24 Hour Party People – Michael Winterbottom

Creato il 11 febbraio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

11 febbraio 2014 Lascia un commento

Tra i "favolosi anni ’60" e i "mitici anni ’80" ci sono stati i fetentissimi anni ’70 che fanno schifo persino a chi non li ha vissuti. Cio’ vale in specialmodo in Italia ma non siamo qua a buttare il bambino con l’acqua sporca per quanto possa essere lercia e maleodorante. La musica, come uno splendido fiore, e’ cresciuta forte e meravigliosa in tutto quel letame che la circondava, forse contorta ma certo sorprendente e unica. 
Nella seconda meta’ del decennio ’70, negli USA impazzava la disco, nella vecchia Europa il prog rock viveva uno sconsolante ed inevitabile declino, in Italia avevamo i cantautori – per dire la tristezza – ma presto tutto quanto sarebbe stato spazzato via dalla nuova onda inglese che dai Sex Pistols in poi, avrebbe ridefinito totalmente i suoni del decennio successivo con marosi che ancora oggi bagnano le nostre coste.
Al centro dell’uragano vi furono alcuni personaggi chiave e uno di questi fu Tony Wilson, giornalista televisivo prima, discografico poi, uno dei fondatori della "Factory Records" che e’ come dire una cosa grandissima e bellissima. Ecco, il film parla di questo, di musica, di Wilson, di Manchester quindi dei Sex Pistols ma anche Joy Division/New Order, A Certain Ratio, Buzzcocks, Happy Mondays e tutta la "Factory" non quella  warholiana s’intende.
Tra realta’ e leggenda la vicenda si snoda attraverso i ricordi di Wilson interpretato da un fantastico Steve Coogan, che recita e si rivolge al pubblico in una narrazione scanzonata che punta piu’ a ricreare un’atmosfera piuttosto che una ferrea e disciplinata sequenza dei fatti. Merito dell’impostazione voluta da Winterbottom, e’ una continua e divertentissima sorpresa accentuata dalla nostalgia del rivedere i protagonisti di tanti ascolti anche attraverso spezzoni originali dell’epoca che impreziosiscono la fiction e curiosissimi cameo dei veri protagonisti scongelati per l’occasione.
Si potrebbe azzardare che il film sia un vero e proprio documentario, tale e’ la partecipazione di Wilson e degli altri personaggi nel narrare cio’ che avvenne e fu, percio’ il prodotto finito ha poco a che spartire con quanto gia’ visto sino ad oggi, in meglio ovviamente.
Per chi c’era, film fondamentale e non certo per nostalgia, per chi e’ arrivato dopo, una bella lezioncina di storia.

Scheda IMDB


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