comix factory
martedì scorso, quando ho scritto il lungo posto sullo sbarco ufficiale della Sergio Bonelli Editore in fumetteria, chiudevo il mio post scrivendo queste parole: "Dal canto della Pan Distribuzione si tratta di un vero colpo da maestro messo a segno, un vantaggio non da poco per le prossime prevedibili guerre distributive che "esploderanno" nel corso del 2011... ma questo è materiale per un altro articolo..."
Una chiusura sibillina che prometteva un mio ritorno sull'argomento, e come si sa ogni promessa è debito dunque, eccomi qui. Ma facciamo un passo indietro. Il sistema della distribuzione in fumetteria è unico e non ha termini di paragone con quei settori merceologici che hanno qualcosa in comune con le nuvole di carta.
Le motivazioni di questa unicità vanno ricercate al momento in cui la distribuzione da fumetteria è "incidentalmente" nata dall'intuizione di una grande e intraprendente fumetteria bolognese che ha iniziato fornire le poche librerie specializzate disseminate sul territorio nazionale. Un sistema dunque artigianale - ma efficacissimo per il mercato del fumetto di due decenni fa - mutuato dai distributori più grandi e professionali che hanno preso il posto dei primi pionieri. Nel corso degli anni si sono delineati tre poli distributivi (Alastor, Pan Distribuzione, Star Shop - in rigoroso ordine alfabetico) che si sono aggiudicati editori in esclusiva pur non disdegnando la collaborazione con lo scambio del materiale da loro distribuito.
Perché un sistema come questo - ormai stabile e ben collaudato - dovrebbe entrare in crisi?
La prima risposta che mi viene in mente è che in questo momento di crisi economica (e di conseguente contrazione delle vendite anche dei fumetti, contrazione dovuta - a mio avviso - più a causa della moltiplicazione esponenziale delle proposte editoriali in fumetteria che non a causa del restringimento dei cordoni della borsa) alcuni editori abbiano cominciato ad essere insoddisfatti del lavoro compiuto dal loro distributore di riferimento (e se si considera che due distributori su tre sono anche editori, in diretta concorrenza con la maggior parte degli editori distribuiti in esclusiva, appaiono chiari motivi ragionevoli di insoddisfazioni e malumori - e questo a prescindere dalla sicura buona fede con cui il distributore opera).
Cosa potrebbe accadere nel 2011 da mettere in discussione l'equilibrio fin qui conservato? Le ipotesi - badate bene parlo solo di ipotesi - sono varie, tutte abbastanza plausibili (basterà aspettare solo alcuni mesi per ottenere delle risposte). Cercherò di elencarvi gli eventi che nel corso del prossimo anno potrebbero cambiare i fattori in gioco.
- Planeta DeAgostini Comics; quando quasi un lustro fa la casa editrice spagnola è giunta in Italia ha apportato una mentalità nuova e più professionale al sistema fumetto in Italia. Lasciamo da parte le traduzioni creative, gli errori di lettering e i corsi di spagnolo a fumetti, pensiamo ai nuovi formati editoriali (Absolute, ristampe di materiale classico, Omnibus ecc..) e alla politica del pubblicare quasi tutto il materiale d'oltreoceano. Una serie di scelte cui gli altri editori italiano non hanno potuto non tenere conto (in primis la Paninicomics), una serie di scelte che ha allargato il mercato portando alla iperproduzione attuale e che ha creato come conseguenza il rafforzamento dei grandi editori e l'indebolimento dei piccoli (che hanno ottenuto anche meno visibilità). Adesso però qualcosa sembra avere inceppato gli ingranaggi della casa editrice spagnola. Da alcuni mesi alcuni dei capisaldi della politica editoriale della Planeta sembrano essere venuti meno (arretrati non più disponibili a pochi giorni dall'uscita, abbandono delle edicole e riduzione della proposta editoriale) e i motivi non sono ben chiari. Dopo cinque anni la casa editrice di Barcellona ancora non ha un portavoce italiano, e se il ridimensionamento potrebbe essere una conseguenza della crisi economica che attanaglia la penisola iberica di certo non fanno presagire niente di buono le continue precisazioni che qualche oscuro portavoce spagnolo ha fatto più volte in passato sulla pagina facebook della Planeta. A cosa devono far pensare le continue prese di distanza dalla Alastor (distributore esclusivo della Planeta e fino a poco fa unico portavoce italiano)? E' plausibile che nel 2011 la Planeta possa decidere di abbandonare il mercato italiano (magari ritenuto poco remunerativo) o di converso possa decidere di recedere dal contratto distributivo che ha con la Alastor. A quel punto sarebbe ipotizzabile (dal momento che la DeAgostini è già proprietaria di un distributore da edicola - la Mdis) che si distribuisca in proprio.
- Tra i corridoi di Lucca circolava con insistenza la voce inerente la nascita di un nuovo polo distributivo fondato dalla GP Publishing. Pare che il rapporto distributivo tra GP e Pan Distribuzione non abbia soddisfatto la casa editrice della Grani & Partners, pronta a mettersi in proprio e ad avviare un proprio sistema distributivo. La mole di produzione della GP Publishing al momento non sembrerebbe poter provocare un impatto sul mercato del fumetto, né l'esigenza delle fumetterie di servirsi di un nuovo distributore per procurarsi solo pochi manga. E' plausibile quindi che, qualora nasca davvero, questo nuovo distributore possa cercare di raccogliere gli editori delusi dai loro rispettivi distributori (certo che comunque da un punto di vista pratico poco cambierebbe, si passerebbe da un distributore ad un altro senza però cambiare la sostanza, non dimentichiamoci che la GP avrebbe lo stesso "conflitto d'interessi" di Pan e Star). In quest'ottica appare molto importante il rafforzamento della Pan con l'esclusiva distributiva dei fumetti Bonelli (innanzitutto si solidifica il rapporto tra le due realtà editoriali, dopo che la Panini ha già acquisito l'esclusiva per il licensing estero dei fumetti della casa editrice milanese), un rafforzamento che potrebbe essere massiccio in prospettiva futura - quando le fumetterie si renderanno conto delle grandi potenzialità commerciali dell'accordo - e che potrebbe servire a parare il colpo della perdita di qualche editore distribuito in esclusiva.
- A complicare lo scenario interviene l'impatto della libreria di Varia sulle fumetterie. Negli ultimi mesi Black Velvet è stata acquisita da Giunti, Purple Press da Castelvecchi, Coconino da Fandango, Lizard da Rizzoli, Bao ha una stretta partnership con Piemme... insomma l'interesse del mondo fumetto è via via sempre più distratto dal sistema fumetterie, con una distribuzione che privilegia sempre più la libreria di Varia che non le librerie specializzate (lampante l'esempio di Scott Pilgrim o di Cerebus). Nel tempo questo porterà ad una erosione del fatturato delle librerie specializzate e ad un'ulteriore frammentazione degli ordini sempre più prudenti e penalizzanti nei confronti dei piccoli editori (che già si lamentano con veemenza). A tal proposito basti pensare alla gran quantità di titoli che son stati portati a Lucca in anteprima ma che ancora non si son visti in fumetteria (mi vengono alla mente alcuni titoli della Bottero Edizioni, Cerebus e qualcosa della 001 Edizioni) quasi a sottintendere che quello delle librerie specializzate è solo un canale periferico e non più strategico per alcuni editori.