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21enne gay suicida a Roma: “Non sto bene in questa società”. Secondo Amnesty l’80% non denuncia

Creato il 28 ottobre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Un 21enne romano, ieri, è stato trovato morto sulla Casilina, dopo un lancio nel vuoto dall’undicesimo piano dell’ex pastificio Pantanella.

Fiori sul luogo dove il 21enne si è suicidato (foto ansa.it)

Fiori sul luogo dove il 21enne si è suicidato (foto ansa.it)

I motivi li si trovano in una lettera, trovata dagli inquirenti, in cui il ragazzo in un atto di estremo coraggio spiega si suoi genitori e alla società italiana la causa di questo atto che lo ha portato al suicidio. La prima cosa da fare, forse, sarebbe quella di capire, non tanto il suicidio in sé, ma tutto il dolore che questo ragazzo ha vissuto per arrivare ad un simile gesto. Gli investigatori non escludono che il giovane fosse bersaglio di atteggiamenti omofobi anche se, al momento, le indagini non si orientano sul versante dell’istigazione al suicidio.

Nella lettera scritta dal giovane, questi non fa accuse specifiche, ma spiega di non trovarsi bene in un mondo in cui esiste l’omofobia. In un biglietto lasciato a casa ai genitori ha scritto: “L’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza”.

I genitori del ragazzo che frequentava la facoltà di scienze infermieristiche, increduli e sotto choc, hanno riferito di non essere a conoscenza dell’omosessualità del figlio: “Eravamo ignari di questo suo tormento interiore. Non sapevamo che nostro figlio potesse essere omosessuale, né di questo suo disagio nei confronti dell’omofobia”.

La Procura, questa mattina, ha avviato un fascicolo, che è stato aperto dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e dal sostituto Antonio Clemente, i quali hanno affidato una delega alla polizia per effettuare una serie di accertamenti: gli inquirenti ascolteranno anche parenti e amici del ragazzo per cercare di definire i contorni in cui si è consumata la tragedia.

Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, si è così espresso: ”Il suicidio del ragazzo di 21 anni a Roma è un altro fatto tragico. Aspettiamo di avere maggiori informazioni, ma se come si apprende si tratta di un ragazzo gay, siamo di fronte ad un ennesimo caso. I suicidi o i tentativi di suicidio di giovani omosessuali sono un dato allarmante. Alla nostra linea verde Gay Help Line 800.713.713 riceviamo 20.000 contatti all’anno e dai dati in nostro possesso risulta che un omosessuale su dieci nella sua vita ha pensato al suicidio”. “E’ ora di dire basta. Le istituzioni diano una risposta urgente nella lotta all’omofobia e nell’allargare la sfera dei diritti gay”.

Un recente rapporto di Amnesty International, intitolato “A causa di ciò che sono: omofobia, transfobia e crimini d’odio in Europa”, mette in luce “le lacune esistenti nella legislazione di molti paesi europei in cui l’orientamento sessuale e l’identità di genere non sono espressamente compresi nei motivi per cui i crimini d’odio possono essere perpetrati. Il rapporto evidenzia, inoltre l’inadeguatezza degli standard dell’Ue sui crimini d’odio in materia di contrasto della violenza omofobica e transfobica”.

Secondo questo sondaggio, interno dell’Ue, l’80% dei casi di violenza omofobica e transfobica non viene denunciato alla polizia, spesso per timore di un’ulteriore vittimizzazione a causa di un’omofobia e transfobia istituzionalizzate. In altri casi, conclude Amnesty, i gay non apertamente tali non segnalano gli attacchi subiti perché hanno paura di essere scoperti da coetanei e parenti”.

  • 21enne gay suicida a Roma: “Non sto bene in questa società”. Secondo Amnesty l’80% non denuncia
21enne gay suicida a Roma: “Non sto bene in questa società”. Secondo Amnesty l’80% non denuncia

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