Norman, a cui dobbiamo l'adorabile gioco di parole del bellissimo titolo, è una strambo ragazzetto che parla con i morti. La cosa non lo turberebbe minimamente se a rompergli le scatole non ci fossero praticamente tutti quelli che lo circondano. Smetteranno di prendersi gioco di lui solo quando si accorgeranno che, grazie al suo dono, Norman sarà l'unico in grado di salvare la città.
Paranorman si prenderà il vostro cuore più o meno al minuto 01.30 e se lo terrà stretto, strettissimo fino alla fine, quando avrete la desolante certezza che il vostro organo vitale non vi sarà mai restituito. Rimarrà a battere lì, su quel furgoncino malconcio (o su quello che ne resta), in quell'archivio comunale oppure, più probabilmente, nella camera da letto di Norman. Perché già l'inizio di questo film sarà sufficiente ad inumidirvi gli occhi. Poi chiaramente non si fermerà lì, ma c'è questa splendente partenza: ragazzino strambo sul divano che parla con la nonna. Niente di più normale, vero? È proprio un peccato che la nonna in questione sia defunta da tempo.
Dal primo rimprovero familiare che ci è mostrato in avanti, la vita di Norman è francamente uno schifo: famiglia che non lo capisce, amici non pervenuti, fantasmi che invece che essere d'aiuto ostacolano la già difficile situazione, bulli molesti e uno zio che spunta dal nulla per dirti che hai giusto qualche ora per salvare tutti quanti.Come se la meritassero, la salvezza.L'umanità è ritratta come una becera e bigotta vecchia signora, di quelle detestabili che puzzano di antibiotici e profumi fuori moda. Tutto ciò che è diverso, nella città in cui il bambino si è trovato a vivere, spaventa. E quando qualcosa ti spaventa non solo non ti fai avvicinare, alzi anche difese non necessarie affinché nessuno possa farti male, nemmeno chi di farti male non ne aveva la minima intenzione.
Con chi riesce a comunicare Norman? Con chi, come lui, è differente. Il suo unico amico è vittima dei bulli per il suo peso, lo zio che gli affida il compito è considerato folle (e forse qualche rotella in effetti gli manca) perché ha lo stesso dono del nipote, gli zombie sono notoriamente causa di orrore e raccapriccio. Quello che rende Norman speciale, quindi, non è il suo dono. È la capacità che ha dimostrato, in ogni singola azione compiuta nel film, di saper andare sempre oltre le apparenze, anche quando queste fossero mostruose come quelle dei morti viventi. Ne è intimorito come tutti, non fraintendetemi, è un personaggio umano. Ma è disposto a rivedere la sua opinione non appena gli arriva un segnale positivo. Non si blocca nelle sue convinzioni, ASCOLTA. È troppo facile cambiare opinione su una persona nel momento in cui sta in piedi davanti al municipio a salvare le chiappe a tutti quanti. Lui ci arriva prima, si apre alla possibilità che chiunque abbia qualcosa di buono da dargli, che ogni azione negativa compiuta da qualcuno possa avere una motivazione dietro che ti spinga a guardarla con occhi diversi.
Sarebbe altrettanto facile lanciare grandi messaggi come questo, sulla tolleranza e sull'imparare il valore incredibile della diversità, con mallopponi filosofici polacchi in b/n con i subs in cirillico. Invece Paranorman è una perla di comicità, sia molto intelligente che più semplice, di quelle che ti possono far ridere per una grande citazione che di quelle che ti fanno lacrimare per le botte da orbi che sti poveri zombie si pigliano immotivatamente. O per questi personaggi così macchiette che riescono comunque a non essere mai esageratamente caricature. (Lo sono, ma in un modo talmente equilibrato che quasi non te ne accorgi).E, a proposito delle citazioni, posso togliermi un sassolino nella scarpa? Dai, oggi è il nostro compleanno, concedetemelo.Non me ne frega niente delle citazioni. Ma zero proprio.Sono una chicca gradevolissima per chiunque le colga, ti fanno fare un adorabile 'awwwwwww' quando arrivano, poi basta però.In questo caso non aggiungono valore al film, Paranorman non ne ha bisogno, sarebbe incantevole comunque. Si farà amare da chiunque, a prescindere che abbia colto quel Mario Bava lì nella prima parte. Si piange di quella commozione bellissima che solo i film dolci con personaggi così adorabilmente comici provocano.Ed è quel tipo di commozione che io amo tanto, e che ricerco in ogni pellicola che vedo.
Per questo mi sento di offrire a voi questa che per me è l'emozione più bella del mondo, nel terzo anno che passiamo insieme, anche solo parlandovi di un film. Non c'è modo migliore di festeggiare.