2014, l’anno che smetteremo di piangere?

Creato il 11 gennaio 2014 da Lundici @lundici_it

Domenica 29 dicembre, metro A di Roma, le 19:30 circa, arriviamo alla stazione Spagna dal Flaminio, e dall’altoparlante veniamo informati che si deve scendere dal treno e prendere quello successivo. Devono scendere tutti (il treno su cui eravamo è guasto). Veniamo informati anche che seguono due treni a due minuti l’uno dall’altro. Sulla piattaforma tutti coloro scesi, sia italiani che immigrati, si lamentano del disservizio, “cose così succedono solo in Italia”. Si è dovuti scendere da un treno della metro in avaria e attendere due minuti per quello successivo, roba da paesi del terzo mondo.

Luciano Pavarotti, nato il 12 ottobre 1935 e morto il 6 settembre 2007. Uno degli artisti italiani più apprezzati al mondo.

Washington D.C., Stati Uniti, linea rossa della metro locale, che collega la periferia al centro della capitale, e i suoi uffici, circa 150,000 pendolari la prendono ogni giorno. Durante il mese di novembre 2013 accusa ritardi lunghissimi per molti giorni di seguito. I pendolari descrivono il loro viaggio a “singhiozzo”, con diverse soste fino a venti minuti l’una ad ogni stazione, e ritardi accumulati fino ad oltre un’ora. Il costo per una semplice tratta, ritardi di un’ora inclusi, circa €4.50 al cambio attuale. Intervistati dalla stampa, i dirigenti della metro rispondono “non sappiamo per quanti giorni ancora ci saranno questi ritardi”.

La linea rossa va ad “U” dalla contea di Montgomery, nel Maryland, attraverso la ricca zona nord-ovest di Washington, per tornare nella contea di Montgomery. La contea di Montgomery è la seconda contea più ricca degli Stati Uniti, dopo solo Beverly Hills, quella che ospita le stelle di Hollywood. Tali disservizi della linea rossa sono la norma, e si verificano più volte all’anno.

Pepco è la società che distribuisce la corrente elettrica in Maryland, nella parte confinante con la città di Washington, inclusa la contea di Montgomery, e a Washington stessa. I cavi elettrici non sono sotterrati, sono su pali della luce. Ad ogni temporale migliaia di persone rimangono senza corrente, diverse volte all’anno. Per una tempesta con venti particolarmente forti, o a causa di molta neve, più di un milione di persone si ritrova senza luce. Centinaia di migliaia di persone anche fino ad una settimana. Una settimana senza luce, due o tre volte all’anno, in una delle zone più ricche, più turistiche degli Stati Uniti. Non fa neanche notizia, è la regola.

Cortina, Italia, qualche ora senza luce, e finisce sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali. E l’Italia è un paese disastrato, dove non funziona nulla.

Mario Draghi e Mario Monti. Il primo presidente della Banca centrale europea, il secondo ex commissario europeo alla concorrenza ed ex primo ministro italiano.

Malasanità, ambulanze in ritardo, medici che operano la persona sbagliata, prime pagine per mostrare i ritardi, l’inefficienza e i costi del sistema sanitario italiano. L’Italia, nel rapporto della Organizzazione Mondiale della Sanità, ha il secondo sistema sanitario migliore al mondo, dopo la Francia. Lo dice l’OMS, non la Lorenzin. Tasso di mortalità infantile tra i più bassi al mondo (circa 3 ogni 1000, i soli ad averne 2 sono il Principato di Monaco ed il Giappone, la Germania è a 4 con la Svizzera, la Gran Bretagna a 5 e gli Stati Uniti a 6), vita media tra le più alte al mondo, ed una recente classifica pubblicata da Bloomberg mette l’Italia al secondo posto, dopo Singapore (una città stato), per quanto riguarda la salute della popolazione (e saremmo al primo posto se la gente fumasse meno).

Leonardo da Vinci, pittore, ingegnere, scienziato e talento universale del Rinascimento. Nato il 15 aprile 1452 e morto il 2 maggio 1519.

Purtroppo non è solo la popolazione a lamentarsi spesso. Questa molto forte, e a volte incorretta, auto-critica è spesso alimentata dalla nostra stampa, o peggio, dai nostri stessi politici. Marco Travaglio (questo giornalista così istruito) suole dire: Berlusconi (ma potrebbe essere Renzi, Letta, Bersani, Grillo ecc.) ha mentito? Solo in Italia succede, in democrazie molto più avanzate delle nostre, tipo gli Stati Uniti, se un politico venisse scoperto a mentire si dimetterebbe immediatamente il giorno dopo.

Stati Uniti. Barack Obama, durante la campagna presidenziale del 2008, disse: “Guantanamo sarà chiusa entro un anno”.  Sei anni dopo, non solo è ancora aperta, ma non se ne parla nemmeno più.

Fatto ancora più grave quello avvenuto nel 2002,  quando l’amministrazione Bush, inclusi Dick Cheney, Donald Rumsfeld e Condoleezza Rice, ha mentito a tutta la popolazione per giustificare un intervento in Iraq. Colin Powell, forse ingannato lui stesso, ha ripetuto la stessa menzogna a tutto il mondo di fronte all’assemblea dell’ONU. Tutt’ora, una larga parte della popolazione statunitense crede fermamente che Saddam Hussein sia stato il mandante dell’11 settembre e che armi di distruzione di massa si trovassero in Iraq e siano, infatti, state scoperte – chi dice il contrario è un “complottista”. Un intero governo ha fabbricato menzogne e le ha ripetute (successivamente negando di averlo mai fatto) per poter invadere un paese terzo e provocare milioni di morti. Bush, Cheney e la loro amministrazione non si sono mai dimessi, sono stati votati per altri quattro anni, con buona pace di Travaglio e la sua democrazia più avanzata. Obama non è da meno, dopo aver criticato Bush, e promesso di invertire la rotta,  ha infatti perseguito una politica ancora più restrittiva delle libertà individuali e della stampa di quella del suo predecessore.

