Anno: 2011
Distribuzione: Movies Inspired
Durata: 101′
Genere: Azione
Nazionalità: USA
Regia: Gareth Huw Evans
Doveva essere la promessa del festival. Preceduto da un trailer molto promettente, che lascia immaginare un film “di botte” ambientato in un’unica location, sudicia e claustrofobica al punto giusto (un mostro edilizio di non so quanti appartamenti), con la malavita indonesiana a farla da padrone in uno scenario tutt’altro che confortante, The Raid sembrava imporsi come uno dei film meno omologati del concorso del Torino Film Festival 2011.
Gianni Amelio, direttore della manifestazione, lo introduce parlando, ancora, di nuovo approccio al genere. Doveva essere tante cose The Raid. Ma le promesse mantenute sono davvero poche. Dopo una prima parte più riuscita, in cui si respira l’atmosfera malsana delle periferie criminali di Jakarta e la collusione tra mondo della droga e polizia, il film (opera seconda di Gareth Huw Evans, regista gallese naturalizzato indonesiano) si rivela per quello che realmente è: un’infinita sequenza di scene di lotta, di sfoggio di arti marziali e sparatorie, condita da una buona dose di violenza, cattiveria e sana spietatezza. Scene che però faticano a restare incollate tra di loro a causa di una sceneggiatura talmente debole da non riuscire a spiegare nemmeno l’unico particolare che richiede un minimo di verosimiglianza.
Di film di botte ne abbiamo visti tanti, di coreografie più spettacolari e altrettanto ardite ne abbiamo masticate a profusione, abbiamo perfino applaudito davanti a tutto questo, ieri ed oggi, ma non è sufficiente. Soprattutto non riusciamo a capire perché, a questo punto, un qualsiasi film con Tony Jaa non debba godere della stessa accoglienza riservata a questo The Raid.
Michelangelo Pasini