Non mi sono mai piaciuti i falò sulla spiaggia... odio l'umidità, il contatto sale-pelle, la sabbia fredda. Non vedo il fondo del mare, ciò che disegna lontano la lontananza... tutto è instabile. Quella sera la luce lunare, perfettamente perpendicolare, aveva disegnato il coperchio del mare al centro del mio orizzonte... mi sarei gettato in acqua solo per tirarlo su e vederlo, almeno per una volta, totalmente scoperchiato.
Però mi piacciono le storie che nascono attorno al falò quando i piedi sfregano sulla sabbia asciutta e raccolgono dal fondo quella bagnata. Il fuoco fa parlare... non abbiamo mai abbastanza fuoco attorno. Fuori hai sempre mantenuto la tua scorza dura, coriacea, sicchè l'occhio non ha mai saputo come attraversarti... la tua parvenza d'albero a volte si è aperta nelle fronde ostendando, in atto di difesa, radici conficcate nella terra:
"Sai... la domenica fa paura... quando sei sola è sempre terribilmente troppo lunga".
Basta poco: il mare era totalmente scoperchiato.