21 grammi, La Effe, ore 22,50.
Con il credito guadagnato grazie al successo sul mercato Usa di AmoresPerros il duo Alejandro González Iñárritu (regista) e Guillermo Arriaga (sceneggiatore) nel 2003 varca la Frontera e dal patrio Messico sbarca con tutti gli onori a Hollywood. I due trovano un buon budget e un cast di attori di prima fascia entusiasti di lavorare con loro: Sean Penn, Naomi Watts, Benicio Del Toro. Più Melissa Leo e Charlotte Gainsbourg. Il risultato è 21 grammi, che ricalca la struttura già codificata dei film Iñárritu-Arriaga: tre storie non parallele ma che si muovono in contemporanea nello stesso spazio-tempo e destinate a collidere in un punto, in un minievento che le condizionerà tutte. Cinema del caso e della necessità, che genialmente ci mostra come un atto minimo può, secondo la teoria del caos, creare imprevedibili effetti a catena sulla nostra vita e quelle altrui. L’implacabile, perfetto congegno narrativo Iñárritu-Arriaga è questo e non altro, sempre riprodotto fino a Babel con estrema coerenza, e sempre molto efficace. 21 grammi, che secondo una teoria esoterica sarebbe il peso che il corpo perde nel momento della morte (il peso dell’anima trasmigrata altrove?), è film cupissimo di incidenti, morti, tossicodipendenze, trapianti. Eppure è stato un enorme successo. Dopo Babel la coppia Iñárritu-Arriaga si rompe, e quello che meglio se l’è cavata dopo da solo è di sicuro il primo che con Birdman ha realizzato la sua miglior cosa di sempre, bagnata da una pioggia di Oscar.