2020 Visions: il prossimo futuro secondo Jamie Delano

Creato il 08 marzo 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

2020 Visions è un lungo racconto dal tema fantascientifico, composto di quattro miniserie autonome da tre episodi ciascuna.
Uscita originariamente nel 1997, la saga già dal titolo si colloca nel genere fantascientifico, declinato nel filone distopico più che in quello tecnologico. La scelta di ambientare i fatti in un futuro prossimo consente allo scrittore inglese Jamie Delano di ironizzare sulle derive sociali ed economiche del presente e la sua verve caustica non risparmia nessuno.
Le istituzioni vengono rappresentate come organi finalizzati unicamente al controllo delle masse, ormai ridotte al grado di agglomerati di consumatori piuttosto che di cittadini. I movimenti religiosi e le confessioni, di qualsiasi credo o quasi, vengono ritratte in maniera poco edificante: la città di Detroit è uno stato indipendente in cui vige una durissima legge islamica mentre nel Texas operano gruppi di moderni templari cristiani.

Soltanto il sesso, nonostante anche qui non manchi un campionario di perversioni piuttosto nutrito, rimane una possibilità di esperienza, quando non addirittura di esplorazione, connotata positivamente; in un’ideale antitesi natura-cultura, la sfera sentimentale e sessuale sembra essere l’unico argine ad un processo di modernizzazione e civilizzazione disumanizzante e spersonalizzante.

La prima miniserie, intitolata Lust for life, è affidata al bravo Frank Quitely. Se la prima edizione dell’opera uscì per la Vertigo a colori, l’edizione proposta dalla Green Comm Services è invece in bianco e nero. Una scelta che esalta la qualità dei disegni di Quitely, davvero efficace nell’interpretare le suggestioni di Delano e nell’offrire al lettore un paesaggio urbano futurista e decadente.
Il protagonista della vicenda, Woycheck, un disilluso, irriverente e scorretto ex-mercante di pubblicazioni pornografiche, sembra essere il frutto di una clonazione generata mescolando i geni di Charles Bukowski e William S. Burroughs oltre a riecheggiare il Constantine di Hellblazer. Ma l’analogia non sfocia nella riproposizione dei propri cliché e le affinità con i lavori precedenti di Delano sono poche visto che nel corso del volume lo scrittore cambia completamente ambientazione: ciascuna delle quattro storie ha protagonisti e scenari differenti e appartiene a generi diversi. Ciò che resta costante è la qualità della scrittura di Delano, sempre capace di dare corpo e spessore alla sua prosa, conferendo tridimensionalità ai propri personaggi anche quando ricalcano dei modelli letterari molto codificati. 

È il caso della seconda miniserie, intitolata  La Tormenta, nella quale la protagonista è un detective privato, di nome Jack Atlanta. Jack è una donna, anche se si veste e si comporta da uomo. La sua è una sessualità complicata e irrisolta, in grado di trovare compimento solo grazie alle sedute di sesso virtuale. La scomparsa di una ragazza la costringerà a confrontarsi con la propria identità in una Miami popolata da prostituti e funestata da un serial killer che riassembla i corpi delle proprie vittime (agli appassionati di serial tv la cosa non suonerà nuova).
Una storia noir che inserisce in un impianto classico tematiche moderne come la chirurgia estetica, la rete, la sessualità mercificata e stravolta dalla disumanizzazione dei rapporti individuali.
I disegni sono Warren Pleece, il cui lavoro  è molto meno elegante di quello di Quitely: Il suo tratto è spesso, i neri carichi danno un’aria decisamente oscura alla città di Miami ma, pur rivelando personalità e offrendo una buona prova sotto il profilo dello storytelling, la prestazione dal disegnatore inglese è quella meno appagante dell’intero volume.

