2011, pronti a pagare con il cellulare

Creato il 18 novembre 2010 da Db @dariobonacina

Per utilizzare il cellulare come portafoglio elettronico la parola d’ordine è NFC, Near Field Communication. Una tecnologia che sta guadagnando spazio: piace a Nokia, piace ad Apple, piace aSamsung. Piace anche a Google e ai principali carrier mobili d’oltreoceano, al punto che proprio questi ultimi - AT&TVerizon WirelessT-Mobile – hanno unito le proprie forze in una joint-venture e creato un nuovo servizio: si chiama Isis e potrebbe aprire le porte del mobile payment negli USA, facendo scuola al Vecchio Continente.

Come spiega la nota di presentazione della nuova realtà, l’obiettivo è la realizzazione di un network dedicato al mobile payment via smartphone, con un servizio che sarà rilasciato entro un anno e mezzo in alcuni importanti mercati e consentirà all’utente – questa è la promessa di Isis – di lasciare nel cassetto carte di credito, tessere fedeltà e buoni sconto, che potranno essere sostituiti da un dispositivo mobile (un telefonino, uno smartphone, oppure un tablet).

Al progetto avviato dalle tre compagnie telefoniche si sono affiancate anche Discover Financial Services e la business unit americana di Barclays, che probabilmente sarà il primo istituto di credito a partecipare al network. Isis partirà quindi con una base promettente: i tre gestori potranno proporlo al proprio bacino di utenza, che vanta complessivamente 200 milioni di utenti, a cui si potranno aggiungere i clienti delle reti di Discover e di Barclays.

L’avvio di questo servizio sembra un’autentica risposta al crescente interesse verso la tecnologia che abilita i telefoni cellulari a diventare strumenti di pagamento. Negli USA questa possibilità sembra vicina all’espansione: questa settimana ha avuto un testimonial d’eccezione in Eric Schmidt, CEO di Google, che ha dato alcune anticipazioni su Gingerbread – la prossima versione di Android – in cui sarà integrato il supporto NFC e mostrato un inedito Nexus S di Samsung che lo porterà in dote.

L’annuncio completa un quadro di cui fanno già parte, come detto in precedenza, Apple – che ha anche registrato alcuni brevetti e brand relativi a servizi di mobile payments, tra cuiiPay, iBuy e iCoupons. Ma il fatto che la nuova release di Android sia pronta per un lancio sul mercato che potrà avvenire a giorni, sembra che i primi a diffondere il verbo della tecnologia NFC negli USA siano proprio Samsung e Google.

Fin qui si è parlato di nomi importanti e di aziende che hanno già una reputazione sulla Rete o nel campo delle TLC. Chi non ha un iPhone o uno smartphone con Android non è comunque tagliato fuori dal “primo giro di prova”, perché anche fuori dal gotha dei big del settore si lavora al medesimo fronte: Bling Nation si è spinta oltre, lanciando sul mercato dispositivi NFC per telefoni non abilitati a questa tecnologia e i relativi lettori, offerti a titolo gratuito per l’utilizzo dei POS nelle attività commerciali.

E nel resto del mondo delle TLC come si comporteranno gli altri competitor? Dovranno correre affannosamente alle spalle di Apple e Google? Non è detto, se avranno capito che NFC potrà aprire loro le porte di un nuovo business: lo hanno sicuramente capito i canadesi di Research In Motion, che hanno pensato di dotare gli smartphone BlackBerry e il tablet Playbook della nuova tecnologia.

Il fermento attorno a questa novità induce a credere che il prossimo anno sia l’occasione giusta per sdoganare questa funzionalità – operativa da anni in Giappone grazie ai suoi creatori SonyPhilips – nei mercati occidentali. E se Apple e Google faranno da traino, è molto probabile che la concorrenza si affretti a correre per rimanere sullo stesso livello difeature e servizi.

La chiave del successo potrebbe essere in un servizio come Isis, lanciato congiuntamente da operatori di telefonia e banche: la creazione di una piattaforma unica e trasversale agevolerebbe molto la sua espansione e potrebbe andare incontro alle indicazioni contenute nella Direttiva Europea PSD, relativa ai servizi di pagamento.

[scritto dal sottoscritto per The New Blog Times]



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