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Creato il 26 marzo 2015 da Malvino
Vengono rese pubbliche le intercettazioni tra Lupi e Incalza, e Renzi lascia montare l’indignazione pubblica senza battere ciglio, ma intanto fa sapere che, nel caso si arrivi a una mozione di sfiducia individuale, non farà nulla per salvare il culo al ministro, sicché a questi non resta che dimettersi, lasciando così libera una poltrona che torna utile per assestare un colpo alla minoranza interna al suo partito, che continua ad essere divisa, ma non si dà per vinta, anzi, minaccia di rendergli difficile la vita in Parlamento: fa girare voce che al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture intende mettere Speranza, che spesso è stato critico nei suoi confronti, ma tra gli oppositori è uno dei più morbidi, così, con una sola mossa, ridimensiona l’Ncd nel suo governo, fa uno sfregio agli oppositori interni al Pd e coglie la palla al balzo per tentare di mettere alla Camera un capogruppo di cui si possa fidare. Grande stratega o volgare maneggione? Uno che s’è formato su L’arte della guerra di Sun Tzu o che ha messo a frutto i mezzucci coi quali il babbo s’è costruito fama di furbo in paese? Tutto sta esclusivamente nell’occhio di chi guarda, ed è per questo – solo per questo – che in tanti, non esclusi i suoi avversari, gli attribuiscono portentose virtù tattiche: oltre a non essere capaci di fare le rivoluzioni, gli italiani non sono capaci neppure di fare le guerre, dunque l’epica della politica è solo una figura retorica. Solo in Italia un inculamorti può passare per grande generale. 

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