Ormai non manca più tanto. L’aria è già carica di quell’elettricità e adrenalina che derivano da molteplici fattori: arrivano le vacanze (ma arrivano davvero? sembrano lontanissime), come sopportare il parente prossimo a tavola il venticinque, hai ancora tutta al lista regali inevasa e non hai il tempo materiale per farli, ma sei sicuro che l’albero regge o l’abbiamo caricato troppo, pandoro o panettone, io non sarò mai brava come Csaba su Real Time a conciare tutto per le feste e poi mi ripeti che facciamo a capodanno che mi avvantaggio…
Ma questo, dicevamo doveva essere un post allegro. E a ben pensarci questi pensieri non sono così terribili e fanno parte di quella articolata, incoerente, frizzante, scoppiettante atmosfera che regna in questi ultimi giorni prima del Gran Giorno.
Io, ovviamente, regali ancora non ne ho fatti e dovrò sbrigarmi al più presto. In compenso li faccio a me stessa, ché coccolarmi mi piace sempre.
Incontrare la cara Luis, che mi segue silenziosa da sempre su questo blog e che ringrazio per tenermi sempre in considerazione e per le cose carine che ha detto oggi su questo spazio e sul mio lavoro qui (grazie, sei stata dolcissima!), era un desiderio che avevo da quando mi sono trasferita qui a Torino, ma per una cosa o l’altra abbiamo sempre rimandato. Arrivati alla soglie della fine di questo anno non potevo rimandare oltre. Si va allora a Milano!
Il risultato è stato piacevolissimo. Passeggiare e chiacchierare per le strade di una città a me sconosciuta mi ha elettrizzato, come mi ha entusiasmato visitare una nuova mostra, e fare tutto ciò con una persona con cui condivido varie cose, non ultimo l’amore per la lettura e i libri, dei quali potremmo parlare per ore, ha reso la giornata magica.
Ma la giornata mi ha donato anche altro. In quel di Porta Susa attendo il treno per Milano e, mentre penso bellamente ai fatti miei, ecco che mi trovo davanti una faccia familiare! Ancora un’amica, anche lei non incontrata da oltre un anno. “E cosa ci fai qui a Torino?” Abbiamo preso il treno insieme e chiacchierato per tutto il tragitto. Si è parlato di noi, del passato, dei vecchi amici in quel di Bologna, del futuro, delle prospettive, delle speranze e delle paure e si è riso e scherzato, tornando un po’ come quelle matricole che eravamo nella giungla universitaria quando ci incontrammo per la prima volta… Sono, questi, attimi inaspettati che ti riempiono di gioia. Chissà quando avrei rivisto Annina se il caso non avesse voluto farci incontrare in una fredda mattina invernale a ridosso della festa che amo di più? Comincio a credere che Babbo Natale esista e mi ascolti… beh, se è così, grazie per questo splendido incontro.
Cos’altro potevo regalarmi? Un weekend sereno con gli amici, arrivati dritti dritti da Bologna per passare il tempo con me e amorcito. Per due giorni ho avuto 3 simpatici cavalieri (considerando anche amorcito) a proteggermi a farmi divertire mentre andavamo a spasso per la città. C’è stato un momento di panico quando ho avuto la brillante idea di andare con tre uomini a comprare delle semplici cuffie per ascoltare della semplice musica sperando in un loro consiglio e trovandomi immischiata nella più assurda disquisizione su quale marca e frequenza e checavolonesoio scegliere, ma alla fine ne sono uscita vincitrice e siamo tornati tranquilli e sereni. Uomini e tecnologia, niente di più complicato!
Che altro? Una piccola “cena natalizia” in compagnia dei miei nuovi compagni di corso. Non eravamo tutti, ma chi c’era ha contribuito a rendere la serata molto piacevole. Conoscere persone nuove mi esalta e mi fa sentire viva. Loro poi sono fantastici e per il momento si va tutti molto d’accordo. Ho persino un compagno di banco preferito, un povero martire che mi sopporta nei miei vaneggiamenti, proprio come ai tempi del liceo. Sì, sto regredendo a livelli osceni…
Che era un periodo positivo per le relazioni interpersonali si era capito, vero?
In tutto questo turbinio di eventi e cose da fare e gente da vedere, ho finalmente deciso cosa regalare per Natale ad amorcito.
Infine, per chiudere in bellezza, anche quest’anno in stazione è tornato l’albero dei desideri. L’ho visto a Milano Centrale per primo e l’ho fotografato, ma ce n’è uno anche a Torino Porta Nuova proprio come lo scorso anno. Vedere tutti questi bigliettini con gli auguri e i desideri delle persone di passaggio tra una viaggio e un ritorno mi affascina ogni volta e non perde mai il suo incanto. Avrei voluto anche io lasciare il mio di bigliettino. Cosa ci avrei scritto? Qualcosa del tipo:
“Caro Natale, insegnaci ad apprezzare ciò che abbiamo, a vivere la vita con slancio e senza timori, ad amare e aprirci a chi ci sta attorno, ad avere fiducia e coraggio e, se tutto sembra grigio, racchiudi nel nostro cuore una piccola luce, come un torcia per le emergenze, in modo da poterla accendere e guardare negli di chi ci sta di fronte ciò che ci sarà nei nostri: speranza…”