22. Magma

Creato il 23 settembre 2010 da Fabry2010

da qui

I due sono davanti al pub. Bisognerebbe descrivere il locale nei particolari, soprattutto ora che c’è Giulio, tipo preciso, anzi pignolo, come s’è già detto; lui riporterebbe ogni dettaglio della struttura in legno e in cemento, le caratteristiche delle pareti e degli oggetti appesi, i televisori collocati ai lati opposti della sala, i rumori di fondo: dalle chiacchiere degli avventori, alla musica – generalmente rock – diffusa a volume alto e senza interruzione, all’andirivieni delle cameriere con le magliette blu e il logo dell’esercizio in bella vista, ai mille altri segni che si potrebbero leggere, interpretare e collegare fino a riempire la pagina e trasformarla in una scenografia perfetta per accogliere la commedia umana. Qui, invece, si va al sodo; basta accennare al tavolino dove i due si accomodano guardandosi intorno con curiosità, sospesi entrambi a una domanda che fatica a formularsi, al punto che Giulio ne pronuncia un’altra molto più abbordabile:
- Sei sicuro sia questo il tavolino?
Leopoldo lo guarda sorpreso:
- Perché me lo chiedi?
- Dobbiamo ricreare le stesse condizioni. In che posizione ti trovavi?
- Sono sempre stato qui, rivolto in direzione del bancone, con le spalle alla saletta del piano inferiore.
- Cosa c’è in quella sala?
- Si utilizza se il salone superiore è pieno.
- Da quale parte appaiono le ombre?
- Da lì. Leopoldo indica il fondo del locale, da cui viene il frastuono delle voci che cerca di sopraffare quello della musica. Dal magma ribollente emerge una figura allampanata, con due occhialetti tondi appollaiati sopra il naso dritto, perpendicolare a un paio di baffi ben curati; la fronte spaziosa è sormontata da un cappello grigio con una fascia scura. Giulio e Leopoldo rimangono entrambi senza fiato, incapaci di pronunciare una parola.