27 marzo 1810 Napoleone conquista Maria Luisa

Creato il 26 marzo 2010 da Marinam

Liquidata velocemente, cioè a dire scaricata, la fascinosa ma sterile ed ormai anzianotta Joséphine, Napoleone alla fine del 1809, quando cioè la sua fortuna è ancora allo zenit, è di nuovo libero e pronto a riammogliarsi per fondare una dinastia. Bonaparte, imperatore dei francesi dal 1804, vuole lasciare il frutto delle sue straordinarie conquiste a suo figlio e la bella creola, che ha contribuito e non poco alla straordinaria escalation del piccolo generale corso, di eredi non gliene ha dati e mai gliene potrà dare. Quindi exit Joséphine, sistemata con un bell’assegno di mantenimento (che non le basterà, avendo essa le mani bucate ed una smodata passione per abiti e gioielli) nel dolce esilio della Malmaison, e via libera ad una nuova sposa, possibilmente giovane e feconda. Certo nell’Europa dell’epoca non sono numerosi i sovrani, grandi e piccoli, disposti a mettere in casa, sotto forma di genero o di cognato, quello che agli occhi di molti è solo un usurpatore sanguinario e prepotente. La candidata n. 1, è una delle sorelle dello zar Alessandro I il quale però risponde con un secco rifiuto alla proposta francese. Gli inviati dell’imperatore sono costretti a guardare altrove e in quel momento il cancelliere austriaco Metternich, valutando che dopo l’umiliante e recentissima sconfitta subita a Wagram un matrimonio conciliatore può essere un ottimo mezzo per recuperare, nella pace, le forze e parte del prestigio perso in Europa, cala il suo asso sul tavolo delle trattative. La candidata n. 2 è pronta e si chiama Maria Luisa, ha 18 anni, e non è una arciduchessa di seconda scelta, ma addirittura la figlia dell’imperatore d’Austria. Il fatto che la ragazza sia anche doppiamente pronipote di Maria Antonietta alla quale cui i francesi hanno tagliato la testa da meno di venti anni, provoca qualche brivido specie a Vienna, ma la ragion di stato ha la meglio e l’arciduchessa (che ha entrambi i genitori figli di una sorella e di un fratello della sfortunata regina) nel marzo del 1810 si mette in viaggio verso la nuova patria. Insomma un matrimonio che più combinato non si può, come da tradizione fra gli Asburgo per i quali figlie e sorelle sono semplici oggetti di scambio e di trattativa. Eppure questa unione nata a tavolino ha un avvio estremamente romantico, poco in linea con la rudezza napoleonica e per questo ricordato con dovizia di particolari dagli storici bonapartisti, felici di scoprire nel loro eroe un lato umano e tenero e non solo genio guerriero. Per farla breve, Napoleone è soddisfatto, grazie all’arciduchessa può garantire alla progenie un sostanzioso travaso di sangue blu della migliore specie, il “brigante corso” in questo modo entra nell’Olimpo delle famiglie reali, però Maria Luisa è un terno al lotto. Di lei al futuro sposo sono arrivati dei ritratti che ahimé, vista la facilità e la frequenza con cui i pittori di corte celano i difettucci delle candidate meno avvenenti, sono da prendere con un certo beneficio del dubbio. Ma l’imperatore ha avuto dei resoconti ottimistici sulle doti di questa bionda tedesca e diventato sposino intrepido dopo i lunghi anni di torpore accanto ad una donna più vecchia, non vede l’ora di incontrare la sua promessa. Così in una sera piovosa di quella fine di marzo del 1810, mentre tutta la corte è in febbrile attesa nei saloni del castello di Compiègne, l’imperatore acchiappa il cognato Murat, salta su calessino e a briglia sciolta si dirige verso il villaggio di Courcelles. Qui i due, avvolti in ampi mantelli si appostano sotto il portico della chiesa, ma quando compare la carrozza Napoleone non resiste alla curiosità e, invece di dare soltanto una sbirciata veloce alla ragazza, salta dentro la berlina, sposta sul sedile di fronte la sorella Carolina e con impeto bacia l’arciduchessa un po’ sbigottita. Maria Luisa, non si rende subito conto che si tratta dell’imperatore in persona, però è immediatamente conquistata e travolta da questa improvvisa avventura. Il corteo si dirige a briglia sciolta verso il castello di Compiègne, qui Napoleone disbriga in fretta e furia la formalità delle presentazioni e infischiandosene dell’etichetta e delle convenienze si ritira nei suoi appartamenti con Maria Luisa. Lei in effetti è solo una moglie per “procura” ma il sovrano ha voglia di consumare subito le nozze e la mattina dopo, soddisfatto e raggiante, consiglia ad un familiare di sposare una tedesca: “sono le migliori mogli del mondo, buone, ingenue e fresche come rose”. Dopo le cerimonie ufficiali delle nozze, la luna di miele prosegue a Compiègne per tutto il mese di aprile e accanto alla sposa austriaca l’imperatore trascorre alcune settimane di relativa serenità impegnato in passatempi mondani a lui del tutto estranei. Fra i due le cose sembrano filare nel verso giusto, lui ha un passato burrascoso dal punto di vista sentimentale (e anche un paio di figli naturali la cui nascita gli ha fatto tirare un sospiro di sollievo) e con le donne è piuttosto sbrigativo, però l’ingenua diciottenne è totalmente di suo gusto. Maria Luisa è belloccia, si rivela dotata di un temperamento focoso e soprattutto ma non di una mente eccelsa, una combinazione perfetta: a Napoleone le femmine argute non sono mai state simpatiche. La Asburgo non smentisce la fama delle donne di famiglia, considerate ottime “fattrici”: a luglio del 1810 è già incinta e il 20 marzo 1811 mette al mondo Napoleone Francesco, il Re di Roma.