 In Renegade, la terza miniserie, il protagonista è  Ethan, un ragazzo che, separato da una madre che non ha mai conosciuto, vive per le strade di Detroit adescando uomini con l’intento di rapinarli. Arrestato, finisce in Texas, dove è costretto ad entrare in un corpo paramilitare impegnato in una guerriglia con una versione futuristica dei nativi americani. La sua presunta omosessualità è, allo stesso tempo, oggetto di scherno e di attenzioni da parte dei suoi commilitoni, ma sarà all’interno della comunità nemica che Ethan troverà un ruolo e la possibilità di esprimere se stesso; anche stavolta l’esperienza sessuale rappresenta la chiave di accesso alla propria affermazione identitaria.
Vanno sottolineate la delicatezza e la verosimiglianza con cui Delano racconta la confusa sessualità di Ethan e il misto di fascinazione e scetticismo con il quale il ragazzo assiste e partecipa alla vita della tribù, regolata da norme, rituali e gerarchie precise. Degli episodi che compongono il volume questo è forse il più riuscito: Delano tratteggia bene i suoi personaggi e inserisce nella storia suggestioni metafisiche che vanno da Alejandro Jodorowsky alla tragedia greca, nel momento in cui Ethan, impegnato ad evitare che si compia un evento profetizzato, contribuisce con le proprie azioni al suo avverarsi.

La miniserie seguente e ultima introduce Adam, gemello di Ethan. Adam è l’esatto opposto del fratello: aitante, bellissimo e muscoloso, è prima di tutto un prodotto commerciale essendo una star del cinema, specializzato nel ruolo del bello da salvare, parte nella quale siamo generalmente abituati a trovare impiegate attrici donne. Inoltre, in un paese in cui un alto tasso di infertilità maschile e il controllo eugenetico delle nascite hanno reso la fecondazione un business, la sua condizione di maschio fertile è un ulteriore motivo di guadagno per il gruppo che ne detiene i diritti di sfruttamento dell’immagine (e non solo). Per questo viene rapito da un gruppo femminista, nel tentativo di riappropriarsi, in forma simbolica e non solo, del diritto alla procreazione.
Dopo l’horror, il noir e il western, l’ultimo genere che Delano sceglie di interpretare è quello della commedia rosa, ribaltandone però i ruoli. Il motore della vicenda, fulcro delle attenzioni generali, è la bellezza mozzafiato di Adam, la cui ingenuità e inesperienza del mondo lo trasformano in uno stupido oggetto del desiderio. Delano gioca con i cliché cinematografici del genere, non rinunciando a ironizzare sulle istituzioni religiose e sulle spietate logiche del profitto, determinate a convertire persone e diritti in occasioni di guadagno.
I disegni di Steve Pugh sono un ottimo supporto alla storia, efficaci sia nelle sequenze d’azione sia in quelle in cui la scena è dominata dalla voluminosa e muscolare fisicità di Adam. Per nulla indebolito dal bianco e nero, la mancanza di colore, al contrario, esalta il tratto morbido e rotondo di Pugh, che emerge con tutta la sua carica plastica.

Tutte e quattro le storie hanno un elemento di continuità: i protagonisti appartengono alla stessa famiglia, ma ciò non è indispensabile alla comprensione dell’opera, tanto che è l’autore stesso a lasciarlo, forse involontariamente, sottotraccia, per poi riprenderlo nell’interessante postfazione presente nel volume: qui, in un brillante esempio di auto-recensione, nella quale l’autore rivede pregi e difetti del lavoro, Delano si preoccupa di recuperare l’informazione. Riguardandola a distanza di anni, lo scrittore ci propone non solo un giudizio interessante, ma rivela buona parte dei nodi critici che caratterizzano l’opera.

Vale la pena sottolineare ancora come l’autore sia riuscito a raccontare in maniera convincente personaggi piuttosto diversi tra loro: se nella prima miniserie, come abbiamo detto, il personaggio principale  richiama alla mente John Constantine, la galleria di protagonisti (e comprimari) che segue è decisamente credibile e tridimensionale. Dosando in maniera equilibrata gli stereotipi propri del genere letterario scelto di volta in volta, lo scrittore riesce comunque a costruire la psicologia dei protagonisti e raccontarne la, pur semplice, evoluzione.
Il tema fantascientifico è svolto in maniera personale: Delano parte dall’esasperazione di alcuni temi e problemi sociali e si diverte a immaginarne le conseguenze su larga scala: il suo riferirsi manifestamente ad altri generi letterari classici testimonia come il suo interesse per la fantascienza si limiti alla possibilità di poter raccontare una realtà alternativa attraverso la quale ironizzare e criticare quella a lui contemporanea. 

