"Le mani sulla città": in edizione speciale Dvd il capolavoro di Francesco Rosi
CG Home Video e Mustang presentano la nuova edizione restaurata in Dvd del primo "film politico" italiano, co-sceneggiato e diretto da Francesco Rosi, maestro del cinema d'impegno civile in Italia, recentemente scomparso. Le mani sulla città, del 1963, Leone d'Oro al Festival di Venezia dello stesso anno, è un lucido saggio sulla speculazione edilizia in Italia e in specie a Napoli negli Anni '60. Poco più di cinquant'anni dopo, il film di Rosi fotografa anche a noi, come in un saggio profuso nell'inchiesta giornalistica, quanto il conflitto d'interessi avrebbe poi davvero finito per mettere "le mani sulle città".
Un film per certi aspetti persino profetico, come sottolineano gli interventi, fra i contenuti speciali dell'edizione Dvd, di Roberto Saviano e di Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, attraverso interviste a cura di Umberto Rondi. Lunghi interventi che rivelano un asse, un legame indissociabile fra la corruzione di una volta e quella che persiste oggi in forme ancora più scandalose, che non hanno fatto altro che aggravare la situazione del Paese. Saviano in particolare si concentra sulla situazione in alcuni quartieri di Napoli e su un male che non si è mai estirpato. Vedere il film di Rosi dà l'impressione che tutto quello che succedeva allora stia accadendo anche oggi in qualche parte del nostro Paese.
A tal proposito, Saviano suggerisce: "Togliere le tasse a Scampia e portare l'università. Far tornare i diritti, far arrivare le idee, svincolarsi dai sindacati alle destre, dai movimenti ai gruppi religiosi. Puntare a ciò che è impossibile realizzare. E invece c'è un trucco, ogni volta che si realizza qualcosa lo si giudica con il calibro della cosa impossibile da realizzare: questo è l'unico meccanismo che potrebbe rilanciare il Paese". Completano i contenuti speciali il commento del regista Rosi al film, con la sua proverbiale, limpida calma nello sviscerare gli inghippi delle macchinazioni al potere, convinto di aver raccontato la verità, al contrario di chi all'epoca lo tacciò di menzogne.
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