Potevano in Francia, dove Bonaparte è ancora un mito dimenticare una ricorrenza di tale portata? Certo che no, infatti il castello di Compiègne, prima dimora francese di Maria Luisa, accoglie a partire dal 28 marzo (fino al 19 luglio) una mostra che celebra il duecentesimo anniversario delle nozze imperiali ricostruendo l’atmosfera del periodo e proponendo molto di quanto fatto realizzare da Napoleone per ricevere la sua giovanissima sposa. Nelle sale sono raccolti oltre 200 pezzi, dai regali di nozze, al corredo dell’imperatrice, a mobili realizzati per l’occasione e poi dipinti, disegni, stampe, sculture (fra cui i celebri marmi di Canova), oggetti d’arte, abiti, sete, gioielli. Napoleone sceglie Compiègne non a caso, il castello ad una cinquantina non lontano da Parigi, infatti era stato teatro 40 anni prima di un altro incontro, quello fra l’arciduchessa Maria Antonietta e il delfino, futuro Luigi XVI. Ricordare la prozia della neo sposa, la cui tragica fine è ancora cosi vicina nel tempo, può apparire come una mancanza di tatto, ma in effetti le nozze possono anche essere considerate un atto politico di espiazione e di riconciliazione per il crimine commesso nei confronti dell’ultima regina di Francia. Inoltre questo matrimonio non è solo un evento privato, ma rappresenta un ulteriore passo verso la pace (che poi si rivelerà fragile ed effimera, esattamente come il rapporto fra i due sposi) consolidata dalla nascita dell’attesissimo erede. Maggiori informazioni, compreso un sostanzioso dossier de presse (che è quasi un catalogo) nel sito del museo qui.

Nella prima immagine Maria Luisa ritratta da Gerard (Paris, musée du Louvre), qui sopra l’imperatrice con il Re di Roma in un dipinto di Franque conservato al castello di Versailles.


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