3 storie in 303 parole

Creato il 19 gennaio 2011 da Willoworld

101 Parole è un progetto di scrittura creativa per composizioni brevissime (101 parole appunto). Tutti possono parteciparvi, basta inviare le storie a info@willoworld.net. Naturalmente devono essere di esattamente 101 parole.

Eccone tre, pescate a caso…

INCUBI

di Fida

Betty era una ragazza giovane e bella da mozzare il fiato: capelli biondi e vaporosi, labbra carnose e pelle candida.
La sua era una vita da regina; amava la perfezione e ne faceva il suo vanto.
Eppure, c’era un neo, un imperfezione che rattristava la sua vita: la notte, ogni notte, si alzava di scatto per un incubo che le interrompeva le otto ore di sonno.
Quella notte successe di nuovo: si alzò, gettò via la maschera occhi rinfrescante e lenitiva e tremante si guardò le mani. L’unghia, quella dell’indice, era ancora lì, non si era rotta fortunatamente.

L’OCCHIO PRIVATO

di Morgendurf

Una vibrazione musicale attirò la sua attenzione.
Roberto sotto la doccia, guardò il display illuminarsi.
“Ti penso, baci.”
Un nome femminile per un sms, ad un’ora improbabile per un amico, un collega, un cliente.
Simulare indifferenza per giorni, attivarsi con le amiche, ottenendo informazioni su colei che portava il suo stesso nome.
Sapeva quasi tutto: età, indirizzo, sposata, una figlia.
Gli unici tasselli mancanti: la professione ed il volto.
Un giorno le disse che doveva scendere in città, una riunione nella sede centrale.
Partì prima di lui, attese davanti alla casa dell’altra.
Lo vide suonare un campanello ed entrare.

IL TERAPISTA

di GM Willo

Mirella veniva da me ogni venerdì pomeriggio, dopo il corso di danza. La facevo accomodare sul divano, mentre io rimanevo dietro la scrivania ad osservare dalla finestra i platani del viale. Mi parlava del lavoro che odiava, delle amiche gelose e del suo uomo che la tradiva. Alla fine della seduta scoppiava sempre a piangere, ed io accorrevo all’istante coi fazzolettini. La consolavo parlandole dei suoi progressi, poi fissava un nuovo appuntamento con la mia segretaria.
Sullo stesso divano, una sera di giugno, Mirella ed io facemmo l’amore. Non fu un gesto professionale, il mio, ma la feci sentire subito meglio.


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