Quella dal primo posto ancora a +2, quella per il terzo posto che ha come soundtrack l'inno della Champions League sempre più lontano. Una gara divertente, pimpante, giocata a viso aperto ma forse arrivata nel momento peggiore per entrambe le squadre. Il Napoli aveva bisogno di sfondare e non ci è riuscito, idem il Milan; il pari non fa male a nessuno eppure trafigge entrambi.
La squadra di Sarri dimostra che è viva e vegeta e non ha la benché minima intenzione di mandare in fumo qualsiasi speranza di tricolore, lo ha fatto dimostrando vivacità davanti, con Higuain e Insigne sempre rapidi a cercarsi e trovarsi, ma con l'attenta difesa del Milan - particolarmente preciso e ispirato Zapata ed è di per sé una notizia - a fare da frangiflutti alle ondate arrivate con cadenza regolare davanti alla porta presidiata da Donnarumma.
Un po' meglio il Napoli, era inevitabile: il leone ruggisce sempre più forte nella propria savana. Ma ciò che ha stupito maggiormente è stata la compattezza del Milan nel suo insieme, due linee sempre evidentemente ordinate a fare avanti e indietro per il campo senza scomporsi e lasciare pericolosi vuoi in cui i folletti azzurri si sarebbero volentieri accomodati.
A cosa serve un allenatore? Nella serata del San Paolo si è vista la mano di Sinisa Mihajlovic, ecco dove si vede il lavoro di un tecnico: disciplina tattica, accortezze e precisioni nelle armonie del gruppo. Il Napoli le aveva già ampiamente maturate, il Milan le ha trovate in maniera quanto mai convinta proprio questa sera.
Ma il pari non fa male a nessuno, eppure trafigge entrambi. E la Juve ride.