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27 gennaio 2015, Giorno della Memoria – “If we don’t learn the lessons these pictures teach, NIGHT WILL FALL”. Ancora sul lavoro di Singer. I racconti di chi ha testimoniato l’inferno. E un link a Death Mills (1946).

Creato il 25 gennaio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
81cE5B6vSzL__SY679_di Rina Brundu. Dentro questa sorta di staffetta televisiva mondiale per trasmettere NIGHT WILL FALL – il film documentario di Andre Singer che fa uso del metraggio originariamente girato dalla truppe alleate nell’aprile del 1945 per il German Concentration Camps Factual Survey ordinato dal Ministero dell’Informazione britannico – stasera è stato il turno del canale inglese Channel Four di mandarlo in onda. Avere la possibilità di vedere questo lavoro in lingua originale e un in-più importante alla luce del fatto che la maggior parte di coloro che portano testimonianze di prima mano sono soldati, ufficiali, inglesi o americani, e sopravvissuti che si raccontano per lo più in lingua inglese.

If we don’t learn the lessons these pictures teach, night will fall” ammonisce alla fine del film il narratore, “Se non impariamo le lezioni che queste immagini insegnano, VERRA’ LA NOTTE”. Ecco, adesso conosco il senso del titolo di questo documentario, ma dopo la “seconda visione” mi è finanche diventato più facile parlarne. Era impossibile farlo dopo la prima, non a caso, ligi alla loro etica professionale, e prima che il programma iniziasse, le voci fuori campo inglesi si sono preoccupate di informare che “This film contains scenes that some may find upsetting… disturbing footage”. A dire il vero, questo fu anche il motivo che 70 anni fa portò il Ministero dell’Informazione di Sua Maestà a relegare negli scaffali il buon lavoro cineastico fatto con la supervisione di Alfred Hitchcock. O almeno uno dei motivi. Un altro si vuole riconducibile all’idea che presto la Germania sarebbe potuta diventare un alleato importante nella guerra fredda contro i sovietici e non si volevano turbare le coscienze dei tedeschi più del necessario. Ma queste sono altre storie.

Il “girato” – e quindi l’originale metraggio – inizia con le truppe di liberazione che si avvicinano a Berlino e al campo di Bergen Belsen. L’arrivo nel cuore della germania hitleriana era stato quasi “piacevole” per i soldati anglo-americani: ne avevano apprezzato le case e i giardini ordinati, gli sfondi romantici, l’atmosfera da cartolina… fino a che non sentirono… that smell. L’odore. Quell’odore. Entrarono nel campo recintato e fu come testimoniare l’inferno. “It’s hard to imagine for a nomal human mind… I had peered into hell… It’s not easy for me to talk about that and it’s hard to describe” racconta in lacrime un soldato Americano, “Sono cose difficili da figurare per una mente umana normale… avevo sbirciato nell’inferno… non è facile per me parlarne ed è difficile descriverlo”. “Non ci sono parole per descrivere l’orrore!” gli fa subito eco con tono più deciso Winston Churchill quando informato dei fatti. Poco tempo dopo, lo stesso generale Eisenhower, venuto ad accertarsi di persona della realtà dei campi, ebbe a rimarcare: “Ho spesso sentito dire che il soldato americano non sa perché sta combattendo, almeno adesso sa contro cosa sta combattendo”.

Messo sull’avviso, anche Sidney Bernstein – guru mediatico in forza al Ministero dell’Informazione britannico – si precipitò in Germania e – racconterà lui stesso – diede ordine che si filmasse tutto quello che un giorno avrebbe potuto provare che ciò che stavano testimoniando era avvenuto veramente. Per lo stesso motivo fu tra coloro che spinse affinché i cittadini comuni tedeschi, le autorità dei leggiadri paesini vicini fossero portate nei campi, e fossero filmate mentre colà si trovavano in maniera che quella visita non l’avrebbero mai potuta negare.

Col passare dei giorni e delle settimane giunse voce dei filmati che i russi stavano girando nei campi polacchi, ad Auschwitz in particolare e Bernstein decise che avrebbe utilizzato anche quel metraggio… Fu infatti in quel campo – dove hanno trovato una morte inumana più di un milione tra uomini, donne e bambini – che i soldati dell’armata sovietica scoprirono interi capannoni riempiti con capelli di donne, scarpe, denti, dentiere, spazzolini, spazzole, occhiali… Scoprirono insomma che dei prigionieri non veniva buttato via niente: tutto veniva religiosamente riciclato prima e dopo le cremazioni. Men che meno venivano buttati via i loro averi più preziosi che avevano portato con se nell’illusione che stessero semplicemente cambiando casa. “Si dice che gli stivali di un uomo morto portino sfortuna, ma cosa succede con i giocattoli di un bambino defunto?”.

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Il link Youtube al film di Billy Wilder – Nazi Holocaust – Death Mills (1946) – Original WWII Footages_Full Length Historical Documentary -, prodotto dagli americani quando gli inglesi decisero di lasciare negli scaffali il film supervisionato da Hitchcock.

Il link all’esclusiva intervista di Channel Four a Andre Singer

81cE5B6vSzL__SY679_Il link alla pagina Amazon dove si può acquistare il DVD “NIGHT WILL FALL”

Il link a un mio precedente scritto su questo documentario

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