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Creato il 28 aprile 2015 da Malvino
«Mi auguro che il governo non metta il voto di fiducia sull’Italicum. Se verrà messo, forse non risponderò all’appello, ma escludo di votare no alla fiducia», così Rosy Bindi (Piazza Pulita – La7, 27.4.2015), e c’è da scommettere che questa sarà la linea di quasi tutta la minoranza interna al Pd, quella che tanto ha starnazzato fin qui su quanto l’Italicum faccia schifo e su quanto faccia schifo metterci sopra il voto di fiducia: in sostanza, queste patetiche figurine non renderanno mai i loro voti utili ad impedire che la schifezza diventi legge dello Stato, neppure se schifoso dovess’essere il modo in cui si arriverà alla sua approvazione. Come volevasi dimostrare, anzi, anche peggio, perché ieri ho scritto che, «se passerà l’Italicum, sarà perché l’avrà votato un congruo numero di deputati del Pd», e che «poco importa quanto saranno stati i dissidenti che alle ragioni di opportunità avranno opposto quelle di principio, perché vuol dire che saranno stati comunque irrilevanti»: qui non solo le ragioni di principio si piegano a quelle di opportunità, ma queste ultime vengono addirittura dichiarate indiscutibili. Non c’è un Pd buono e uno cattivo, ce n’è uno solo, ed è tutto – volente o nolente – renziano. Sembra uno scontro interno, ma in fondo è solo un gioco delle parti.

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