
Ieri, 21 marzo 2011, non e’ successo quasi nulla.
L’amico del gas, Putin, ha detto che la missione ONU e’ una crociata medievale confessando con cio’ alla comunita’ internazionale di essere un lettore di TNEPD (vedi post di ieri).
Nel nord dell’India, regione del Kashmir, la Terra ha tremato realizzando una scossa tellurica di 5,8 gradi della scala Richter e confessando con cio’ all’intero universo di essere una lettrice di TNEPD; se non lei, i tecnici di HAARP. (vedi post di ieri)
In Medio Oriente prosegue a pieno regime la sagra del kebab. L’Emiro del Bahrein (che si e’ fatto mandare un esercito dall’Arabia Saudita per dare una scartavetrata al suo pueblo scontento) ora si lamenta che le rivolte sono fomentate dall’esterno. E chi le potrebbe fomentare queste rivolte? Lui sostiene che e’ l’Iran, ma non ha l’aria troppo convinta. Noi sappiamo che e’ Soros. Anche il ‘presidente’ yemenita ha pensato bene di chiedere aiuto ai sauditi, cioe’ allo zio Sam.
E’ un copione che si sta ripetendo quasi ovunque: prima un manipolo di ONG occidentali preparano il terreno, poi scatta una rivolta farlocca, poi il titolare della cadrega spara un po’ sulla folla, poi alza i tacchi intascandosi un adeguato gruzzoletto di dollari e viene sostituito da un suo simile meno inviso al pueblo. Se cio’ e’ sufficiente, allora temporaneamente finisce li’, altrimenti si ripete il copione finche’ non basta. Fanno tutti cosi’. Tutti tranne Gheddafi (e prevedo che non fara’ cosi’ nemmeno Ahmadinejad quando arrivera’ il suo turno).
In Libia sono state fomentate dall’esterno – come dice anche l’emiro del Bahrein – una becera rivolta secessionista quasi integralmente mercenaria, un ridicolo movimento di giovani che trascorrono la giornata a fare conferenze stampa e pure un sommovimento a sfondo religioso. Stavano troppo bene i libici, piu’ o meno come gli iraqeni qualche anno fa. Quando e’ venuta l’ora X, le sommosse sono partite tutte insieme. Lo scopo della rivolta secessionista della Cirenaica era di costringere ad una reazione militare il governo centrale (per creare un casus belli, ‘na scusa per scaricargli addosso un po’ di piombo umanitario), il ruolo dei twittaroli era di frignare in diretta tivvu’, l’aspetto religioso fa sempre colore. Gheddafi pero’ non ha sparato sulla folla, non ha alzato i tacchi ed i capitali suoi e dello stato libico sono stati prontamente scippati dal Fondo Monetario Internazionale, ossia da chi tiene la contabilita’ dei suoi invasori, UE e USA. Gli stessi che ieri l’hanno ufficialmente embargato azzerando in tal modo il futuro economico libico prossimo venturo sempre che di Tripoli, ex citta’ dalle gradevoli architetture, sopravviva qualcosa dopo i bombardamenti. Povero Muammar, gli hanno anche accoppato nu piezz ‘e core.
Mentre altrove si muore, da noi ci si trastulla con la diatriba: “I Tornado italiani hanno lanciato i missili oppure no?” ed il patema: “Facciamo autocritica per i passati rapporti con Gheddafi?” 295 fonti la prima e 259 la seconda, non so se mi spiego.
Senza vergogna. La grettezza dello spirito popolare, nella sua piu’ disinvolta pochezza, e’ la peggior notizia di ogni giornata.
p.s. Comunicazione ai lettori piu’ ostinati:
Trascorrero’ 15 delle prossime 24 ore su alcuni aerei. Da programma dovrei passare pure sulla “no fly zone” libica, ossia sulla “zona in cui non si vola”, che poi e’ attualmente la zona di maggior traffico aereo militare del pianeta. Curiosita’ che va di moda chiamare ossimori. Non a caso ho preso posto accanto al finestrino.
Se tutto va bene, questa rubrica continuera’ dopo la pausa, altrimenti probabilmente mi vedrete a cavaceci in un video di Al Jazeera, con la canna di un vecchio Kalashnikov alla nuca, circondato da spietati mercenari della CIA travestiti da integralisti islamici.