È emblematica, da questo punto di vista, la scarsa presenza di elementi tecnologici nelle pagine del volume: la sostanziale assenza di internet o social network consentirebbe oggi di annoverare la saga tra i racconti a carattere storico piuttosto che futuristico e Delano, del resto, ambienta tre delle quattro miniserie in luoghi di confine, situati ai margini della civilizzazione e quindi della modernità. Fatta eccezione del lavoro dei disegnatori, cui spetta la costruzione di un fondale avveniristico, lo scrittore si dedica al racconto dell’umanità dei propri personaggi, tutti alle prese con una ricerca che è sostanzialmente una fuga dai condizionamenti sociali e culturali. Fuga che sembra essere il solo modo per sottrarsi a un declino irreversibile.

Come spesso accade, 2020 Visions è un’opera dalla forte componente letteraria, ravvisabile non solo nel ricorso a citazioni e rimandi ad altre opere, ma anche nella verbosità tipica di uno scrittore, che palesa, ancora una volta, la vocazione a occuparsi di temi sociali ed etici, attraverso le scelte di personaggi – camuffati da cinici ed indifferenti – che scoprono l’urgenza di una declinazione morale alle proprie azioni. Da questo punto di vista è possibile definire Delano un autore romantico, estremamente distante per stile dalla nuova leva di scrittori USA, i quali spesso compongono le proprie opere con un occhio con un occhio alle produzioni cinematografiche e televisive, mutuando da queste la rapidità dei dialoghi e il riferimento a temi di stringente attualità.

Si può annoverare l’opera tra i migliori libri di Delano, e stupisce che la sua pubblicazione in Italia arrivi dopo così tanti anni rispetto alla sua prima uscita. L’edizione italiana è a cura dalla Green Comm Services;  l’editore ha deciso di non distribuire il libro seguendo i canali usuali e, dopo essere stato presentato a Lucca Comics & Games 2012, il volume è acquistabile online presso il sito. È prevedibile come questo tipo di scelta finisca per limitare la visibilità del titolo e quindi vada a restringere il numero dei potenziali acquirenti, soprattutto quelli occasionali, che non avranno la possibilità di sfogliarne le pagine nelle librerie.

La qualità della carta e la stampa è ottima, ad eccezione del primo episodio che presenta una stampa non proprio nitidissima. La copertina (anzi le copertine, visto che è disponibile anche una variant) dell’edizione italiana è stata realizzata appositamente da Davide De Cubellis, mentre quelle originali non sono state, purtroppo, inserite nel volume. La traduzione è stata affidata ad Antonio Solinas e Smoky Man, con la preziosa consulenza dello stesso Delano. 
Da segnalare infine quello che sembra frutto di una distrazione: la postfazione di Delano, scritta “a dodici anni dall’inizio del Millennio del Terrore” e quindi nel 2008, è datata in calce 2012. Ma del resto, trattandosi di fantascienza, tutto è possibile.

 

Abbiamo parlato di:
2020 Visions
Jamie Delano, Frank Quitely, James Romberger, Warren Pleece, Steve Pugh
Traduzione di Antonio Solinas, smokyman
Green Comm Services, 2012
304 pagine, brossurato, bianco e nero – € 25,90
ISBN: 9788890788505

Riferimenti:
www.greencommservices.it/2020buy.html
smokyland.blogspot.it/2012/10/2020-visions-jamie-delano-lucca-2012.html
smokyland.blogspot.it/2012/11/kerblooey-ovvero-le-sfide-del-tradurre.html smokyland.blogspot.it/2012/11/2020-visions-le-facce-del-futuro.html
Anteprima del volume su ^Sigh^Comics! 

Etichette associate:

Steve PughWarren PleeceJamie DelanoDavide De CubellisJames RombergerVertigoIn Evidenza

Puoi leggere anche:

Condividi:


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :