Vorrei invitarvi all’ascolto del meglio della musica alternativa italiana del 2013 senza farmi minimamente prendere dalla mia vena ostinatamente logorroica. Mi duole sia impossibile, benché basterebbe dirvi che le canzoni e i dischi qui segnalati in ordine assolutamente casuale sono quelli che mi hanno accompagnato, sorpreso e sedotto per tutto l’anno, o che oppure ho riscoperto recentemente e dunque in ritardo di mesi sulla tabella ufficiale delle uscite complice la mia permanenza in Asia per il primo semestre dell’anno. Inoltre, stilare le classifiche (i carusopascoski Awards, poi? Vien via…) è l’attività che più volte nella mia vita ho iniziato a fare senza concludere, quindi fatemi dire almeno due stronzate come premio per il conseguimento di un qualsiasi esito, questo, che poi è forse l’articolo presente su questo blog su cui mi sono spremuto di più (il che rivela implicitamente la bassa fedeltà di tutti gli altri, unico obbligo morale cui mi attengo scrupolosamente). E pensare che stavo solo raccogliendo una decina di dischi tra i molti per un breve sunto dell’annata. Come potrete leggere invece, per procedere quanto meno con una abbondante rassegna ho dunque preferito lasciar perdere numerini e gerarchie di preferenza che variano poi dall’umore, dal meteo o da logiche soggettive che per quanto possano essere divertenti per gli altri, portano il sottoscritto alla nevrosi più acuta e più inutile. Per questo mi sono limitato a riassumere con una carrellata di canzoni ex aequo (si fa per dire e per necessità di sintesi, è chiaro che ci siano pezzi inavvicinabili tra essi) e senza futili commenti quelli che sono i 50 migliori dischi italiani dell’anno, che poi se contate per bene come non vi sognate neppure di fare sono 59, ma chissenefrega (anzi, buon segno: non ho escluso nessuno che mi sia piaciuto, non ho incluso nessuno che non mi abbia davvero convinto). Credo che sia più importante che ascoltiate tutti questi dischi rispetto a leggere tanti sermoni su musiche che sono spesso di una bellezza immediata, e quando richiedono tempo, richiedono le vostre migliori energie cerebrali che io potrei risucchiare a furia di futili supercazzole, come la qui presente. Ciò che invece è cosa buona e giusta sottolineare è che il 2013 è stato un anno strepitoso per la musica italiana, e a testimoniare ciò che potrei dire senza alcuna ragione obiettiva (come spesso accade per chi scrive) c’è il rinnovato interesse internazionale per la musica che viene suonata in Italia e/o da italiani, che per esempio ha visto alcune gloriose produzioni di matrice estera (His Electro Blue Voice, per dirne una) e altre che hanno guadagnato le principali pagine musicali delle più autorevoli rubriche mondiali del settore (His Clancyness, Teho Teardo e Giuda su tutti). È invero spesso essenziale allontanarsi da ciò che guadagna le copertine dei magazine musicali italiani per rilevare i più interessanti dischi italiani dell’anno, ma questa non è una novità, ma ci fa comunque bestemmiare fino all’ultimo secondo del 2013 in attesa che il 2014 porti un po’ di coraggio e lucidità all’avamposto della critica alternativa ufficiale, che si ostina a parlare di qualsiasi stronzata riguardi gli Afterhours o i Baustelle piuttosto che proporre con l’autorevolezza dei mezzi a disposizione una nuova band dal nulla. Siamo arrivati al paradosso per cui chi suona e vende all’estero spesso non suona e vende in Italia. E viceversa, il che è non meno drammaticamente sintomatico. C’è musica assai migliore che gira per lo Stivale in cerca di ascoltatori, e se certi gruppi girano solo in Italia è probabile che avvenga come diretta conseguenza di decenni di atroce degrado nella diffusione della cultura musicale e non solo. Ma ci sono anche molte isole felici della informazione culturale online, talvolta meno competente, senz’altro non meno appassionata di quella cartacea e scevra da logiche di consumismo recensorio. E in questa carrellata di suoni ci sono nuovi autentici protagonisti della musica alternativa italiana, conferme attesissime, autentiche novità, colpi di coda di band date per morte e sepolte. Ci sono canzoni d’autore, rock puro e crudo, sperimentazioni eccitanti, eclettismi virtuosi e ristampe essenziali. C’è un anno di musica italiana di estrema qualità (e una settimana di lavoro di quantità per chi scrive nel raccoglierla per voi), quindi spero almeno vi divertiate. Insomma, almeno mostrate un pur debole sorriso cazzo, perché ci sono ottime ragioni per togliervi quel musone dovuto all’ascolto dei soliti tre stronzissimi cantautori/gruppi italiani che di alternativo hanno solo il fiocco (e le recensioni compiacenti).
Intanto non dite che non avete la colonna sonora per superare le nidiate natalizie di quest’anno con gli abituali parenti serpenti o anche solo noiosetti, sennò vi tiro dietro un pandoro.
Poi se non vi è bastato ci ritroviamo qui a fine anno con il meglio della musica internazionale del 2013 e una introduzione forse più breve…si, come no, nel dubbio lo giuro su Capovilla.
E allora: rullo di tamburi.
Pronti con le cuffie nelle orecchie o le casse a volume insostenibile per il vicinato?
Enjoy it.
Calibro 35 – Traditori Di Tutti
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