Magazine Diario personale

294° giorno – Un futuro da magazziniere

Da Ayertosco

Stamattina son diventato per un paio d’ore magazziniere spedizioniere, tagliavo i pezzi di polistirolo e imballavo strumenti con quella specie di carta trasparente appiccicaticcia che mi ricorda la confezione unta dei polli arrosto, presente no? E per la prima volta poi ho anche tirato le cinghie rosse con i mollettoni, fissato roba al pianale del camion con il Faraone e la Capa, spostato muletti, ricoperto scatole di scotch, mentre avvolgevo strumenti con le bollicine, di solito le faccio scoppiare…una simpatica variante che a stare fisso sulla sedia in ufficio “che palle” mentre quando succede qualcosa di nuovo, anche se zozzo e faticoso, mi esalto come un bimbo e mi ricorda il mio primo lavoro…che periodo…sveglia alle 5 per prendere mille pullman e arrivare alle 7:30 in ufficio tecnico in quel posto del cazzo a duemila chilometri, facevano ferri da stiro industriali e altre minchiate e una volta, che non c’era molto lavoro, sono andato giù e ho chiesto a quel pelato dell’officina…manco ricordo come si chiama…”dai…fammi fare qualcosa” e quello mi da occhiali, mascherina e smerigliatrice e via a togliere le bave di saldature per quattro-cinque ore, un lavoro di merda ma mi sono divertito un mondo e credevo fosse più importante di qualsiasi disegno o preventivo potessi fare e quando ci ripensavo appunto, adesso che so cosa voglio e guadagno e sto comodo e non mi rompe il cazzo nessuno giu nel sottomarino, pensavo che dopo sette-otto anni a buttare vita per avere soldi da spendere, che forse stare li a togliere incrostazioni di metallo, respirando scintille e polvere di ferro nel freddo, rimane ancora il più bel lavoro che abbia mai fatto.



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