L’Italia chiede di giocare con il lutto al braccio, invita gli iracheni a fare lo stesso e chiede che venga osservato un minuto di silenzio. Solo la prima richiesta viene accolta. Il CIO si nasconde dietro problemi di protocollo, il CONI non si fa sfuggire l’occasione di polemizzare, il comitato olimpico iracheno prima dice sì al lutto al braccio e poi ci ripensa.
I giocatori e l’allenatore dell’Iraq Hadnan Majeed sono, invece, molto chiari: voi piangete un morto, noi ne piangiamo a migliaia ogni giorno, uomini donne e bambini. Parole che lasciano intendere come di quei morti anche lo Stato italiano si dovrebbe sentire responsabile.
Le squadre scendono comunque in campo provando a dare un messaggio distensivo. Prima della partita gli iracheni omaggiano con dei fiori gli italiani e posano insieme con loro nella rituale foto di gruppo. Poi la partita inizia. Niente da aggiungere. Tranne che Gilardino segna all’ottavo minuto e regala all’Italia under 23 un bronzo e un podio olimpico che mancava da 68 anni.
federico