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21 giugno - Jeet Thayil alla serata conclusiva del Festival Letterature di Roma

Creato il 14 giugno 2012 da Pupottina
21 giugno - Jeet Thayil alla serata conclusiva del Festival Letterature di RomaGiovedì 21 GIUGNO, ore 21 - Basilica di Massenzio Letterature, Festival Internazionale di RomaLetture di inediti di
ASCANIO CELESTINI - JEET THAYIL - MASSIMO GRAMELLINI
Musica di PASQUALE INNARELLA e RUSTICO X BAN

JEET THAYIL Narcopolis Neri Pozza - Euro 16,50 - 304 pagine Nel cuore della Bombay degli anni Ottanta, in Suklaji Street, una strada di bordelli e di poveri coperti di stracci, capita un giorno Dom Ullis, un cristiano siriano che si è messo nei guai a New York ed è stato rispedito nella turbolenta metropoli indiana per rimettersi in sesto. Dom Ullis si rifugia nella «cucina» di un bordello in cui si cela una fumeria d’oppio. È il regno di Rashid e di Dimple, un giovanissimo eunuco dotato di leggiadra grazia e sofisticata femminilità. È il regno anche di una singolare compagnia di oppiomani di paesi e fedi disparate: l’enigmatico Mister Lee, l’uomo d’affari scappato dalla Cina comunista, raffinato insegnante-amante di Dimple; Xavier, il bizzarro pittore francese capace di rintanarsi nella fumeria per un’intera settimana; Rumi, il fumatore psicopatico; Salim, l’impiegato bengali in pensione che si cura della cassa della fumeria; Jamal, il figlio di Rashid; e artisti, filosofi, poeti e prostitute che si immergono nelle loro mirabolanti fantasticherie aspirando oppio. Ad accoglierli e a preparare le pipe è Dimple. È analfabeta, perché per indigenza il padre lo ha venduto bambino a uno sfruttatore che lo ha evirato e avviato alla prostituzione; ma la sua spiccata intelligenza lo ha indotto a imparare l’inglese attraverso i contatti coi numerosi frequentatori stranieri  del bordello-fumeria. Con i suoi ospiti Dimple discute di Dio e del sesso, dell’amore e del significato dell’esistenza, della crudeltà della vita e… del Patar Maar, l’assassino di pietra che gira di notte nei quartieri dei poveri e li uccide metodicamente, come un angelo sterminatore che cerca di mettere fine una volte per tutte alla loro miseria. Magnifico romanzo in cui un’umanità insaziabile, eccentrica e smodata si svela anche generosa e ricca di poesia e amore, Narcopolis ci offre un ritratto mai visto di Bombay, una multiforme, brulicante metropoli dove la vita pulsa e rivendica i suoi diritti ovunque: nelle strade dei poveri, nei bordelli più infimi, nei locali amati da artisti e poeti.
«Narcopolis è tutto quello che uno si immagina, ma ha quasi timore di dire – droga, fumerie d’oppio, sesso e Bombay al centro di tutto – lo splendore della città e la sua desolazione, i bassifondi e il miscuglio di razze, classi, religione, violenza e morte… Insomma, Narcopolis è un grande libro».The Hungry Reader«Tre decenni trascorsi a contemplare Bombay in tutto il suo lussurioso squallore… il vomito, la violenza, il glamour triviale e la terribile bellezza di una città trasformati in qualcosa che si annuncia subito come un vero e proprio classico di culto».
Hindustan Times
«Coinvolgente fino all’estremo e narrato con una febbrile e furiosa necessità, Narcopolis ci offre un mondo che è ad un tempo fantastico e realistico. Jeet Thayil ha scritto un’opera che può trovare posto solo accanto a un Roberto Bolaño».
Alan Warner
«La Bombay di Jeet Thayil è una città onirica dai sogni inquieti… Narcopolis muterà per sempre la maniera in cui siamo abituati a guardarla».
Hari Kunzru
Jeet Thayil è nato in Kerala nel 1959 e attualmente vive a Delhi. Ha studiato a Hong Kong, New York e Bombay, città nelle quali suo padre lavorava come editore e scrittore. Thayil è uno dei più noti poeti indiani, autore di quattro raccolte di poesia e curatore di Bloodaxe Book of Contemporary Indian Poets (Bloodaxe, U.K., 2008), 60 Indian Poets (Penguin India, 2008). È, inoltre, compositore e chitarrista, creatore, insieme con Suman Sridhar, del progetto di musica contemporanea Sridhar/Thayil (Mumbai, New Delhi). Narcopolis è il suo primo romanzo.

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