E’ giusto ricordare, è giusto celebrare per non dimenticare ciò che è successo. Molte delle persone che hanno vissuto la seconda guerra mondiale non sono più tra noi, bisogna quindi rammentare sempre cosa è accaduto, cosa è stato fatto per non ripetere quegli errori che hanno portato ad un conflitto così grande e brutale. Non ho voluto dare un taglio politico a questo blog perché non mi interessa incentrare dibattiti su questo, qui si parla di letteratura, di scrittura. Sono però profondamente convinto che un diritto inviolabile dell’essere umano sia la libertà e questa certamente non poteva essere espressa sotto un governo totalitario, dove il cittadino non aveva la minima possibilità di scelta. Il 25 aprile 1945, esattamente 69 anni fa, gli alleati liberarono Milano e Torino, entro il 1 maggio poi tutta l’Italia settentrionale fu liberata, ma per convenzione fu scelto il 25 come data simbolica della liberazione d’Italia.
Il poeta Roberto Roversi ricorda con la poesia La Piazza è in festa quei giorni di gioia palpabile:
La piazza è in festa
Carri armati posano
sotto gli alberi, i negri
ridono, stendono le mani,
la gente nelle vie,
tutte le finestre al sole.
Giorno sacro d’aprile. Alti vocianti
feroci uomini nuovi.
“È finita la guerra”, questo
il popolo grida; gli anni si frantumano,
un mondo nuovo affiora ribollendo
dalla schiuma aspra del dolore.
La piazza bianca di calce, bianca nell’aria d’aprile,
tacque; un uomo apparve sul palco,
parlò poche parole aprendo
la nuova storia.