280° giorno – Partire…

Da Ayertosco

Si mangiava thailandese stasera anche se della Thailandia li dentro non c’era nulla, pareva più portoricano o cubano…mezzo stile marittimo-piratesco-pub e un cesso a prova di deficienti con avvisi e frecce ovunque e istruzioni precise per ogni cosa tipo che sopra lo sciacquone c’è scritto “Per tirare l’acqua segui la freccia” e sul muro una freccia rossa con su scritto “Premere il pulsante” e sotto il pulsante un fogliettino con su scritto “Tenere premuto”…mancava solo uno schemino per illustrare come abbassarsi la zip dei jeans.

Eravamo li e si mangiava tra amici, si parlava pure del viaggio in America e le tappe da fare, itinerari, chi-dove-quando e io son due-tre giorni che più che ad una vacanza penso a prendere un biglietto di sola andata per dovunque, gambe e macchina fotografica, zaino resistente e saluti per tutti che tanto non ho nulla di importante o da difendere o amare e sto solo perdendo quello che mi resta della gioventù…ma non ho il coraggio, mi sto scoprendo pigro e assonnato…mi manca grinta ed energia…sono stanco, davvero stanco ma non capisco dove debba cercare la scintilla che ogni tanto mi sembra di sentire ma poi c’è solo il buio. Devo cercarla dentro di me forse…anche se a scavare e scavare non ci trovo quasi piu senso…o fuori, da qualche parte, in qualcosa, in qualcuno.

È sempre tutta una gran confusione.