicón e Pinatubo, in grado di proiettare ceneri e polveri fino a quote stratosferiche.
La bassa attività avuta dal Sole negli ultimi anni aveva lasciato sperare di decremento delle temperature terrestri, ma il 2010 ha disatteso categoricamente queste speranze: se è perché c'è bisogno di più tempo affinché questi effetti si facciano sentire, o perché realmente hanno un impatto trascurabile sul clima del pianeta, solo il tempo potrà affermarlo.
La situazione contingente, seppure i dati degli ultimi mesi mostrino una diminuzione delle anomalie dovuta al passaggio dell'ENSO a fase negativa, è quella di un global warming più in forma che mai.
Colpa dell'uomo? Esiste una responsabilità umana di entità apprezzabile nel riscaldamento globale?
Il governo italiano pensa di no.
Nel secondo anno più caldo degli ultimi trentuno, nell'anno in cui per la prima volta un'anomalia termica troposferica locale ha sfondato il grado centigrado, il Parlamento ha approvato il 14 aprile la mozione 1-00248 per 137 a 112, mozione che impegna il Governo a schierarsi di fatto contro l'Unione Europea in tema di politica ambientale, arrivando a negare l'esistenza del riscaldamento globale e in generale i suoi effetti.
La mozione D'Alì attacca i risultati scomodi a cui sono giunti i panel scientifici internazionali, contestandone i dati e chiedendone il ricalcolo sulla base di enti "veramente indipendenti"; la tattica è, come sempre, quella di far passare come faziosi i risultati scomodi e come onesti e indipendenti quelli comodi.
Sulla base di questo ragionamento si arriva quindi a chiedere l'abolizione dell'accordo del 20-20-20, la ridefinizione dell'abbattimento delle emissioni su base puramente volontaria, e la sospensione di generici progetti internazionali di forte impatto economico.
Una volta di più l'Italia si mostra arroccata su posizioni lontane dalla realtà, in difesa di interessi economici ormai insostenibili e del tutto incapace di lungimiranza ambientale.
1: la pagina contenente le rilevazioni satellitari entra a far parte delle fonti del blog