Infatti, la stessa stampa italiana viene spesso criticata per non fare mai le giuste domande, mentre, è la tesi, all’estero, i giornalisti possono fare tutte le domande che vogliono e ottenere risposte.

Mentre altri paesi tentano di incitare al sostegno delle proprie industrie nazionali, in Italia, durante una delle sue peggiori crisi economiche, durante uno dei più importanti e seguiti programmi di opinione su Rai 2, quindi su una rete di stato, Michele Santoro fa partire un servizio che manipolando l’informazione e mostrandola in un certo modo fa apparire l’auto prodotta da una casa nazionale molto peggiore delle concorrenti prodotte all’estero. Pubblicità contro, e va tutto bene. Travaglio non si alza per denunciare che in democrazie più avanzate della nostra, tipo gli Stati Uniti, cose del genere non si vedrebbero mai. Infatti, probabilmente, se ci provassero, verrebbero licenziati.

Michelangelo Buonarroti, nato il 6 marzo 1475 e morto il 18 febbraio 1564 è forse stato il massimo esponente del Rinascimento e il più grande artista di tutti i tempi.

Durante i telegiornali, interi servizi vengono mandati in onda per pubblicizzare film e attori stranieri, celebrandoli, e poco spazio viene dato ad artisti italiani, provando ormai nella mente di moltissimi giovani l’equazione che all’estero tutto sia meglio: il cinema, la musica, la letteratura. Ci sorbiamo film stupidissimi prodotti da Hollywood, pieni di zombie o chissà cosa, e sono bellissimi. Fossero prodotti in Italia, sarebbero scemenze. Durante il programma di fine anno di RaiUno, la stella, l’ospite più importante, è: Violetta! Argentina ovviamente.

Purtroppo questa è una cattiva abitudine che viene da lontano. Primi anni ’80, i soliti programmi di approfondimento politico per introdurre le nuove elezioni nazionali che si sarebbero svolte di lì a poco, uno degli ospiti commenta che non si doveva necessariamente scongiurare una bassa affluenza alle urne in quanto in altre democrazie più avanzate, tipo gli Stati Uniti (al solito, gli italiani ne sono innamorati, del resto deve il nome proprio ad un italiano), l’affluenza era molto bassa. L’assunto: la democrazia italiana non è avanzata. La conclusione: dovremmo essere come i paesi più avanzati i quali hanno affluenze molto basse e allora saremmo una vera democrazia. Incredibilmente, l’assurdità di quel ragionamento sfuggì agli altri presenti che invece annuirono.

Amerigo Vespucci, nato il 9 marzo 1941 e morto il 22 febbraio 1512. Esploratore, il nome America al nuovo continente viene dato in suo onore.

Del resto il fascino che molti dei nostri politici hanno per l’estero, Stati Uniti in particolare, non sembra diminuire, anzi. Ciò nonostante negli Stati Uniti fino a poco più di un secolo fa ci fossero gli schiavi e fino a pochi decenni fa la discriminazione non solo esisteva, ma era addirittura legalizzata. Tutt’ora, gli stranieri, anche se legalmente residenti, non hanno gli stessi diritti, e la pena di morte è praticata anche contro i minorenni. Bambini sotto i 14 anni possono venire arrestati e andare in prigione con degli adulti. L’unico paese al mondo, oltre alla Somalia, a non avere firmato la Convenzione dei diritti del bambino, sono proprio gli Stati Uniti. Forse dovremmo respingerla anche noi, così saremmo un po’ di più una democrazia avanzata.

Abbiamo anche avuto un primo ministro il quale ha affermato che era dalla parte degli Stati Uniti prima ancora di sapere da che parte questi si schierassero. Peccato che i nostri primi ministri dovrebbero operarsi per proteggere gli interessi del paese che rappresentano, e non quelli di un paese terzo.

Enrico Fermi, nato il 29 settembre 1901 e morto il 29 novembre 1954. Uno dei padri della fisica nucleare.

Ancora oggi, l’Italia è spesso un paese insicuro, sia come nazione nel suo insieme, sia rispecchiata nei suoi abitanti. Ci si aspetta sempre un aiuto dallo stato, e non è mai abbastanza, e quindi lo si critica. I nostri governanti, di riflesso, criticano il paese, che non lavora abbastanza. E la stampa alimenta il tutto.

Il Financial Times, nel 2013, ha pubblicato un articolo in cui si descriveva come nessun altro paese al mondo avesse lo stesso “soft-power” che ha l’Italia nel mondo. “Soft-power”, non “hard-power”, il potere cattivo, militare, di paesi come Stati Uniti, Russia o Cina (o anche quella perseguito da altri paesi come Iran, Israele e Corea del nord). Il “soft-power” che proviene dall’arte, i monumenti, la letteratura, la moda, lo stile di vita. Il “soft-power” che proviene dalla cucina, i vini, la musica, la storia. Una potenza culturale, che proietta più soft-power di ogni altra al mondo, così veniva descritta da John Lloyd. Peccato che a non crederci siamo proprio noi.


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