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27 gennaio 2011: IL PENTAGRAMMA DI FERRO – MUSICA NEI LAGER NAZISTI

Creato il 25 gennaio 2011 da Sarettacecia

Il 27 gennaio in onore alla Giornata dell Memoria:

IL PENTAGRAMMA DI FERRO – MUSICA NEI LAGER NAZISTI

27 gennaio 2011: IL PENTAGRAMMA DI FERRO – MUSICA NEI LAGER NAZISTI

Carrieri

Progetto di Alessandro Carrieri e del pianista Pierpaolo Levi.
Serata a celebrazione della Giornata della MEMORIA con la partecipazione dell’attrice Maria Teresa Celani e della cantanteSilvana Martinelli.

Concerto per pianoforte di Pierpaolo Levi
Voce narrante Alessandro Carrieri

Programma:

Viktor Ullmann (1898 – 1944) – Sonata n. 5 op. 45
Allegro con brio,
Andante,
Toccatine,
Serenade,
Finale fugato.

Viktor Ullmann (1898 – 1944) – Sonata n. 6 op. 49
Allegro molto,
Allegretto grazioso,
Presto ma non troppo,
TempoI (allegro molto).

Gideon Klein (1919 – 1945) – Sonata
Allegro con fuoco,
Adagio,
Allegro vivace.

Carlo Sigmund Taube (1897 – 1944) – Ein judisches Kind, per voce e pianoforte.

27 gennaio 2011: IL PENTAGRAMMA DI FERRO – MUSICA NEI LAGER NAZISTI

Levi

La musica nei campi Lager nazisti fu parte integrante dell’organizzazione della vita dei deportati. Le sue funzioni furono molteplici e i suoi protagonisti sono entrati ormai a pieno diritto nella storia della musica. Sebbene non tutti i prigionieri si occupassero direttamente di musica, la maggior parte di essi vi entrò in contatto in qualche forma ad esempio marciando al suo ritmo sulla via per andare o tornare dal campo di lavoro. La musica non è qui fonte di conforto, a volte dilania l’anima come ricorda Primo Levi: <>. Fare musica avveniva – come suggerito da Levi – su incarico dei sorveglianti, la “voce dei Lager” si inscrive nella tragedia complessiva di distruzione e spersonalizzazione messa in opera dai nazisti nei Lager. Sebbene si riferiscano a questi ultimi, le osservazioni di Levi si possono estendere anche ai Ghetti di Hitler. A questa musica imposta, strumento di oppressione, si contrappone un altro tipo di musica, quella auto-organizzata dai prigionieri nei ghetti e nei Lager. È questa, propriamente, la voce delle vittime. Attraverso la musica i deportati esprimevano le loro paure, le speranze, le proteste e cercavano tanto di dare forma, quanto di superare o dimenticare, per un breve lasso di tempo, la quotidianità del ghetto o del Lager. La musica diventa così forma di protesta, di resistenza, perfino di azione politica.Carolus L.Cergoly (1908 – 1987)- Poesie da “Le clandestine”

Per maggiori informazioni sull’evento Teatro Miela (fonte delle info e foto qui sopra)



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